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Qualcuno di voi ricorda lo scandalo dal sito istituzionale per il turismo www.italia .it? In ogni caso, vi invito alla lettura o rilettura dei miei articoli scritti all’epoca, dove ho spiegato nel dettaglio gli accadimenti. Ed il danno economico fatto pesare – come sempre – sulle spalle dei cittadini italiani. Trovate gli articoli in questa pagina.
In Italia di scandali ce n’è a non finire. Non che nelle altre nazioni non accadano cose scandalose. Ma vivendo noi in questa sorta di condominio, ovviamente siamo presi maggiormente dalle notizie relative al nostro territorio.
D’altronde, giornalisticamente, si sa che se una notizia accade a pochi passi dal lettore, avrà sicuramente un interesse ed un impatto maggiore. Così, eccoci a perlustrare in lungo ed in largo il canale infinito delle tante scandalose vicende che accadono, sono accadute o potrebbero accadere qui, in casa nostra. Poiché però, siamo ormai giunti ad un livello di comunicazioni sempre più crescente e convulso, è bene ritornare ogni tanto un po’ indietro, per non dimenticare fatti e misfatti che – seppur non se ne parla sulle pagine delle testate nazionali, troppo prese a fare la solita informazione di propaganda, continuano ad essere in essere. Ed a fare danni. Solitamente economici e sempre ai danni dei cittadini “chiaramente” ignari, per quanto possibile, delle tante truffe e ruberie operate utilizzando possibilmente denaro pubblico che poi bisogna rimettere a posto col tormentone del “debito pubblico”. Fra i tanti fatti e misfatti, vi ricordo oggi una delle più grosse prese per i fondelli ai danni dei cittadini italiani ma anche internazionali: il portale www.italia.it che, nei pensieri e non tanto nelle reali intenzioni di chi l’ha immaginato, doveva essere il nostro fiore all’occhiello del turismo nostrano. Il passe partout per accedere a tutte le informazioni utili per chi avesse in mente di viaggiare sul nostro territorio. Una fonte unica ed ineguagliabile di “conoscenza” e servizi online. Alcuni lo ricordano ancora: italia.it pensato diversi anni fa, passato con l’approvazione dei vari governi di destra e di sinistra fino a giungere a noi, è stato il ladrocinio istituzionale fra i più grandi e palesi mai architettati prima. “Grazie” al web infatti, i governi italiani hanno potuto metter mano ad una cifra irragionevole di denaro per montare una…Montatura totale. Italia.it infatti, già dall’inizio infausto in cui per tempi lunghissimi era stato solo registrato il nome a dominio lasciandoci tutti orfani del sito istituzionale per il turismo, pur essendo un semplicissimo sito internet senza lode né gloria alcuna, ha al suo attivo un primato fra quelli che vorremmo poter cancellare per sempre dalla nostra memoria: è costato – ad oggi – oltre 35mln di euro. Trentacinque milioni di euro. Avete capito bene. 35milioni di euro per avere: per un paio di anni un sito inesistente, passato poi agli onori della cronaca per il solo fatto che, l’allora Ministro per il Turismo Michela Brambilla ebbe l’idea geniale – col beneplacito di Berlusconi, di cambiare nome al portale, passando così da italia.it a Magic Italy nome che evoca semmai palcoscenici orientali alla Bollywood piuttosto che sentieri nostrani da solcare grazie ai contenuti di quello che doveva essere uno dei nostri fiori all’occhiello.
Tutti più o meno, hanno giocato col giocarello del momento. Un sito fantasma, inesistente, inutile, brutto e privo di contenuti utili o inutili. Che probabilmente, proprio per non avere alcun merito, ci costa una cifra che dire orbitante è poco.
Qui sotto potete vedere uno dei loghi proposti da cotanti creativi pagati a peso d'oro dai governi: persino alla Brambilla non piacque, tanto che dichiarò sdegnata che quel 'cetriolo' nadava tolto...
Apro una piccola parentesi personale: mio marito fa di professione l’Informatico. E ad un certo livello. Vi assicuro che, per poche migliaia di euro, avrebbe creato davvero qualcosa di stupefacente quanto di usabile e consultabile. I prezzi di mercato degli esseri umani “normali” sono questi. Ma “lì” no. Lì fra “loro” quella massa appiccicosa chiamata di volta in volta con nomignoli che sono atti a rappresentare il non rappresentabile, si stravolge tutto. La logica appare essere desueta. I costi di qualsiasi cosa devono per forza avere cifre esorbitanti. L’istituzionalità di ogni elemento, sembra indorare pillole altrimenti dal sapore marcio. 35milioni di euro per un sito che non serve a niente ed a nessuno. Soldi ormai accaparrati da ogni forza politica. Messi in tasca e via. E nessuno che ne parli, ovviamente. Che non si sappia in giro quali sono quei giochi di prestigio che di prestigioso non hanno nemmeno l’ombra. Così, mentre ci affanniamo a seguire e tentare di comprendere di quale futuro sarà composta la nostra esistenza, alle malefatte attuate nessuno può e vuole porre rimedio. Ci teniamo un brutto sito a rappresentare una meravigliosa nazione resa orribile soltanto dalla presenza di questo gruppetto di un migliaio di scrocconi che generano poi a cascata, altre migliaia e migliaia di scrocconi posti un po’ ovunque da Nord a Sud per titoli di puro nepotismo. Sarebbe davvero auspicabile che, finalmente, qualcuno mettesse mani e cuore a risanare il risanabile piuttosto che a distruggere il distruggibile. Ed a spazzare via - anche – questa follia tutta istituzionale che rende perversa qualsiasi cosa passi dal “comune” al “istituzionale”. A quanto pare il passaggio, fra comune ed istituzionale, rende tuti schiavi e folli di una pazzia estrema chiamata insensibilmente “potere”. Ed il potere – ci dicono . logora solo chi non l’ha. A me sembrano logorati dal male della follia, coloro che ancor oggi difendono a spada tratta certi sconcertanti scivoloni. Perpetrati per il bene di pochi sempre a danno dei molti. Italia.it era, è e resterà un obbrobrio. In tutti i sensi. Non cliccateci sopra: almeno, opererete una seppur piccola forma di boicottaggio, che ci costa milioni e milioni di euro. Ma almeno, vuoi mettere la soddisfazione…
A meno che, e vi lancio un'idea, tutti - ma dico tutti davvero - non si scriva al governo in carica, per avere conto e ragione del sito, dei soldi "spesi", di quanto ci costa attualemente il mantenimento di questa assurdità.
Presto su questa testata, troverete un nuovo sondaggio in homepage, attraverso il quele potrete dire la vostra in meirto e - contestualmente se lo vorrete - sottoscrivere la richiesta di verifica al governo su questo tema.
Nel frattempo, godetevi l'esilarante spot che vide protagonista Francesco Rutelli che, in un inglese ingloriosamente maccheronico e con tanto di "gobbo" scritto come si legge, invita a visitare il sito italia.it... Cliccate sul player e rilassatevi: siamo in Italia...
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:40:50 |
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