|
|
|
Uno dei grandi "sogni americani" è stato quello di poter permettere ad ogni cittadino di acquistare la propria casa. Reagan fu artefice di un grande progetto in questo senso: aprì totalmente al credito bancario per permettere a chiunque di accedere ai prestiti che avrebbero consentito – appunto – di coronare il sogno di divenire proprietari di immobile.
Deregulation reaganiana" fu chiamata, e significa in pratica alleggerire la pressione e la presenza di regole dettate dallo Stato in questione, ma oggi possiamo dire anche dalla logica e dal raziocinio. L'apertura al credito infatti, non essendo sostenuta da alcun tipo di garanzia, in breve si tradusse in un grande flop e non solo: tutti o quasi, chiesero prestiti alle banche, e li ottennero senza alcun tipo di garanzia. Ovviamente, ciò procurò un enorme dissesto economico, sia per ciò che riguardava l'economia familiare – in molti non furono in grado di onorare le rate – e bancaria, che una volta concessa l'apertura al credito, si ritrovò con enormi buchi che mai e poi mai sarebbero stati riempiti. Contemporaneamente, la deregulation reaganiana, apriva al credito alle imprese, così da allargare ancor più ampiamente, il buco economico che ha creato – per alcuni – l'inizio della crisi che oggi viene vissuta a livello planetario. A sostenere un po' la situazione, vengono in "aiuto" le agenzie di rating, che altro non sono se non una sorta di interruttore che ha il potere di "decidere" le situazioni economiche delle nazioni, ma più che altro in senso nominale. In pratica: le agenzie di rating difficilmente possono fallire, essendo esse una sorta di organismo "garante" dell'affidabilità di questo o quel paese. Ciò che pochi sanno è, che questa affidabilità non è data dalla "salute economica" reale di quel paese, ma da una intricata serie di azioni, non ultime le ormai note speculazioni economiche. Si butta giù la tal nazione a beneficio delle nazioni A e B. Poi si rivolta la frittata ed A e B stavolta vengono gettate giù dalla torre. Un meccanismo che "semplicemente" regola, controlla e gestisce i governi mondiali, che sono poi gli autori reali di queste nuove strategie di guerra. Se si vuol minacciare – ad esempio – una nazione, non lo si fa più minacciando una guerra ma portandola sull'orlo del default. Più o meno, è sempre stato così, ma nei tempi passati queste erano strategie comprensibili solo a chi lavorava nell'alta finanza. Oggi è stato deciso di giocare a carte scoperte, ritenendo ormai del tutto inutile operare nel buio dal momento che pian piano, si è giunti alla situazione aberrante che i cittadini delle nazioni non hanno più alcuna voce in capitolo. E' il regime intangibile, bellezza. Prova ad uscirne fuori, se ci riesci… Tornando al tema della casa di proprietà: da sempre, questo tema è caro ad ogni partito, a cominciare da quelli più estremi. Il "diritto" alla proprietà della casa, è tema sempre caro a tutti. Tanto che infatti, specialmente nel nostro paese, la maggior parte dei cittadini italiani è proprietario di almeno un immobile. C'è sempre da fare anche una differenziazione: c'è chi diviene proprietario perché acquista un appartamento e c'è chi questo appartamento lo eredita. Con annessi e connessi. In tanti anni, il concetto per cui se sei proprietario di immobile vuol dire che hai assolto uno dei tuoi compiti nella scala prismatica delle priorità di un status sociale, ha funzionato. Milioni di cittadini hanno operato l'azione richiesta dallo Stato, senza nemmeno rendersi conto che la necessità. L'urgenza. La priorità poteva forse non essere esattamente correre ad indebitarsi per far parte appieno della comunità. Miliardi, prima di lire ora di euro, sono passati virtualmente da banche a finanziarie ad imprese edili. In un ballo satanico senza fine. Per molto tempo. Tutto ha funzionato più o meno bene. Anche il meno ricco, anche la famiglia più "comune" ha potuto dare il proprio contributo al grande progetto sociale nazionale. Una casa per tutti, potrebbe essere il banale slogan di questa operazione. E tutti – più o meno – ci sono cascati. Costi di rogito, rate, interessi, morosità… Un turbinio di cifre impossibile da verificare. Un volume economico mostruoso. Ma almeno, la "soddisfazione" di rientrare nella categoria di chi possiede. Si pensava. Poi all'improvviso, un giorno non ben individuabile nella memoria, la beneamata casa, la soddisfazione sociale, quello status generato da calcoli piuttosto che concetti puramente sociali, ha cominciato a scricchiolare, e non per qualche scossa sismica naturale, quanto per uno scossone imperioso dato all'improvviso e senza alcun tipo di avvertimento. La casa di proprietà, da sogno raggiunto o da raggiungere, è divenuto in breve per tutti, l'incubo più orribile. Ha cominciato lo Stato attraverso uno dei suoi mostri – Equitalia s.p.a. – a tramutare il sogno in incubo. Si è scoperto amaramente e troppo tardi, che quel sogno poteva esser strappato via senza se e senza ma. E senza nemmeno la possibilità – spesso –di avere uno straccio di spiegazione logica, concreta. La casa è pignorabile ora, anche se non sei un debitore "importante" e reticente. Anche se nella tua vita hai sempre lavorato ed onestamente contribuito all'economia della nazione. La casa, te la strappano via per una cartella esattoriale oscura tanto d'esser chiamata "pazza", e tu non puoi far nulla. Assolutamente nulla. Ti tolgono ciò per cui ti hanno convinto a lottare anche tutta la vita. E non puoi fa nulla. Perché se il grande giocattolaio decide di rovinarti la vita, lo fa e basta. E tu sei troppo stanco ed inorridito per poter anche solo pensare di muovere un dito per salvarti. Anni di Equitalia con un potere assoluto ed assurdo, su tutto il territorio nazionale, hanno impoverito e spinto alla disperazione milioni di famiglie e di imprenditori. E' stato a mio parere, il primo atto di una tragedia che ancora è da venire. Una sorta di banco di prova, per verificare quali potessero essere le reazioni di una intera popolazione spogliata di qualsiasi diritto di replica. Le repliche poi a ben guardare, ci sono anche state. Ma sono state mal dirette, mal organizzate e troppo sporadiche e disconnesse fra loro, perché potessero sortire un qualunque effetto benefico a vantaggio dei cittadini. Se la nazione si fosse fermata tutta, coesa, contro il "mostro" e tutti insieme ci si fosse organizzati per dire "NO" forse oggi, non saremmo al secondo atto della tragedia che man mano sta mostrando la sua reale e tragica ampiezza. La gente, viene colpita esattamente alle fondamenta della propria esistenza. Viene espropriata con la scusa delle cartelle esattoriali che, vorrei ricordare a tutti, in molti casi erano e sono ancora un vero e proprio bluff, dal momento che spesso si tratta di tasse, imposte e multe già pagate. Ma non è finita: se Equitalia negli anni è stata il mezzo primario per espropriare tutti di un diritto quasi imposto come regola generale e comportamentale, ad espropriare di ogni ultima molecola di diritto alla proprietà, arrivano le imposte. O meglio: vanno e vengono le imposte che di volta in volta, divengono il tormento e l'estasi di una società civile ormai palesemente usata in ogni forma, metodo e possibilità. Ici, Imu. Chiamatela come volete. Non è l'acronimo che importa. Bensì, quella satanica consapevolezza di avere un potere enorme nei confronti di un enorme numero di cittadini. Perché se è pur vero che le parole hanno un senso ed una importanza, chi viene chiamato a gestire ed ormai palesemente controllare una nazione, sa perfettamente che è nell'uso sapiente delle parole il grande misfatto. Così, le espropriazioni indebite operate tramite Equitalia, sono state tramutate in un concetto astratto di tendenza all'evasione fiscale, mentre – nella peggiore delle ipotesi – si tratta sempre di cittadini semmai morosi, e quindi nell'indisponibilità economica reale di onorare le pendenze tributarie. Ora, l'atto successivo e forse nemmeno finale: coloro che in qualche modo si ritrovano ad essere proprietari di casa, vengono ulteriormente minati. Da un girone infernale ed inarrestabile di imposte e tasse sempre più inique, che stanno già maturando una nuova tendenza già chiara all'orizzonte: un crollo dei prezzi degli immobili, che presto saranno velocemente venduti da molti italiani per non dover subire il giogo delle imposte che tutto tolgono, tutto uccidono tutto rendono del tutto inutile. Chi ne avrà vantaggio? Lo Stato, da un lato, gli speculatori ed i ricchi, dall'altro. Il primo, ottenendo maggiori introiti sempre da parte di chi materialmente ha poco. I secondi, perché avranno un enorme "catalogo" di articoli da acquistare a basso prezzo, dal momento che la crisi economica e l'aumento spasmodico delle imposte legate al settore immobiliare, faranno cadere vertiginosamente i prezzi di mercato. La soluzione. Ce l'abbiamo da anni davanti agli occhi, ma come sempre e non se ne comprende la ragione, si fa finta di non vederla. Non possedere, è l'unica via di vera libertà. E di possibile ricchezza, per quanto strambo possa apparire. Prendete esempio da coloro che sanno come far denaro, come eludere le regole e poi essere pure osannati e sostenuti dai governi in carica. Queste persone, sanno che ci si arricchisce mostrando di non possedere. Perché in tal modo, si rendono inattaccabili dalle regole della nazione in cui vivono. Poi, sottobosco, hanno le loro proprietà, intestate a teste di legno, imprese fantasma, persone decedute… Insomma: è nel non possedere la soluzione al regime dittatoriale che ha imposto la regola della proprietà per poi espropriare tutti – o quasi – dei beni acquistati. Non è ragionamento da esperti, mi sembra. Ma banalmente sotto gli occhi di tutti. Liberatevi dal concetto di "proprietà" perché tanto non si è e mai si sarà proprietari di nulla in un sistema che ti fa sembrare di esserlo a parole, ma che nei fatti è palesemente il contrario. Vendete le vostre proprietà immobiliari. Con una parte dei soldi ricavati, acquistate lingotti d'oro, opere d'arte e qualsiasi altra cosa sia fonte di vero investimento. Col resto, campate e trovate una forma di investimento certo. La seconda cosa però, mi appare indefinibile. Almeno oggi. Uscite dalla malattia di un sogno che in ogni caso resta e resterebbe irrealizzato. E che vi rende schiavi di un sistema che ormai palesemente ha dichiarato la propria vera tendenza: distruggere la maggior parte delle vite dei cittadini comuni per assicurare maggiore sostegno a quei pochi che per un assurda convinzione comune, detengono il "potere" in una repubblica democratica. Svegliatevi e scoprirete che il sogno era un incubo e che farete meglio ad uscirne al più presto.
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:59:59 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
I sindaci italiani arruoleranno 60.000 volontari maggiorenni, a patto che siano siano disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali.
Se volessimo individuare un trend che purtroppo sta caratterizzando questi ultimi anni, sicuramente la diffusione delle “fake news” sarebbe uno di questi. Cosa sono le fake news?
Al di là dell’ottimismo sbandierato da Ryanair, che vorrebbe invogliare i clienti a tornare a volare ancora prima della fine dell’estate, l’era dei voli lowcost pare volgere al termine.
Questa è la vita: andare verso la bellezza, andare verso l’armonia. La vita è contatto, scambio. Non è ritrarsi, non è allontanarsi credo che il vero virus sia proprio questo allontanarsi, questo evitare il contatto e lo scambio, questo impedire le relazioni.