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Welfare: in Italia si chiama

Welfare: in Italia si chiama "Gratta e vinci"
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 23/12/2011

 

 

 

 

Non voglio parlare della Manovra. Approvata con fiducia da poche ore, controversa dalla sua compilazione, vessatoria e passibile di polemiche, scontento e ripensamenti da parte – persino – dei Partiti "partener" del Governo Monti.

 

Voglio parlare di altro, e non certo per mancanza di motivazioni che possano spingermi una volta in più ad approfondire gli aspetti di una Economia, nazionale ed internazionale, che ancor oggi non è hiara ai più e quand'anche viene spiegata alle Masse è di difficile comprensioe per tutti.

 

La situazione italiana, al di là delle effettive probematiche legate da un lato all'ingente debito pubblico e dall'altra dalla crisi economica internazionale di cui abbiamo ormai perso l'origine, i punti salienti e le fluttuazioni, è una situazione limacciosa, iniqua e deprecabile già da tempo immemore, già da quando di crisi economica non si parlava e addirittura si diceva che il livello di bnenessere economico nazionale era fra i più alti dell'Occidente.

 

D'un tratto, ci è stato imposto di aprire gli occhi all'improvviso ed abbiamo rischiato di morire accecati e non per la troppa luce assorbita, anzi. Gli occhi li abbiamo aperti sul fango, sulla deriva, sulla perdizione e sulla rara sicurezza estrema di ritrovarci tutti e tutto insieme ad un punto di non ritorno che ha reso del tutto inutile sia il rendersi coto della reale situazione sia del tentativo – estremo – di provare, trovandola, una qualsiasi forma di protesta e ribellione ad un Sistema che ritenevamo fallace ed abbiamo scoperto invece essere parte di ordini e strategie prestabilite.

 

Ci siamo ritrovati vittime inerti ed orfani – contemporaneamente – di qualsivoglia forma di cautela da parte di quelle fonti istituzionali che nella realtà dei fatti già da decenni, hanno eroso interi comparti e moduli sociali fino ad avvilirne le fondamenta e fino ad arrestare ogni forma di sostegno civile ad una popolazione che di civile ha ormai perso ogni forma.

 

Prendiamo ad esempio il Welfare. In Italia già da anni, il Welfare così come veniva inteso e cioè un sistema di garanzia sociale per tutte quelle aree a rischio sul nostro territorio, non esiste nei fatti. Se non fosse per la miriade di organizzazioni private no profit ognuna con una Mission che prevede di volta in volta una categoria di cittadini in condizioni diverse da sostenere, in Italia a nessuno viene garantito un minimo umano di benessere nè tantomeno garanzia di sostentamento nei casi più gravi di criticità socio economica.

 

La miscellanea fra Welfare ed organizzazioni no prodit viene definita "Welfare mix": un nome esotico che propone nella realtà dei fatti una grande aberrazione. Lo Stato ha abbandonato di fatto il criterio di sostegno sociale, lasciando in eredità agli organismi privati l'organizzazione eventuale dellla risoluzione delle criticità civili.

 

Oggi in Italia, deteniamo uno dei Ministeri più inutili e di conseguenza più onerosi in ogni senso: il Ministero del Welfare, che produce invariabilmente solo ed esclusivamente spese, ovviamente e tacitamente pagate dai cittadini. Un aberrante e scandalosa catena che interrompe di fatto ogni possibile criterio di equità ed anche di accettazione.

 

Come infatti si può penssare di mantenere in essere un intero Ministero che non produce nulla e costa ai contribuenti in maniera tale da creare una doppia frode: lo Stato non sostiene il sociale e lo fa pure pagare ai contribenti che da esso nulla ricevono.

 

Apocalittica visione di come oggi in Italia si interpreta il concetto di "bene comune".

Da queste riflessioni, è ovvio quindi ragionare su ciò che in Italia al di là della crisi globale accade ormai da tempo. Lo sviluppo di un Sistema che crea solo criticità che si sommano ad altre criticità fino a giungere all'assoluta mancanza di qualsiasi tipologià di sostenibilità condivisibile.

 

Di contro – e non è problema marginale – l'Italia sceglie di aprire satanicamente un ballo osceno rendendo quotidianamente vittime intere schiere di cittadini che, nella assurda speranza di veder cambiata la propria condizoine sociale si affida quotidianamente all'espressione più rancida del Sistema fallace in cui ci siamo costretti a vivere: il gioco.

 

Sia esso gioco istantaneo, super enalotto, lotto, bingo e qualsiasi altra diavoleria lo Stato Italiano crei in contrapposizione alla totale mancanza di Welfare, eccoci calati nell'aberrazione totale e senza – in troppi casi – rendercene conto. Milioni di persone ogni giorno, orfane di quei sostegni equi e necessari a creare quel pò di benessere fondamentale alllo sviluppo di qualsiasi nazione civile, quasi costretti a grattare maniacalmente con l'idea di migliorare almeno un pò la propria condizione di vita.

 

Senza comprendere che, nell'esatto istante i cui la mano cala a grattare via la pellicola argentea posta sopra un biglietto chiamato "speranza" non si è fatto altro che alimentare ancor più lo stesso sistema fallace che costringe i suoi figli a drogarsi per nulla e vivere di speranze. Sempre disattese.

 

Le cose a questo punto, se fossimo realmente cittadini di un modno equo, dovrebbero essere due: se

Il welfare in Italia è rimasta solo una sterile istituzione che nulla crea, che venga rimossa dal nostro ordinamento, sarebbe un piccolo favore che lo Stato potrebbe – finalmente – fare a tutti noi, che paghiamo per non ricevere nulla anche in questo caso.

 

Se invece questo benedetto Ministero fantasma deve per forza continuare ad esistere, che almeno fornisca ogni tanto un progetto, un finanziamento, una idea. Qualcosa che lo renda necessario e non solo fonte di spese uletriori per tutti i cittadini che forse, in un caso come questo, gratterebbero meno su una cartella ed ancor meno la fine del barile di una esistenza votata ormai solo alla confusione. Vittime no, cittadini non si sa, ma scemi mai.

 




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Categoria:Politica e Governo
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