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Nuove forme di previdenza cambieranno il panorama dei vitalizi parlamentari. Ed a partire dalla prossima legislatura. L'Ufficio presidenza della Camera, all'unanimità, ha dato mandato al collegio dei questori di prevedere, dalla prossima legislatura, in sostituzione degli attuali vitalizi, forme previdenziali diverse per i parlamentari.
«Non è la politica che costa sono gli apparati, gli enti e i parlamentari a incidere. In questi 18 mesi accanto alle riforme del Governo le Camere dovranno intervenire per dare l'esempio». Ha dichiarato il presidente della Camera Gianfranco Fini a Verona ed ha aggiunto «tra qualche settimana la Camera abolirà il vitalizio degli ex parlamentari. È una piccola cosa ma è l'esempio che deve dare la politica. Questo è l'ultimo governo in grado di far uscire l'Italia dalla crisi: se dovesse fallire rischia di fallire l'Italia intera. Siamo in una fase eccezionale, vogliamo una risposta eccezionale".
Fini ha poi spiegato: "Dovremo garantire nei mesi prossimi la tenuta del governo: si parte con la volontà di scalare una montagna ma c'è l'obiettivo di creare una società attraverso quelle riforme che dovranno essere all'insegna dell'equità e che dovranno riguardare tutti a partire dai più fortunati ».
E Pier Ferdinando Casini, utilizzando come veicolo delle sue dichiarazioni il suo account su Twitter: "La politica deve dare il buon esempio, basta ottusità e difese corporative. Fin da subito: tagli ai vitalizi dei parlamentari: Basta polemiche sul passato, discutere di ciò che è stato, di centrodestra e centrosinistra. Mai più guardare indietro. Si volta pagina"
Nel frattempo il neo Premier Mario Monti – che ha appena incassato una fiducia di ben 556 voti a favore – appena insediatosi a Palazzo Chigi, lavora all'agenda di Governo che si prevede già fittissima di impegni nel breve periodo.
Monti non ha negato che sarà necessario mettere in atto anche misure impopolari, fra queste, le più note sono: ritorno dell'Ici, intervento sulle pensioni ma moderato, una probaile patrimoniale light, interventi di flessibilità sul mercato del lavoro, ulteriore aumento dell'Iva.
Cicchitto e Brunetta invece, si scagliano contro Tremonti. Secondo le loro dichiarazioni, il falllimento di molte azioni politiche del Governo Berlusconi si devono «ad un errore della politica economica del professor Tremonti, che purtroppo si è imposto a tutto il governo: dovevamo affiancare agli antibiotici le vitamine, lavorando per il capitale umano e migliori servizi».
E Cicchitto rincara la dose: "Il governo di Berlusconi ha fatto delle riforme importanti» e ha attuato una serie di manovre economiche di rigore ma ha avuto il suo punto debole nell'impostazione economica che ha dato Tremonti. I suoi tagli lineari sono la negazione del riformismo, perché se tagli tutto del 10 per cento vai a toccare settori come la scuola e le forze armate che invece non dovevano essere colpiti. E poi la mancata ricerca di una politica di crescita che ha pesato sul governo».
Insomma: fra nuovo esecutivo, vecchia dirigenza e nuove proposte di rigore, lacrime e sangue, ci resta da vedere stavolta, chi pagherà di più la sconfitta economica e politica del nostro Paese.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:08:06 |
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