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Alla fine, si è dimesso. L'uomo più chiaccherato sicuramente degli ultimi 17 anni e forse persino degli ultimi 150, è salito al Colle ed ha rassegnato le dimissioni. Una folla di cittadini ha invaso la piazza antistante il Quirinale già dal pomeriggio di ieri, per attendere l'arrivo di Silvio Berlusconi ed esporre il proprio stato d'animo per un momento storico di cui si parlerà a mio avviso, negli anni a venire.
Poi "lui" è arrivato. La folla ha cominciato a cantare "Bella ciao". Manifesti con scritte di giubilo per le dimissioni del Premier. Qualcuno ha persino portato bottiglie di spumante da stappare per "festeggiare". Festeggiare cosa poi, lo vedremo insieme.
E poi, quel lancio di monetine che ci ha riportati tutti indietro ai tempi di tangentopoli e di Craxi. Tempi comunque lontani e pure dissimili dall'attuale situazione socio politica ed economica italiana.
Insomma: si chiude un capitolo? Non è ancora nè confermato nè chiaro.
Mario Monti, sostenuto da quasi tutto il parterre politico italiano ma anche da una buona fetta di politica internazionale, forse è solo una delle pedine di una scacchiera dalle proporzioni enormi che non lascia ancora intravedere con chiarezza strategie ed obiettivi. Sia per quanto riguarda la politica e l'economia nazionale sia per ciò che riguarda tutto l'equilibrio politico economico mondiale.
Governo di transizione? Voto a breve? In definitiva queste appaiono essere considerazioni marginali. E per coloro che – in qualche modo a ragione – considerano un fallimento della Democrazia l'instaurarsi di un governo tecnico e quindi non votato dal Popolo Sovrano, va ricordato che – stante così l'attuale Legge elettorale – di democrazia in Italia sembra non esistere comunque nemmeno una pallida ombra. E già da tempo.
Tornando all'origine della riflessione sulla caduta del governo Berlusconi, è indubbio che l'Italia ora, può almeno ambire e sperare ad un ritorno di toni diversi da quel bailamme ormai infernale in cui la politica nostrana non solo era caduta ma di cui si è ampiamente nutrita.
C'è da dire che, probabilmente, a molti ha fatto gioco la maniera tutta personale di far politica di un premier che evidentemente Politico non era e non è mai stato. Perchè altrimenti si sarebbe protratta per circa vent'anni l'aberrazione politica di cui siamo stati tutti spettatori, in alcuni casi protagonisti ed in altri vittime?
Non è che non fosse palese la carenza di infrastruttura politica in Italia. Non è che non fosse chiaro l'andamento al limite fra impresa e gestione del Paese. E non è che il "problema Berlusconi" è nato oggi, ieri o tre anni fa.
Tutti abbiamo visto, udito e toccato con mano. Tutti abbiamo continuato a vivere in totale carenza di reali punti di riferimento. Tutti – alla fine – sapevamo, ma abbiamo accettato a taciuto. A volte – sporadicamente – protestato. Ma nulla di più.
Abbiamo accettato compromessi incredibili, come quando veniva sbandierato un Liberismo che nella realtà dei fatti era puro e semplice libertinaggio. Abbiamo accettato parole che mai corrispondevano a fatti. Abbiamo persino accettato – già in piena crisi economica – che nel nostro Paese si facesse contro propaganda, dicendo che nessuna crisi realmente aggredica la nostra nazione ed i suoi cittadini. Forse, a tutti un pò ha fatto comodo e piacere di sentirsi – almeno a parole – sollevati dal gravoso prendere atto che tutto poteva e forse già stava precipitando.
E che dire dell'accettare, magari a denti stretti, che persone lontane milioni di chilometri dalla professione politica, divenissero politici per pura e semplice simpatia o per riconoscenza di un qualche favore, che a volte – forse – aveva basi in qualche camera da letto, piuttosto che nelle camere istituzionali.
Berlusconi ed il suo prismatico entourages, hanno cambiato il volto del Paese e della Politica. Prima facendone coriandoli, e poi, ricomponendo un puzzle dalle forme poliedriche. Il caos profondo che diviene misfatto nel momento in cui lascia solo porte aperte a qualsiasi logica ed a qualsiasi contenuto. Primi fra tutti, i più incomprensibili e vuoti di azioni politiche.
Gli Dèi hanno vissuto e sognato di imperare in eterno. Così, si sono concessi concessioni mai concesse prima. Giungendo persino a maltrattare verbalmente la cittadinanza oramai drogata di venefiche convinzioni prive di contenuti. Una follia.
Berlusconi, il "Dio" benefico e malefico. Colui che tutto ha potuto del suo potere prismatico, ha reso Dèi e semi Dèi i propri fautori, lasciando intravedere possibilità di vita eterna e di eterno potere e splendore. Molti ci hanno creduto, e sono caduti insieme al proprio Dio unico ed insostituibile. Altri, hanno preso la porta per uscire in tempo dalla catastrofe.
In tutto questo, la latente opposizione ha operato millimetro dopo millimetro per ottenere la testa dell'imperatore su di un piatto d'argento. Per poi consumare il pasto con calma. Piano. Che nessuno ha fretta ora. Lo ha fatto con metodiche a volte incomprensibili, ma oggi forse appare chiaro il progetto di destabilizzazione di un potere che probabilmente avrebbe imperato ancora se – ad esempio – si fosse deposto il regnante in tempi diversi, facendo di lui il mito che muore e rinasce ogni volta.
Berlusconi forse, ha trattato la resa. Ha chiesto garanzia di immunità e forse di altre possibilità di reinterpretarsi in un mondo che ormai gli appartiene, nonostante tutto.
Noi restiamo a guardare ed attendere che gli eventi traccino altre pagine di Storia.
Oggi, la caduta degli Dèi fa persino un pò tristezza. Per assurdo che potrà sembrare, verrà persino un momento in cui qualcuno, guardando ai fatti, ripenserà a questi circa vent'anni cn un pò di nostalgia. E' già accaduto. Molti oggi, pensano quasi con affetto a quel Craxi che all'epoca fu additato come il Male e che oggi, fa persino sorridere. Vedremo.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 07:43:05 |
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