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E' una delle cose che maggiormente fa arrabbiare i cittadini italiani. Siano essi di sinistra, destra o centro. Il colore politico non conta se alla base della questione c'è il fondamento dell'equità.
Ed equo certo non può essere considerato il trattamento pensionistico italiano, che vede scomparire del tutto il concetto – appunto – di equità e di pari trattamento.
Così, abbiamo parlamentari che in appena 5 anni, passati spesso ad occuparsi di tutt'altro che di politica, si vedono versare oltre tremila euro mensili di vitalizio. Altri ancora – ancor più scandaloso – ricevono lo stesso vitalizio dopo aver messo piede in parlamento una sola volta o addirittura mai. Ci sono infatti i casi di vedove che percepiscono la pensione di reversibilità, e quindi, un trattamento pensionistico non certamente maturato per aver portato avanti qualcosa di concreto per il Paese.
Oltretutto, questo fatto della pensione di reversibilità alle moglie dei parlamentari italiani, stride grandemento con una della miriade di proposte che sono nate in seno all'ultima dibattutissima manovra economica. Infatti, fra le tante cose, si era pensato non solo di tagliare pensioni diinvalidità ed indennità di accompagnamento ai disabili, ma anche le pensioni di reversibilità, perchè – come dichiarato dal Ministro Brunetta – non è il caso che chi non ha mai lavorato percepisca pure la pensione...
Altri palcoscenici, altri scenari.
Allo stato attuale, un cittadino italiano che abbia – peraltro – la "fortuna" di lavorare, dovrà – almeno fino ad ora – attendere 40 anni di versamenti contributivi per poter andare in pensione con cifre che comunque nella maggiornaza dei casi sono molto lontane dagli importi che vanno da 3.000 a 10.000 euro e più dei parlamentari.
C'è anche da dire, che con le nuove proposte in ambito pensionistico che vogliono vederci ancor più vicini alle normative europee, questi quarant'anni sono destinati ad aumentare.
Parallelamente però, non accade nulla e nessuno propone nulla per ciò che riguarda i vitalizi ai politici assegnati con cotanta celerità.
E' degli ultimi giorni la notizia che, Cicciolina – porno diva portata in Parlamento dai Radicali a suo tempo – percepisca da poco il famoso vitalizio.
Quante persone sono disponibili ad accettare ancora che divari così ampi allontanino sempre più Diritti umani alienati a suon di Casta che fa sempre più i propri interessi ai danni della popolazione?
Poche, considerando le lamentele a macchia di leopardo che si raccolgono intervistando cittadini italiani da Nord a Sud.
Possibile che, specialmente in un momento socio economico e politico così critico, nessuno pensi di proporre e mettere in atto strategie che rendano partecipi della crisi anche la cosidetta classe dirigente nazionale?
Qualcuno in effetti ci provò, nel 2010.
Il 21 Settembre 2010 infatti il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha propose l'abolizione del vitalizio, in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Bene! Ecco un esempio rarissimo di equità. Ma che fine fece questa proposta?
Ecco di seguito il risultato della votazione in aula:
Su 525 presenti e 520 votanti i SI furono 22 ed i NO 261. Proposta bocciata all'unanimità.
Alcuni nomi che votarono per il SI: Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Paladini, Barbato, Rota, Scilipoti, Zazzera...
Il messaggio fu chiaro: a nessuno salti in mente di riproporre simili "scempiaggini". Alla faccia dei cittadini italiani, disabili, pensionati, precari, giovani donne e bambini, che devono per la maggiore, arrancare verso fine mese e verso un futuro che non garantisce nemmeno la pensione, visti i chiari di luna.
A questo link potrete seguire la discussione in aula relativa alla proposta in questione
Video della discussione e della votazione in aula
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 08:19:12 |
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