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Bavaglio al Web: un ddl ad uso e consumo solo del mondo politico

Bavaglio al Web: un ddl ad uso e consumo solo del mondo politico
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 29/09/2011

 

 
Strana davvero la Società in cui viviamo. Prima ti abituano al fatto che tutto può esser detto, rappresentato e raccontato. Nessuno più si fa problemi a raccontare fatti e misfatti e persino a scoprire scandalosi accadimenti che in alcuni casi sfociano nell'illegalità più completa. E via ancora avanti,  a giungere – addirittura – alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche durante le indagini in corso.

 

Ci siamo abituati a leggere e sentire di tutto, e persino a considerare questo tutto accettabile, anche quando di accettabile non c'è proprio nulla.

 

E poi, via. Dopo anni di ipercomunicazione, che spesso non ha giovato nè alla Comunicazione nè alla Comunità, ecco spuntare un blocco, un divieto, un cavillo per poter fermare con un DL qualsiasi informazione che possa essere ritenuta offensiva, non aderente alla realtà o colpevole di fomentare i lettori contro qualcuno o qualcosa.

 

Bavaglio. Stretto intorno al luogo non luogo più abitato del Pianeta: il Web.

 

In pratica, attraverso il ddl anti intercettazioni, al capitolo che parla di informazione sul web, si apre per la prima volta il sipario sul palcoscenico della comunicazione online. Sia essa professionale o fatta da privati cittadini titolari di un sito o un blog.

 

Se dovessero essere confermate le proposte inserite all'interno del disegno di Legge, che attende di essere esaminato da circa un anno, ecco che chiunque si sentisse offeso, minacciato, deriso, osteggiato, potrà richiedere il "diritto di rettifica". In pratica, sulla testata online o sul blog, qualcuno pubblica un articolo all'interno del quale si parla di tizio o caio. Ma tizio e caio, scoperto l'articolo in questione, ritiene di ottenere un qualsiasi danno dalla pubblicazione del testo in questione. Ne chiede il ritiro. Se la testata online o il proprietario del blog entro un tot di tempo non esegue la cancellazione dell'articolo, viene sanzionato con multe che possono arrivare a 12.000 euro.

 
Ma ci sono altre proposte, sia in merito alle sanzioni pecuniarie sia per ciò che riguarda eventuali differenze fra blog e testate giornalistiche.
 

In effetti però, proprio in queste ore, non è che sia chiaro cosa si voglia fare del ddl nè di ciò che si vuole ottenere. Così, sembra che persino il PDL stia pensando di "ammorbidire" il contenuto della proposta, mettendo ad esempio su due piani diversi editori e semplici cittadini autori di un blog.

Cicchitto ha reso noto che la maggioranza intende portare avanti il testo sulle intercettazioni licenziato dalla commissione Giustizia della Camera,

"Stiamo lavorando sul testo uscito dalla commissione Giustizia - ha spiegato il presidente dei deputati del Pdl - ci sono approfondimenti in corso e chiariremo i termini della questione". Le misure, ha assicurato, "non sono rivolte a mettere bavagli, ma a difendere la privacy profondamente lesionata dalle iniziative dissennate che vediamo in questi giorni".

Da notare, che questa "privacy lesionata" non ha mai leso alcun comune e libero cittadino italiano, ed infatti nessun normale e comune cittadino che si rispetti avrebbe problemi in questo senso, bensì – semmai – componenti del mondo politico nostrano, facendo così apparire questo disegno di legge come un ennesimo tentativo di esprimere – attraverso una sorta di Legge ad personam generalizzata – l'assoluta volontà di certi e pochi personaggi a non voler essere sottoposti ad alcun tipo di controllo.

Lo stesso Ministro della Giustizia Nitto Palma non si sbilancia sul ddl ed ha dichiarato: «Vi sono alcune cose assolutamente condivisibili e altre che personalmente non mi trovano d'accordo» Dopo un vertice di maggioranza, domani potremmo saperne qualcosa di più.

C'è però da riflettere su un punto: se – ad esempio – qualcuni chiedesse a noi de Gli sComunicati di ritirare un articolo dalla pubblicazione, noi possiamo immediatamente cancellarlo. Ma... Quante altre volte sarà stato pubblicato quello stesso articolo da altri siti, blog e testate giornalistiche? E' una cosa che capita di frequente. In quel caso, basterà il ritiro dalla testata o blog principale? E nel caso in cui quel determinato articolo sottoposto a diritto di rettifica venisse – appunto – replicato su altri siti e testate online, chi ed in che misura ne risponde?

 

Nessuno ha ancora sollevato questa questione, che a mio parere però dovrebbe essere presa in seria considerazione da coloro che ci stanno lavorando.

 

Auguriamoci che nulla accadrà contro la libera informazione. E speriamo che anche le tante manifestazioni di Piazza che in queste ore dimostrano contro il ddl anti intercettazioni, possano portare ad attente riflessioni sul da farsi. Perchè non è più nè possibile nè accettabile che chi si trova al governo possa decidere qualsiasi cosa persino contro la libertà degli individui, senza invece mai essere colpito addirittura dalle stesse norme che crea.

 

Anche questa volta, la partecipazione dei cittadini italiani – in massa – potrebbe determinare una svolta verso una più consapevole capacità di essere non solo spettatori inermi ma esseri viventi con capacità di discernimento e – cosa ancor più importante – di scelta.

 

Almeno, proviamoci.

 

 

 

 

 




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