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A Montecitorio, nella sala del Mappamondo, s'è svolto ultimamente un convegno interdisciplinare in vista della proclamazione a santo ( il prossimo 23 ottobre ) di Don Luigi Guanella ( 1842-1915), il religioso piemontese, in gioventù amico e collaboratore di Don Bosco, fondatore delle congregazioni dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza, già proclamato beato nel 1964 da Paolo VI. Il dibattito è ruotato sul Guanella mistico, uomo d'azione, sacerdote, educatore, psicologo: analizzando proprio il suo messaggio di base, centrato sull'idea della santità destinata a salvare il mondo.
Al convegno han partecipato, tra gli altri, oltre ai rappresentanti delle Congregazioni guanelliane, il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ( equivalente vaticano del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ), il Prof. Pessina, direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica di Milano, la professoressa Leonardi, responsabile della SOSD "Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità" dell'Istituto Neurologico Besta di Milano. Luigi Guanella, ordinato sacerdote nel maggio 1866, futura colonna di quella Chiesa otto-novecentesca ( da Don Bosco a Don Orione, da Primo Mazzolari a Lorenzo Milani) più rigorosamente "dalla parte degli ultimi", per ironia della sorte era nato, nel dicembre 1842, a Campodolcino, vicino Sondrio: paesino valtellinese il cui nome, secondo una vecchia tradizione, derivava dall'aver temporaneamente ospitato ( 1303-'04), durante la sua incredibile "anabasi" dal Trentino al Piemonte, Fra' Dolcino da Novara, il libertario eretico destinato a finire i suoi giorni, tre anni dopo, in una Valsesia assediata dalle milizie cattoliche. A Montecitorio , la figura carismatica di Don Guanella è stata ricordata anche per aver precorso, in un certo senso, la moderna psicologia e le dinamiche oggi utilizzate nell'assistenza e cura dei malati di mente, dei disabili, centro della sua attività assistenziale. Proprio come Don Bosco, Guanella fu visto già ai suoi tempi, più d'un secolo e mezzo fa, come un prete di frontiera, sempre in prima linea dalla parte degli umili, pienamente convinto che ciò rappresentava la volontà di Dio Padre per i suoi "buoni figli".
A Roma, nel maggio 1903, Guanella assunse la conduzione dell'importante colonia agricola di Monte Mario: affidatagli da Mons. Radini Tedeschi, il futuro vescovo di Bergamo, dalla grande apertura ai problemi sociali, che, per segretario, avrebbe avuto proprio un giovanissimo Angelo Roncalli. In amichevoli rapporti con Pio X ( il Papa che pure, nel 1907, avrebbe fortemente condannato le tendenze moderniste manifestantesi nella Chiesa con l'enciclica "Pascendi Domini gregis") , Don Guanella nel 1908 aprì anche un "ricovero pei deficienti" a Porta S.Pancrazio, sul Gianicolo, e nello stesso anno fu incaricato di seguire la costruzione della nuova, importante Chiesa di San Giuseppe nell'allora periferico quartiere Trionfale.
Nel 1912 si recò negli USA per studiare l'impianto d'una nuova istituziuone solidaristica; e nel gennaio 1915, a settantatrè anni, come altre personalità d' allora ( da Gaetano Salvemini a Don Luigi Orione, lo "strano prete" ricordato poi con affetto da Ignazio Silone in "Uscita di sicurezza"), sarebbe accorso a soccorrere le popolazioni colpite dal disastroso terremoto della Marsica.
Sul rapporto tra Don Guanella e la figura della donna ( molte , infatti, furono le donne partecipanti attivamente alle iniziative di questo santo) s'è soffermata Giustina Ratto, coordinatrice e responsabile per Roma Capitale e Provincia della Fondazione "Liberal", e membro della Fondazione Marisa Bellisario. "Oggi- ha sottolineato Giustina - le donne hanno conquistato posizioni nel mondo della cultura, dell'educazione, dell'economia, ecc., e si da per scontato che una donna possa e debba organizzare un lavoro di responsabilità: ma allora, una cosa del genere fatta da un sacerdote così vulcanico era guardata con sospetto. Non è affatto un caso che fu proprio una donna la cofondatrice della sua Opera, Marcellina Bosatta; e che egli fu il padre spirituale della sorella di quest'ultima, già riconosciuta beata dalla Chiesa, Suor Chiara Bosatta.
Guanella, inoltre, mise una suora a capo della tipografia di Como, che aveva allestito proprio perché convinto che « La stampa è la quarta potenza del mondo ( il "Quarto potere" di wellesiana memoria. N.d.R-.) e noi siamo obbligati a valerci di questo mezzo fornitoci dalla Divina Provvidenza». E al posto di direttore del giornale "La Provvidenza", un bollettino fondamentale per far conoscere la sua attività, mise sempre una donna, Maddalena Albini Crosta, autrice apprezzata anche in Vaticano. Un santo, quindi, d'una modernità incredibile: un esempio da tener presente per riconoscere alle donne ed alle loro capacità il giusto spazio nella battaglia per lo sviluppo morale, civico,economico e sociale della collettività". |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 06/01/2025 17:37:40 |
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