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Abruzzo: quei 38.327 sfollati dimeticati da tutti

Abruzzo: quei 38.327 sfollati dimeticati da tutti
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 25/03/2011

 
Fra pochi giorni, ci sarà un altro anniversario in Italia. Nulla da festeggiare stavolta. Nulla di cui esser lieti. Ne tantomeno orgogliosi. L'anniversario stavolta è uno di quelli che parlano di morti e rabbia. Una storia di cui non si parla più, anche se gli eventi si susseguono e nulla accade malgrado le tante promesse. Il 6 Aprile prossimo, cadrà il secondo anniversario dal terremoto in Abruzzo. Due anni. 730 giorni per morire sotto le macerie di un sisma che oltre ad aver fatto tremare la terra, continua a far tremare. Di rabbia. Di cose incompiute. Di fatti mai iniziati. Di promesse mai onorate.

 

Attualmente ci sono ancora 1.366 persone che continuano ad alloggiare in strutture ricettive. Due anni della loro vita in qualche stretta camera di hotel. Sicuramente non a cinque stelle. Niente suites di lusso per i terremotati. Altri 22.994 hanno dovuto trovarsi una sistemazione coi contruibuti dello Stato. I restanti 13.967, soggiornano da qualche parte con i contributi erogati per la "autonoma sistemazione". Il totale è pari a 38.327 persone. In pratica, l'equivalente di una cittadina in pellegrinaggio fra strutture alberghiere e soggiorni "temporanei" di fortuna.

 

Nessuno parla più di Abruzzo e ricostruzione. I media – famelici di scoop e notizie sanguinolente dell'ultimo minuto – guardano altrove. Il Governo è in tuatt'altre faccende affaccendato, fra la guerra libica e le "riforme" urgenti, si deve andare oltre e non si guarda certo indietro, a fatti accaduti ormai due anni fa. Il mondo corre. Non dappertutto. In Abruzzo il tempo si è fermato del tutto. E con esso, i lavori pesanti per la vera ricostruzione.

 

Mancano veri progetti. Mancano i fondi: questa voce peraltro è stata fin dall'inizio una palese presa per i fondelli. Il Decreto 39/2009 subito stilato per la bisogna, straparla di fondi da erogare in "appena" 23 anni, a scaglioni. Minutaglie. Che non servono nemmeno a tirar su qualche palazzina.

 

Abbiamo assistito agli scandali, di vario genere. Bandi di gara contraffatti. Malavita organizzata infiltratasi nelle maglie del dopo sisma. Colpevoli di lusso non inquisiti, come la ogni presente Impregilo. Insomma, non manca nulla in questa storia che sa di morti, rabbia, corruzione, dimenticanze e tanta indifferenza.

 

Le luci della ribalta, si sono spente troppo presto su uno scenario che oggi diviene quello di un territorio fantasma. Ma fantasmi, non sono quei cittadini che oltre al danno subiscono ancora la beffa. E ricordano i loro morti, dimenticati prima ancora di morire, perchè nessuno ha pensato in tempo utile a fare in modo che non ce ne fossero, di morti. O almeno, ce ne fossero meno. Segnati. Dall'arroganza di chi pensa che la speculazione unita alla corruzione sia l'unica strada da seguire in vita, in beffa a chi non ha nemmeno la forza di reagire.

 

C'è necessità di unione, in questa storia. C'è bisogno di volontà comune. E' necessario che ogni italiano degno di questo nome faccia un piccolo passo verso i propri connazionali più sfortunati, senz adimenticare che i prossimi potremmo esser noi.

 

La Protezione Civile, in una sorta di "business plan" (così è stato chiamato dagli addetti ai lavori a suo tempo) nel 2009 dichiarava che nei prossimi 50 anni "grazie" ai terremoti ed alle alluvioni, le vittime – fra morti, feriti e sfollati – in Italia dovrebbero essere intorno alle 250.000. Si gioca con gli esseri umani, dove c'è da prender soldi facilmente grazie ai poteri in deroga, che mettono da parte la dignità umana svendendola pe run pugno di denaro.

 

Ognuno di noi, ha il dovere ed il diritto di riaccendere le luci su questa ennesima storiaccia che fa dell'Italia un territorio ormai preso dalla follia della speculazione, dell'arroganza e dell'assoluta indifferenza nei confronti della comunità tutta.

 

Non aspettiamoci granchè dal mondo politico, perchè ci è stato largamente dimostrato come poco sia importante la condizione umana in questo paese. Un Paese che parla di benessere solo nelle pubblicità degli hotel 5 stelle con terme annesse, e che non sa sviluppare progetti che portino al benessere della comunità, cosa che dovrebbe essere uno dei fondamenti della nostra nazione.

 

Operiamo tutti un cambiamento, chiedendo fattil, soluzioni, proposte. Non restiamo inerti spettatori di teatri buffi che divengono tragici mano a mano che la storia scorre e ci porta al declino. Agiamo. In qualsiasi modo, ma agiamo. Perchè non ci sarà sviluppo, ne dignità, ne futuro se non ci stringeremo tutti uniti davvero, in una marcia virtuale che serva alla popolazione a ritrovare il senno e la volontà di ricominciare a progredire. Dalle macerie di un terremoto possono nascere tante cose. Anche una nazione nuova. Proviamoci.

 

 




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
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