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Il ritorno delle bande armate (...?)

Il ritorno delle bande armate (...?)
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 14/12/2010

1970: Brigate Rosse. Domani ancora?

 

 

Nel 1970, "clandestinamente", nacquero le Brigate Rosse. Il più ampio e longevo gruppo rivoluzionario che la Storia d'Italia ricordi dal dopo guerra. In questo senso, personalmente ho sempre nutrito dei dubbi sulla nascita di questa organizzazione. Personalmente. Ho sempre pensato che, nella realtà dei fatti, le BR fossero una "creatura di Stato".
 
Un inizio di procedimento istituito al fine di annullare – nel tempo – la Sinistra in Italia. Poichè è ovvio che non si poteva da un giorno all'altro smantellare una grande forza politica come la Sinistra dell'epoca, il Sistema ha creato un modo per iniziare a smantellare pian piano un concetto così radicato nel nostro territorio. Chi tesse le trame della nostra Storia sa che a volte sono necessari decenni per modificare di netto una realtà.
 
Ed il Sistema, non ha certo problemi di Tempo. Forse – non lo sapremo mai – in realtà inizialmente misero in mezzo un paio di persone convinte di fare la guerra armata in nome di una Sinistra superiore. Poi, infiltrati ad arte, i Servizi fecero il resto. Per mano di non si saprà mai bene chi. Gambizzati, uccisi, condannati da un giudizio Superiore, chiamato Brigate Rosse. Così, ecco che si poteva togliersi dalle palle quel Ministro, quel Colonnello, quel Professore... Conoscete metodo migliore?
 
E lo Stato, forte della sua condizione "Super Partes", a fare pure la figura dell'angelo con lo spadone in mano a fare piazza pulita degli insorti contro il Potere. Sono illazioni lo so. E tali rimarranno. Illazioni libere di essere, perchè in questo Paese credo si possa ancora far volare la mente, almeno.
 
Oggi, per le strade di Roma, si è visto di tutto. Mentre si compiva un voto di fiducia al Governo che a mio parere era chiaro già da mesi ed anche abbastanza chiare le motivazioni, ho rivisto – guardando i video degli scontri in strada – un pezzo di quegli "anni di piombo" che sono ancora vicini e mai dimenticati. Ho visto i lacromogeni. Le strade presidiate dalla Polizia in ogni angolo. Ho visto caricare la folla. Ho visto la rabbia non più celata. Ho visto come questa volta i Media non abbiano potuto far altro che documentare – per una volta – lo scontento che uccide il nostro Paese. Ed ho visto o intravisto, in alcune foto che girano sul Web, mani armate di pistole che non dovevano esserci, in una manifestazione di scontento popolare. Allora, mi sono detta che forse ancora una volta, i tempi sono maturi. Maturi per una nuova frontiera di scontro in grande stile.
 
Dopo anni passati nella più totale svogliatezza politica, nel nulla totale che possa richiamare un'idea di progetto comune sociale e civile, in una Terra dove non esiste più maggioranza ed opposizione, ecco che mi apsetto un'altra creazione. Un'altro gruppo. Un'altra montatura. Un nuovo modo per metter tutti a tacere. Una remise en forme di uno Stato che ormai zoppica persino aiutato dai bastoni. Mi aspetto domani di leggere che si "è scoperto" un gruppo di Anarchici insurrezionalisti che tramavano contro lo Stato. O una organizzazione extraparlamentare che aveva pronta la lista dei personaggi da gambizzare o da uccidere.
 
E' un ombra. Un dubbio. Quasi un fastidio. Ma dovevo scriverlo. Perchè lo stesso sospetto nutrito negli anni di piombo, lo risento ora e non posso tacerlo. Per una volt ancora, spero di aver torto. Mi sento un pò come Icke e la sua teoria del complotto. Che pure a mio parere non presenta nulla di folle. Perchè nulla ormai ci è stato risparmiato, in questa Società spinta al delirio. La confusione estrema, pur di non far capire più nulla di ciò che accade realmente. Temo e dubito. E Temo e dubito. E spero, profondamente spero di sbagliarmi. Perchè se fosse come temo e dubito, siamo in una situazione talmente critica da non vedere via di uscita. Ora chiuderò gli occhi e le cronache. Farò finta che questa Terra sia la Terra in cui ognuno vuole fortemente vivere e di cui è fiero d'esserne parte. Chiuderò questa pagina con un ultimo urlo di speranza: quello di avere torto. Follemente torto. Per una volta almeno.



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