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Diciamolo: si parla ovunque di crisi economica, ma nessuno che proponga metodi alternativi di sussistenza. Il Welfare inItalia ha fallito qualsiasi tipo di impegno.Il precariato fa ormai parte del nostro tessuto sociale, stracciando articoli della nostra Costituzione come fosse carta straccia.
Gli acquisti delle famiglie, continuano a scendere vorticosamente. I desideri materiali si riducono. Persino le famose passeggiate a "vedere le vetrine" sono ormai un lontano e pallido ricordo.
Vittime di crisi internazionali e nostrane, eccoci tutti a rifare i conti al centesimo anche dieci volte, per paura di sbagliare. E a depennare voci in bilanci familiari che non potranno mai avere nulla di fasullo. La realtà è davanti agli occhi di tutti, e forse tutti vorremmo che qualcuno ci spiegasse come poter tornare ad una vita meno concentrata sul pensiero del denaro che manca, degli ogetti che non si possono più comprare, di quelle cose a volte desiderate proprio perchè – per assurda contraddizione – ci hanno imposto di far parte di una società civile imperniata sul grande Mercato.
Ma a cosa possono servire negozi straripanti di articoli se a fine mese ci si arriva sempre meno?
Eppure, un metodo ci sarebbe. Anzi: c'è!
Agli albori della civiltà umana, gli scambi di mercato si effettuavano esattamente attraverso lo..Scambio. Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me. Ci si accordava per lo scambio e ci si stringeva la mano. Tutto qui.
Niente cartamoneta. Niente spiccioli. Meno che mai carte a banda magnetica. Si poteva quindi entrare in possesso del necessario, dando equamente in cambio qualcosa. E l'equità in raltà non era un valore intrinseco, ma fondamentalmnente dettato dalla necessità dell'altro ad ottenere qual particolare bene.
Nei secoli, con l'avvento del concetto di "pagamento tramite controvalore in metalli preziosi o lettere di credito" siamo piombati inesorabilmente dentro al pozzo crudele della dipendenza dal denaro, con tutto ciò che ne consegue.
Ebbene, io oggi vi consiglio di scoprire il baratto. Si: l'antico, sano, equo baratto. Diversi anni fa, viaggiando all'Estero, notai come in Nazioni come il Belgio o gli Stati Uniti, il baratto fosse una pratica normale. Negozi dedicati solo ed esclusivamente al baratto. Portavi i tuoi oggetti e ne prendevi altri in cambio. Facile come respirare. Nessun esborso di denaro.
In pratica, la reale possibilità di rimonetizzare quella imponente collezione di cose di ogni genere che tutti abbiamo in casa spesso senza mai averla utilizzata o solo un pò e poi gettatat li. In Italia la pratica del baratto è davvero recente. Ed è grazie al web che è possibile poter usufruire di un riuso equo ed anche etico.
Molti sono i portali internet che oggi offrono – gratuitamente – la possibilità di iscriversi, pubblicare le propie inserzioni ed attendere offerte o fare a nostra volta proposte di scambio. Ecco quindi che quei maglioni ancora in ottimo stato che cacciamo fuori ogni anno dagli scatoloni e poi rimessi negli stessi scatoloni a poltrire fino alla fine della stagione, tramuarsi in altri articxoli per noi ghiotti, ma che magari non abbiamo la capacità economica di acquistare.
Un sito per tutti – che è anche una Fondazione – http://www.zerorelativo.it/ Mi sono personalmente iscritta, e devo dire che in circa sei mesi di iscrizione ho effettuato oltre 70 scambi tutti particolarmente soddisfacenti. Ho ricambiato buona parte del mio guardaroba, ho acquisito articoli originali per la casa, mi diverto e conosco gente nuova. In alcuni casi, nascono persono nuove amicizie.
Le regole da rispettare, sono quelle del buonsenso. Spedisce per primo chi ha meno feedback (sistema che rende la possibilità immediata di capire se una persona è più o meno affidabile) si spiega chiaramente nell'inserzione il reale stato degli articoli messi in scambio, si cerca di utilizzare spedizioni tracciabili, in maniera da poter monitorare tutto l'iter di invio fino alla consegna, a scanso di eventuali soparizioni del pacco stesso. Tutto qui.
Ma in questo "tutto qui", c'è un mondo parallelo che ha compreso come in un sol colpo: risparmiare molto, monetizzare articoli stipati in casa che non utuilizziamo più o non abbiamo mai utilizzato, risentire il piacere di avere oggetti nuovi, proprio come andando quotidianamente a fare shopping. Ma con la testa.
Se poi vi venisse il dubbio del "ma sono cose già usate" vi do un dato: in Italia il mercato dell'usato dal 2004 al 2009 è cresciuto del 35%, con una presenza sul territorio nazionale di 3.433 esercizi commerciali. Per non parlare dei mercatini volanti sparsi per il territorio. Inoltre, la moda del "Vintage" ha ormai preso piede anche da noi, ergo...
Ecco una risposta, non solo alla crisi imperante, ma anche ad una volontà di vita dedicata tutta ad un fondamento di consapevolezza e di non dipendenza dal mercato imperante. Provateci: appassionerà anche voi.
La trasmissione del Martedi sera "Ballarò", proporrà presto una trasmissione in cui si parlerà proprio di baratto, siti dedicati e mondo del riuso. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 16:31:18 |
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