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Chiesa: denunce tardive e poche soluzioni

Chiesa: denunce tardive e poche soluzioni
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 03/08/2009

 
 
Periodo di fermenti sociali all’interno della Chiesa. Attraverso diversi comunicati pubblici dal Vaticano moniti, denunce e “consigli” all’Umanità. Dalla pillola abortiva appena legalizzata in Italia, al super enalotto fino ai social network, la Chiesa denuncia una Società “assoggettata al maligno”.

 

Scomuniche e rinunce. Atti di colpa e sottomissione alla Grande Madre Chiesa, che arriva – un po’ come sempre – in grave ritardo rispetto ai “mali” della nostra Società abbarbicati in pianta stabile nell’Umanità attuale.

 

Pillola abortiva da deprecare con la scomunica per chi la utilizzi e per i medici che la prescriveranno. Stralcio di una opinione contro qualsiasi forma di “omicidio infantile” che fa accendere gli animi di quando in quando ai quattro angoli del Pianeta.

 

Associazioni per i Diritti delle Donne, Movimenti ed Organizzazioni civili, deprecano l’attacco della Chiesa contro questa possibile via di mezzo fra l’aborto chirurgico e la ormai datata pillola del giorno dopo. Nel resto di Europa la RU486 – questo il nome del farmaco incriminato – è utilizzato normalmente da anni, motivo per cui molte donne italiane hanno scelto negli anni di recarsi nelle altre nazioni europee per poter abortire con un sistema chimico che forse si ritiene meno cruento dell’operazione chirurgica.

 

Bisognerebbe ricordare le aberrazioni perpetrate dalla Chiesa in questo campo, come ad esempio quello della bimba brasiliana ripetutamente violentata dal padre, rimasta in stato interessante e quasi scomunicata dal Vescovo José Cardoso Sobrinho, arcivescovo di Olinda e Recife, perché la madre decise di farla abortire. La piccola non fu scomunicata per limiti di età, ma la madre ed il medico che la fece abortire, si.

 

Nessuna nota da parte della Chiesa su questa storia di triste disperazione umana, almeno non così eclatante da far riflettere su un mondo – quello clericale – che fa sempre più a cazzotti con la Società civile che vive e si adegua a parametri che poi, non possono essere riconosciuti da un Mondo che vive solo trasversalmente i fatti dei cittadini laici.

 

Ma la Chiesa è posta su uno scalino da cui poter guardare il mondo dall’alto e le regole dei bravi Cristiani debbono da essa essere dettati. Così, ecco le nuove denunce che arrivano dal Vaticano e parlano di social network da chiudere o almeno limitare, in quanto la Chiesa ritiene che siano contenitori di “malefizi oscuri”, che possono addirittura spingere al suicidio persone con una personalità fragile e che se sottoposta ai criteri estremi della socializzazione virtuale, possono sfociare in atti drammatici quanto incontrollabili.

 

L'arcivescovo di Westminster - Vincent Nichols – autore della denuncia contro i social network, in realtà è assolutamente contrario a tutti i mezzi di comunicazione utilizzati attualmente. Ecco così incriminati sms, mail e chat, che a suo parere “confondono i reali rapporti relazionali giungendo a creare amicizie poco durevoli e scambi che poco si accostano ai criteri di amicizia e di affetto”.

 

Peccato però, che la stessa Chiesa non indichi strade alternative da utilizzare per sviluppare o ricreare un Mondo che non sia pregno di contraddizioni e che pur conoscendo e seguendo le evoluzioni sociali non intervenga in tempo utile per arginare le tendenze ritenute deprecabili, prima che le manifestazioni collettive giungano all’esasperazione: il classico punto di non ritorno quando nessuno Chiesa o Stato – è più in grado di rielaborare e limitare gli effetti di fenomeni peraltro creati dallo stesso Sistema.

 

Mentre il Mondo urla silenziosamente calato nella disperazione della rinuncia e della vessazione divenuta base dell’esistenza per molti, si attende che da qualche parte – qualsiasi essa sia – si pensi all’Essere Umano come oggetto di attenzioni particolari che nulla abbiano a che fare con la migliore strategia per emergere fra un potere e l’altro.

 

Solo nel preciso momento in cui si ripenserà l’Umanità come particella di unicità da prediligere ai preconcetti di ogni tipo, si potrà parlare di Società Civile. Non prima.




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