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Chi ci garantisce il Garante? Dalle case farmaceutiche al Codex Alimentarius

Chi ci garantisce il Garante? Dalle case farmaceutiche al Codex Alimentarius
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 26/06/2009

Seppur inconsapevolmente, ogni attimo della nostra vita di consumatori, è totalmente immersa in una serie infinita di dati e parametri, controllati dall'organismo di turno. Si va dalle Comunicazioni, entro il quale studiosi e garanti livellano a seconda dei casi e dei periodi storici i messaggi da far passare alla popolazione. E si passa per quei criteri che analizzano ed approvano i contenuti di migliaia e migliaia di prodotti alimentari e chimici che consumiamo quotidianamente.

 

Normalmente, il consumatore si limita alla scelta, all'acquisto ed al conseguente consumo di prodotti alimentari - siano essi freschi, precotti, cotti, conservati – e composti chimici che vanno dalle medicine agli integratori alimentari.

 

Ebbene, ogni giorno, miliardi di persone sparse per il globo, non pensano nemmeno lontanamente che, all'interno degli alimenti che consumano e dei medicamenti che assumono, c'è la mente di gruppi di scienziati e garanti che controllano, gestiscono e decidono i parametri di accettabilità e di conseguente consumo.

 

Fin qui, non sembra esserci nulla di male: anzi. Dovremmo sentirci protetti da qualsiasi cosa che possa eventualmente danneggiare l'organismo. Eppure, non è esattamente così.

 

Prendiamo ad esempio il settore farmaceutico. Per questo comparto industriale così importante e potente economicamente, sono molti i Garanti che stabiliscono con assoluta precisione, quali debbano essere i limiti di utilizzo di determinate sostanze che, se male utilizzate possono causare danni alla salute, fino ad arrivare alla morte. Ciò che quindi appare sconvolgente dover rivelare e rilevare, è che innanzitutto questi garanti delle industrie farmaceutiche non saranno mai super partes, essendo guarda caso pagati dalle stesse Lobby farmaceutiche ed inoltre, i parametri di accettabilità di sostanze eventualmente dannose, vengono stabilite non su criteri di accettabilità a garanzia di assunzione al consumatore finale, bensì in considerazione del tornaconto che ogni industria farmaceutica può ottenere, in primis per utilizzare ad esempio, sostanze di costo minore.

 

Ma c'è anche un altro punto che è controverso da parecchi anni. Le grandi industrie farmaceutiche, attraverso la vendita di medicinali di ogni sorta, potrebbero addirittura gestire e decidere malattie, pandemie e disturbi. Nel senso che, proprio attraverso l'assunzione dei prodotti medicinali, si può da una parte curare un malanno oppure un disturbo, e dall'altro creare un nuovo malanno ed un nuovo disturbo, per trovarci pronti ad acquistare altri farmaci a tamponare la nuova malattia. E così via, in un terribile girotondo senza sosta.

 

Aberrante. Eppure incredibilmente reale. Certo, considerando che all'atto pratico i migliori clienti delle case farmaceutiche sono guarda caso persone malate, il due più due è rapido e comprensibile, pur se non accettabile.

 

Altro punto: l'alimentazione. Ci stiamo abituando a mangiare frutti belli e senza sapore. Stessa sorte per le verdure. E che dire delle carni? Nella migliore delle ipotesi, quando non sono aggredite dal virus di turno, il loro contenuto in ormoni sale di anno in anno in maniera vertiginosa. Con conseguenze devastanti per l'organismo umano. Molti casi di ginecomastia (aumento del seno) negli uomini, deriva proprio da questi ormoni, che passano dalle carni del bestiame che li ha assunti al nostro organismo, scompigliandolo nel profondo.

Ma è proprio necessario l'utilizzo di ormoni nel bestiame da allevamento? Ed i pesticidi chimici nelle colture di frutta e verdura? Sia gli uni che gli altri, hanno una spiegazione che rientra nell'ambito di un "miglioramento" della resa delle carni e della perfezione di frutta e verdura. In qualche modo, il mercato nazionale ed internazionale, per funzionare, necessita di prodotti di standard elevati. In pratica: nessuno – oggi come oggi – acquisterebbe mele macchiate, pomodori "nature" e carni che non abbiano un bell'aspetto.

 

Peccato però, che nessuno considera che, questa sorta di maquillage ha solo positivi effetti sulla vista, ma malefici sulla salute. Sarebbe sicuramente auspicabile mangiare qualcosa di meno bello da vedere, ma più gustoso e sano da mangiare.

 

Ciliegina (amara) sulla torta, ecco comparire anche in questo settore, una organizzazione "garante" internazionale. Ora, per "Garante" ognuno di noi individua un organismo super partes che detti regole e normative atte alla salvaguardia della salute. Nulla di più sbagliato. Anche in questo caso, il maggior guadagno è prioritario rispetto alla salute delle popolazioni.

 

La "Commissione per il Codex Alimentarius" è una organizzazione intergovernativa fondata nel 1963 dall'OMS e dalla FAO. Questa commissione, da oltre quarant'anni, regola, gestisce e crea normative sui criteri di accettabilità della presenza di vari componenti inquinanti contenuti nei prodotti alimentari. Fin qui, nulla di male all'apparenza. Un organismo che supervisioni e controlli ciò che mangiamo, non può far altro che confermarci che c'è qualcuno che tuteli a monte la nostra salute.

 

Eppure, non è esattamente così. Nel senso che, pur esistendo l'organismo che detta regole e parametri, non è detto che le nazioni aderenti si adeguino poi, alle normative vigenti. Un esempio per tutti, che ci riguarda da vicino. In Italia, i livelli di Arsenico consentiti all'interno delle nostre acque minerali, sono di cinque volte superiori alla percentuale consentita: 50 microgrammi contro 10. L'Italia, aderisci come altre nazioni alla Commissione del Codex Alimentarius, eppure, deroga dai parametri imposti ed addirittura, esporta acqua minerale nelle nazioni aderenti alla stessa Commissione.

 

In pratica, all'origine l'organismo garante esiste, ma non è garanzia di adeguamento alle stesse normative che divulga. A questo punto, c'è da chiedersi soltanto chi sia, di volta in volta, a "chiudere un occhio". Stessa identica cosa che accade nel settore farmaceutico, ove se da un lato esiste l'OMS che dovrebbe garantire parametri attendibili ed accettabili a livello mondiale, non è poi detto che le nazioni e le proprie case farmaceutiche si adeguino alle normative vigenti.

 

Peraltro, entro il 2010 avverrà un ulteriore adeguamento internazionale dei contenuti di pesticidi nelle colture e di ormoni nel bestiame da allevamento: i livelli consentiti cresceranno, con le immaginabili conseguenza sul nostro organismo. Sembra quindi che il garante anche in questo caso, collabori più a rendere favori alle industrie dei vari comparti alimentari piuttosto che al consumatore finale.

 

Insomma: chi ci garantisce il Garante? Entità che dovrebbe essere trait d'union fra i vari settori industriali e le popolazioni ma che diviene pedina dei poteri, nel momento in cui in ogni caso, si può addirittura derogare da normative internazionali.

 

Una volta di più, trovare la giusta via di mezzo sarebbe conferma di una volontà di migliorare la condizione umana, che viene invece sempre messa in coda rispetto alla priorità di gabbare le Leggi. Anche questa volta, conoscere può aiutare non solo a comprendere ma anche un po' a far qualcosa per il benessere comune.

 




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