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Bambini abusati. Bambini dimenticati.

Bambini abusati. Bambini dimenticati.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 18/06/2009

 

Per una stramberia etimologica, il termine "pedofilia" (di origine greca) significa: παις (fanciullo) e φιλία (amicizia, affetto): un "affetto" tale nei confronti dei minori, da sfociare in un desiderio aberrante di renderli soggetto di attenzioni molto particolari.

 

In tutto il Mondo, quotidianamente sono migliaia i bambini che subiscono queste "attenzioni" ed è necessario chiarire che, per atti di pedofilia, si intendono sia gli atti materiali sessuali perpetrati ai danno dei piccini, sia comportamenti quali l'esibizionismo oppure il guardare filmati o fotografie che ritraggono i minori durante atti sessuali o in pose palesemente erotiche.

 

C'è inoltre da chiarire un altro punto. Sotto il profilo psichiatrico – così come avviene per tutte quelle condizioni della mente che rientrano a pieno titolo nella lunga lista delle patologie psichiatriche – viene considerato pedofilo non la persona che si sente attratta da minori, bensì coloro che non possono fare a meno di avere pratiche sessuali con i bambini. Questo diviene la conditio sine qua non per giungere ad uno stato di eccitazione e conseguente liberazione sessuale.

 

Un fenomeno tanto esteso eppure, tanto oscurato dai mezzi di Informazione nazionali. Dati sempre più allarmanti, che vedono tristemente protagonisti bimbi addirittura di pochi mesi oggetto di violenze delittuose pur se rientranti un una patologia che nella visione degli esseri Umani, perpetua la figura del Demone cattivo contro bambini innocenti.

 

Il fenomeno della pedofilia non è figlio dei nostri tempi. Fa parte di un processo mentale umano che in alcuni soggetti (che spesso hanno subito a loro volta violenza in età infantile) dalla personalità fragile o pressata da un contesto che non consente deroghe a determinati dettami, si esprime in modo aberrante sfociando poi in un atteggiamento contorto fino a divenire delinquenziale.

 

La cosa stupefacente però, è come questo argomento non sia preso in considerazione in tutti gli ambiti giornalistici, che sembrano aver stretto un patto di sangue con chi si macchia di queste azioni altamente delittuose. Il silenzio si sa, non giova ad altro che a far espandere certi fenomeni nell'oscurità del sottobosco. Così, si mette in un angolino buio e chiuso a chiave, una realtà che vede quotidianamente protagonisti vittime ed aguzzini.

 

In Italia, siamo ormai avvezzi agli stupri ed alle aggressioni perpetrate contro le donne. In determinati periodi, i media hanno dato ampio spazio a questa che appare una sorta di propagande propedeutica a sviluppare poi, azioni di rinforzamento della Sicurezza nel nostro Paese. E la violenza sui bambini? Chi e cosa li salverà, se lo stesso Sistema preferisce non parlarne? Danno che si aggiunge al danno di subire passivamente. Che contorce e distorce l'idea di protezione e sicurezza. Specialmente su chi non è nemmeno in grado di difendersi ne di parlare.

 

 

Chi e perché protegge – in qualche modo – questo fenomeno? Chi può essere interessato a non esternare e palesare un canale sotterraneo che si ingrossa sempre più, inglobando tante nuove vittime ogni secondo che passa?

Intanto, credo che la decisione di parlarne il minimo, possa dipendere dal fatto che se se ne parlasse tanto, bisognerebbe poi prendere in considerazione l'apertura del dibattito sulla pedofilia che tocca da vicino persino il mondo clericale. Scelta politico strategica, che servirebbe a non sollevare troppa polvere ove di contro il fenomeno è conosciuto e "tenuto sotto controllo" dalla Chiesa stessa. Una dichiarazione silenziosa che determina una conoscenza dei fatti. Aberrante nella sua trasparenza.

 

Papa Benedetto XVI, durante la Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Sidney nel 2008, si espresse con queste parole sul tema della pedofilia all'interno della Chiesa: «riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti o religiosi di questa nazione. Sono profondamente dispiaciuto per il dolore e la sofferenza che le vittime hanno sopportato e assicuro che, come i loro pastori, anche io condivido la loro sofferenza».

 

Condividere la sofferenza, è certamente fatto lodevole. Peccato che non sia confortato poi, dall'espulsione immediata e pubblica di chi si macchia di questi aberranti delitti, che garantirebbe a tutti - a livello internazionale – una palese volontà a discostarsi da tutto ciò che non rientri nella decenza umana.

 

Esiste peraltro una enciclica del 2001, intitolata "De delictis gravioribus" rivolta a tutti i vescovi del mondo, che vieta agli ecclesiastici di testimoniare in tribunali civili, pena la loro scomunica. Inoltre, nel documento si legge: «nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore» e ribadisce «le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio»

 

Riflettere su queste dichiarazioni, può aiutare alquanto alla comprensione del perché si decida di non intraprendere la strada dell'Informazione su determinati eventi.

 

Altro fattore: alzare la coltre su un mondo deviato che è attratto da qualcosa di abominevole, renderebbe un cattivo servizio all'opinione pubblica di ogni nazione. Un po' come dire: "siamo tutti rei di qualcosa, ma non di questo!". Così, ai vertici del Potere di quasi ogni nazione, si decide di non far passare le notizie ed i dati correlati agli abusi sessuali sui minori. Si chiude così ogni possibilità di voler intraprendere qualche giusta azione al fine di sgominare gli stupratori. E si da alla Massa un elemento di criticità in meno, specialmente in periodi storici di altissimo allarme socio politico ed economico. Un problema in meno da vivere e dover valutare.

 

C'è anche da prendere in seria considerazione un fatto: sono pochissime le denunce presentate per abusi sessuali sui minori. Molti genitori non si accorgono che la loro prole ha subito una violenza. Molte violenze avvengono all'interno del contesto familiare, e pur conoscendo i fatti spesso si preferisce – incredibilmente – lavare i panni in casa.

 

Inoltre, con l'avvento delle tecnologie informatiche l'evoluzione del fenomeno della pedofilia, passa oggi attraverso i canali oscuri del web ove appare spesso difficile individuare i reali colpevoli del reato ascrivibile come pedofilia.

 

Così, i bimbi silenziosi attori inconsapevoli delle aberrazioni umane di adulti mal cresciuti ed a loro volta spesso abusati, entrano nel girone delle devianze. Generando poi un giorno, una propria tendenza pedofilia: altri bambini violati da ex bimbi abusati.

 

Un esercito di abusati che per numericità, fa impallidire alcune regioni del Pianeta.

E che ha trovato un picco di demenzialità nel 2006, quando in Olanda fu accettata addirittura la costituzione di un Partito politico che, nel suo programma prevedeva anche la pratica della pedofilia e l'abbassamento a 12 anni dell'età minima per poter avere rapporti sessuali con adulti (in Italia è 14 anni).

 

Il partito in questione, ebbe molta risonanza sulle prime pagine dei quotidiani internazionali, dando loro – questa volta si – una visibilità irragionevole.

 

Il Partito non ebbe futuro per una ragione: lo stesso segretario, tale Norbert De Jonge, dichiarò all'epoca che il Partito non avrebbe raggiunto i numeri di adesione necessari a presentarsi in Politica. Ed argomentò sulla pedofilia, dicendo che se i bambini vivessero il sesso non più come un tabù, questo renderebbe migliore la Società stessa.

 

La nostra Presidenza del Consiglio, nel 2005 creò "l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e pornografia minorile " iniziando un'opera di monitoraggio su questo fenomeno che ha palesato ad oggi una forte espansione del fenomeno, pur senza poter dichiarare dati certi sugli abusi, proprio a causa del silenzio che spesso si unisce agli episodi di violenza.

 

Informare, una volta in più, non può che contribuire a sostenere qualsivoglia azione atta a debellare atti delinquenziali che risentono, più di altri, dell'infamia di vedere come protagonisti, i cittadini più fragili di ogni Paese: i cuccioli di Uomo.

 

 

 

 




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