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Fare. Per esistere. La voce muta degli Italiani.

Fare. Per esistere. La voce muta degli Italiani.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 17/06/2009

In Italia da decenni, abbiamo una situazione politica realmente bizzarra, se comparata alla maggior parte delle grandi nazioni.

 

Il mondo politico, realisticamente, non opera tanto per amministrare al meglio il Paese, bensì per sviluppare normative che poco hanno a che fare con la vita dei cittadini ed il miglioramento delle condizioni socio economiche dei privati.

 

In primis, l'annosa diatriba sulle Leggi elettorali: abbiamo uno degli ultimi esempi a portata di mano: il 21 Giugno un referendum decreterà l'ammissibilità o meno delle attuali norme elettorali.

 

In uno snello libretto scritto dall'allora Ministro Liberale Oscar Mammì dal titolo "Ripensare la Politica" veniva ben spiegato come nei primi cinquant'anni di Repubblica, si fosse operato solo ad aggiungere o modificare le normative elettorali. Il resto, lasciato un pò al caso. O meglio: ai casi.

 

Nel frattempo, la cittadinanza italiana agonizzava fino a giungere all'attualità: un punto di criticità di tale livello, non si è mai registrata dal dopo guerra.

 

Oggi la Massa, si ritrova come supino e passivo spettatore di eventi che non solo disprezzano il capitale umano inteso come forza lavoro, ma è costretto a sopportare lamentose diatribe fra poteri politici ed economici che effettivamente parlano di crisi, numeri e denaro, ma che palesemente rivolti - questi dati - al parterre di potere e non certo della quotidianità socio economica dei cittadini.

 

La cittadinanza peraltro, è poco o nulla avvezza a dialogare con le Istituzioni ed ancor meno con lo Stato.

 

Si pone come elemento su cui abbattere qualsiasi criticità della nazione. Diviene unico contenitore di tutti i recuperi in materia di denaro. Sopporta pressioni sociali ed economiche che non fanno altro che rafforzare e rendere palese, la discriminante per cui la distribuzione della ricchezza appare in tutta la sua dinamica di non equità.

 

Eppure, pochi realisticamente portano avanti azioni atte al recupero di una valenza sociale e di una proattività volta al conseguimento di benefici che cadano a raggiera su tutta la Comunità.

 

Si va avanti guardando ognuno alla propria quotidianità. Si percorrono strade sempre parallele fra un cittadino e l'altro. Si guarda con ostilità agli stessi conterranei. In un gioco aberrante che porta alla scissione totale fra i singoli: una sorta di guerra individuale fra pari.

 

Ovvio che, di fronte a tali espressioni comportamentali, nel frattempo chi risiede nei palazzi di Potere, anziché affrontare - al fine di trovare soluzioni utili - le problematiche sociali, notando che lo stesso parterre dei cittadini nazionali sono votati all'individualismo incoerente, preferiscono agire su fronti diversi, sempre più distanti dalla reale amministrazione del Paese.

 

Di fronte ad una situazione che di conseguenza non rende nulla in tema di realizzazione di strategie atte al miglioramento della qualità della vita dei singoli, dovremmo tutti arrestarci. E ripensare il modo in cui immaginiamo noi stessi non più all'interno di un micro mondo, bensì - e sopratutto - consci di esistere immersi in un macro mondo che tutti ci comprende, con le sue criticità, avversità ma anche benefici.

 

Le opposizioni politiche, più che servire alla cittadinanza, servono ad aumentare oppure abbattere l'adesione a questo o quel partito, aumentando così nettamente la sproporzione fra reale interesse ai temi socio economici e ferma volontà a rendere ancora più efficace la propria presenza politica a livello nazionale ed internazionale.

 

Il giorno in cui si comprenderà tutto questo, si potrà forse recuperare una dinamica che affermi come partecipativa la cittadinanza nei confronti dei temi che la riguardano e più attento il mondo Politico verso le necessità della popolazione.

 

Tentare, dovrebbe essere un dovere/diritto di tutti.




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Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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