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Anni fa, ebbi modo di conoscere una giovane Monaca di clausura. Mi stupì immediatamente constatare di come la sua esistenza non si consumasse in interminabili giornate di preghiera in raccoglimento entro le mura del suo convento. La mia idea di clausura, all'epoca, era confortata da immagini che mi apparvero subito obsolete: nessuna ruota di pietra ad accogliere brevi messaggi scritti dai fedeli, nessuna oscurità di celle silenziose. Alcun tipo di ritiro assoluto dal Mondo esterno, anzi. La monaca in questione, esce ogni giorno dal convento. In automobile. Porta la sua parola di pace ed amore a quanti ne abbiano necessità.Di più: segue corsi di lingua inglese presso una struttura privata situata al centro della capitale. E naviga su Internet. Questa cosa, per un bel po' di tempo, fu parte delle mie riflessioni quotidiane. Alla mia espressione evidentemente basita, la monaca mi rispose: "Ma oggi Internet per noi, è un mezzo per comunicare con i fedeli, per informarci sugli accadimenti…è normale" In quel preciso istante, fu come se qualcuno mi privasse in un attimo di convinzioni radicate e tenute con amorevole cura in un angolo della mia anima. La clausura – pensata come la immaginavo io – era ormai un tassello del passato. Della preistoria. Dovetti arrendermi all'evidenza, e rinnovare le mie convinzioni in campo monastico.
La Società certo, evolve. Continuamente. E con essa, interi canali e settori un tempo relegati ad una sorta di emarginazione condivisa ed accettabilissima. Da quel giorno i mie criteri di riflessione ebbero una rapida scossa e mi posero all'interno di altre e tante riflessioni.
La Chiesa fa parlare di se. Da sempre. Da che fu posta quella prima pietra da un Santo, Pietro appunto, che iniziò inconsapevolmente un percorso atto a rendere intoccabili ed unici gli abitanti di un Sistema che ha spesso perso i contorni della propria attività religiosa, mischiandosi fra potere, politica ed estremizzazione di se stessa.
La Grande Chiesa di Pietro, di millennio in millennio, ha conosciuto fasti ed oscurità. Ma ne è uscita sempre e forse più grande, fulgida e potente. Poco importa, se certi particolari accadimenti, certe estremizzazioni – tutte umane – palesassero spesso più una commistione di interessi che una volontà di espandere un Credo fatto di dogmi condivisibili da tutti e regimi di privazione di ogni sorta, tanto da ritornare una immagine di vite meste ed aperte all'Amore in Dio.
I fedeli crescono di migliaia di ora in ora. E questo processo non si è mai fermato fin dalle origini della Chiesa. Ecco forse perché, non si è mai pensato necessario dover rivedere certi comportamenti impropri e più vicini all'indecenza che al rispetto delle stesse regole della religione Cristiano Cattolica.
Ne è un tragico e triste esempio, la realtà della pedofilia ai danni di minori, perpetrata da tempo immemore dai Ministri del Signore in tutte le parrocchie del Mondo. Una breve analisi psico sociale, mi porta a considerare che questa tendenza deprecabile, possa trovare una sorta di spiegazione, nella tipologia stessa della figura del prelato. L'abitudine all'accettazione di regole estreme, quale la castità assoluta, porta l'Essere Umano a scendere a compromessi con la natura dell'Uomo. Immagino che, persone votate alla virtuosità assoluta, col tempo perdano il controllo della propria stessa volontà. Fino al punto da attuare ciò che di più ignobile e deprecabile l'Uomo possa commettere: lo stupro sui bambini. Pedofilia, è una parola che fa male. Persino a dirla. Le labbra si contorcono nel momento stesso in cui la si pronuncia. Una fitta di dolore e terrore percorre le vene di tutti. Non quella del mondo clericale, che pur conoscendo profondamente questo scempio interno all'organizzazione clericale, trova mezzi di repressione dell'Informazione alle Masse.
Un prete che si macchi di questa ignobile indecenza, nel peggiore dei casi, viene trasferito presso un'altra Parrocchia. Lontano dalle proprie vittime. Vicino alle prossime. Nessuno che accetti di dover intervenire in maniera massiccia. O per cambiare le regole o per far giudicare dal tribunale degli Uomini chi si macchia di colpe più umane che spirituali.
La Chiesa disapprova. A parole. Ma nei fatti, protegge ancor più i propri confratelli, quasi fossero piccole pecorelle smarrite da sostenere, piuttosto che mostri da sconfiggere.
Credo che pochi conoscano la realtà dei bambini Canadesi, costretti fin dagli anni '70 a frequentare le scuole Cristiano Cattoliche. All'interno di esse, ancora oggi, si perpetua non la condivisione della formazione e del credo religioso, bensì un vero e proprio genocidio infantile che rende queste povere anime, a loro volta persone violente: contro se stesse. Il fenomeno, chiaramente conosciuto all'interno della Chiesa e non solo, non ha mai trapassato il campo dell'Informazione. Eppure, le vittime calcolate da allora ad oggi sono una popolazione davvero molto, troppo nutrita: 90.000 bambini abusati. All'interno delle scuole. Da preti più presi dalle loro pruderie sessuali che da un'obiettiva volontà di convertire anime e nutrire la mente.
Quasi nessuno sa, che la Chiesa alcuni anni fa, concesse una sorta di "indennizzo morale" a questi ex bambini cresciuto nell'oblio dell'orrore sessuale. 79 milioni di dollari. Per curare ferite inguaribili. Il denaro come sempre, diviene l'unico mezzo di sutura nei tagli dei Sistemi di organizzazioni di Potere che assumono di volta in volta, la figura di aguzzini e salvatori di anime. Nessuna parola di scusa. Nessuna volontà di bagnarsi nelle acque della richiesta di perdono. Denaro. Stop.
Ogni giorno, anche in Italia, sono decine e decine i piccoli abusati dal Clero. Denunciarli? Impossibile o quasi. Perché la denuncia, in ogni caso, passa prima al vaglio della dirigenza clericale, e poi – semmai – alle Istituzioni, che non possono far altro che conoscere il fenomeno e rimanere inermi. Un Uomo di Dio, ha diritto di replica. In un Sistema che lo protegge ad oltranza. Persino da se stesso. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:19:45 |
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