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La crisi economica non è determinata dal Coronavirus

La crisi economica non è determinata dal Coronavirus
Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 30/05/2020

Esistono due livelli in ogni cosa, a volte anche più di due. In questa vicenda terribile che vede come protagonista un fregnetto invisibile, che ci dicono chiamarsi Covid-19 e che non si sa da dove arrivi e quali terribili conseguenze sulla vita dell’umanità avrà nel corso del tempo, in Italia sta accadendo qualcosa di molto grave, che trascende persino questa emergenza sanitaria trattata coi piedi, tra decreti varati in tempi non sospetti e misure intraprese con grande ritardo.

Ogni singolo italiano ha capito che molte cose non stanno andando per il verso giusto: troppo palesi le falle, i ritardi, le omissioni. Pazienti si, scemi no.

Ora vi farò un discorso: l’italia, è cosa nota, presentava il debito pubblico tra i più alti al mondo. nel corso degli anni nessun governo si è preoccupato, non dico di pareggiare i conti, ma di mantenersi entro le linee del rigore, quelle chieste dalla UE e costantemente attaccate da tutti.

Parliamoci chiaro, ma a casa vostra siete abituati a buttare i soldi dalla finestra per poi chiedere prestiti su prestiti e incazzarvi quando chi ve li chiede indietro vi fa notare che state continuando a sperperare?

È questa la sintesi estrema di una situazione complessa. È questa la storia dell’Italia, il cui carrozzone – si sa da anni – costa più della corona inglese, che però a differenza dei governi italiani, si preoccupa alquanto dei suoi sudditi.

L’Italia doveva andare in default da anni. solo grazie alle costanti richieste fatte alla UE, e solo grazie al terribile meccanismo del Trattato Esm siamo rimasti a galla, ma stavolta parlo dell’economia dei privati e delle piccole medie imprese. Perché esistono due livelli di Itali, una è quella di nazione, e fin qui va tutto bene. Vi siete mai chiesti come mai, mentre la classe media si impoveriva, facevamo comunque parte delle potenze mondiali? Il secondo livello è quello di nazione ma riferita al popolo. Qui le cose si mettono malissimo, altro che potenza. Diritti pari a zero, economia distrutta, fisco tra i più crudeli al mondo, burocrazia da film dell’orrore.

Questa nazione era arrivata al crollo totale, dovevano iniziare a dire che non c’erano soldi per le pensioni, che si dovevano fare grandi sacrifici. Per quale motivo? Per il livello di corruzione che nel corso degli anni ci ha posti in pianta stabile sul podio a livello mondiale.

A questo punto, ecco che arriva il Coronavirus. Che opportunità incredibile per far ritenere agli italiani che l’impoverimento, che le difficoltà, che le misure lacrime e sangue giungono non certo per la voracità bulimica di un sistema politico che da troppi anni ha dimenticato la propria missione…e chi ci ritroviamo al governo? La classe meno che intermedia. Gli appena arrivati, che ora gesticolano da grandi statisti rassicurando gli italiani “Ce la faremo”. Ce la faremo a far cosa? A chiarire a ogni singolo italiano la situazione reale? A far comprendere a tutti in che razza di sistema paese abbiamo campato tutti fino a oggi? Ce la faremo a vivere o a morire? Perché nessuno ora parla di patrimoniale? Perché invece si varano decreti allucinanti che addirittura consentono al Fisco di prorogare di due anni i controlli fiscali? perché l’Italia versa milioni ad altre nazioni per sostenerle in questo periodo terribile? 25 milioni alla Tunisia e altri 25 alla Bolivia, mentre lesina risorse alla popolazione?

 

 

Il rapporto è il seguente: a una partita Iva il governo dà 600 euro, «per un boliviano il nostro esecutivo ne spende 350mila». Incredibile se nonfosse vero, documentato e seriale. È solo un caso, questo, di un vero e proprio cortocircuito sull’emergenza Covid-19in atto nel governo italiano, e nella Farnesina nello specifico, “stanato” da Fratelli d’Italia. «Èil terzo atto di una commedia tragica»,la definisceaLiberoAndrea Delmastro, capogruppo meloniano in commissione Esteri che da giorni denuncia la vicenda dei fondi che l’Italia sta mettendo a disposizione per combattere l’emergenza coronavirus...per gli altri.

Si tratta di cifre sostanziose. La più grossa è quella destinata alla Tunisia. «Cinquanta milioni di euro - spiega il deputato - sciaguratamente versati dall’Italia, tramite Cassa depositi e prestiti, destinati alle imprese tunisine, mentre quelle italiane sono al collasso». La notizia, pubblicata sullo stesso sito dell’Ambasciataitalianain Tunisia e poi rimossa, ha suscitato ancora più indignazione: «Di Maio beccato con le mani nella marmellata ha nascosto la mano. Noi chiediamo che venga rimosso il contributo, non il post sul sito». Dalla Farnesina, poi, replicano che si tratta di prestiti agevolati. «E anche se fosse così – questa la risposta del deputato - il prestito agevolato lo dai prima alle aziende italiane...».

Solo un incidente di percorso? Tutt’altro. Passano poche ore ed emerge un secondofinanziamento-shock: anche la Bolivia riceve 21 milioni dall’Italia. Emergenza che nella nazione sudamericana coinvolge “ben” 61 persone. «Riceveranno 350mila euro per contagiato! Anche in questo caso sarà uno scherzo del destino?», sbottaDelmastro.Ma nonfinisce qui. Perchéilministero degli Esteri a quanto pare ha pensato bene anche di finanziare le onlus in Somalia. «Duecentomila euro per affrontare l’emergenza – attacca ancora l’esponente di FdI -. In Italia mancano mascherine, respiratori, ci stiamo indebitando perl’emergenzama continuiamo aerogare contributi al mondo intero». La richiesta al governo a questo punto è corroborata da ampia letteratura: «Si sospenda ogni erogazione sino a che la Patria sanguina – conclude Delmastro. Almeno difronte alla catastrofe sanitaria ed economica determinata dal coronavirus possiamo condividere il principio “prima gli italiani”?».

 

AN.RAP




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