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Ad oltre un mese dal terribile sisma in Abruzzo, dopo il calderone infernale delle informazioni, che a volte hanno sfiorato lo sciacallaggio mediatico, dopo la presenza costante della Politica sui territori del sisma, attraverso il quale molti ravvedono una mania di protagonismo tutto teso alle prossime elezioni europee, si comincia a parlare di cifre.
Numeri da capogiro, legati alla futura ricostruzione dell'Abruzzo spazzato via con violenza dalla forza, a volte negativa, della natura. Numeri sugli interventi sul posto ad opera dei personaggi politici. Numeri sulle polemiche legate a tutto ciò che ruota intorno all'evento stesso. Numeri. Che spesso non chiariscono ne garantiscono procedimenti che all'atto pratico possano confortarci di una reale volontà a procedere verso la ricostruzione. Si parla di miliardi di euro ora. Le ultime stime sulla ricostruzione parlano di otto miliardi. Una cifra che torna ogni tanto nel nostro quotidiano, pari e tonda tonda, come quegli otto miliardi di un "tesoretto" prima palesato e mai ritornato alla cittadinanza del precedente Governo. Cifre. Denaro che deve saltar fuori quasi dal cappello magico.
Il Governo che conforta la nazione su come non verranno aggiunte tasse agli Italiani per recuperare questa cifra. Strategie dedicate alla ricostruzione, come ad esempio quella riga aggiunta dal Ministro Tremonti sul versamento del cinque per mille, che ha fatto indignare le organizzazioni umanitarie italiane, proprio loro, che lavorano alacremente per macinare milioni sotto il vessillo delle azioni umanitarie. Ognuno, come sempre, tira l'acqua al proprio mulino. E poi, le cifre umane. Quei quasi sessantacinquemila sfollati, ora ricoverati fra le tendopoli e le strutture alberghiere che hanno offerto camere e pasti a chi ha perso ogni mattone della propria vita precedente al disastro.
Persone che divengono numeri. Mattoni che diventano cifre. Proposte – tante – fra il fattibile e l'assolutamente bizzarro, come coloro che propongono di versare il montepremi del Superenalotto ai terremotati o gruppi di cittadini indignati per la scarsa concretezza di aiuti economici da parte della Chiesa, che spaccia come versamenti propri, collette effettuate a tappeto fra i fedeli di ogni parrocchia italiana. Insomma: un vero e proprio bailamme. Talmente infernale, da lasciare realisticamente poco spazio alla comprensione degli accadimenti. Così, fra una proposta più o meno fattibile. Fra una battuta ed una dichiarazione a volte infelice. Fra una polemica che diviene priorità assoluta rispetto agli accadimenti, si perde il conto di quanto noi Italiani stiamo continuando a versare pro Abruzzo attraverso le cento e passa organizzazioni che si sono rese contenitore della famosa generosità italiana, che sempre ci vede protagonisti ogni qual volta c'è da supportare una buona causa. A quasi un mese dal sisma, nessun dato ci viene comunicato relativamente a quanto queste organizzazioni stiano effettivamente incassando.
Fra sms, bonifici e carte di credito, all'atto pratico nessuno ci fornisce dati utili per comprendere se tutta questa spontanea generosità stia dando frutti tali da poter confortare la realistica possibilità di ricostruzione a breve di una buona parte di una delle nostre Regioni così colpita da un evento brutale. Si continua quotidianamente a versare. Nessuno che ci faccia anche la cortesia di dichiarare l'ammontare aggiornato di questa mega colletta che ininterrottamente viene alimentata. Non ci viene riconosciuto il diritto sacrosanto a conoscere un dato che noi stessi stiamo generando. Forse per questo si preferisce tempestare di comunicazioni la Massa attraverso i Media.
Forse per questo si preferisce continuare fra polemiche e panegirici. Provate a considerare quanto in una sola giornata dedicata a Telethon si riesca a raggranellare. In quel caso, i dati vengono trasmessi, anche per invogliare tutti a partecipare. Ora no. Nessuno che indichi a che punto è giunta la generosità dei cittadini. Nessuno che riferisca se, realisticamente, stiamo contribuendo ad aiutare il parterre dei governanti a raggiungere quegli otto miliardi che vanno ora su ora giu, nelle stime di chi sta valutando le opere di ricostruzione. Credo che sia un diritto di ognuno. Una condizione assoluta. Che non deve servire certo a fermare il fiume di versamenti volontari verso chi ha subito qualcosa di terribilmente inimmaginabile. Ma che concretizzerebbe le solite tante parole tese a dare un'immagine forse un pò diversa dai messaggi che vengono comunicati. Un segno concreto di cooperazione fra cittadinanza ed Istituzioni.
Che ci auguriamo non si facciano belle col denaro versato dai contribuenti. Una volta di più. Attendo come tanti, che queste cifre vengano comunicate. Sapendo peraltro che dovrò fidarmi. Di numeri che divengono astratti, quando non ci si può appellare che alla propria volontà di credere ancora in qualcosa di reale.
Nel frattempo, come dubitavo, del terremoto in Abruzzo si parla sempre meno. Sui quotidiani, qualche articolo in quindicesima pagina.
Pochi sanno, che nelle tendopoli, la gente fa la fila per tutto: le docce, la colazione, i bagni, i pasti. I nervi saltano ogni attimo. Ma il carrozzone mediatico ora, è preso da altre cose. Come Sistema voleva confermare... |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 01:46:35 |
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