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"E' stata tua la colpa, e allora adesso che vuoi?"...così recita una canzone di di Bennato di qualche anno fa.
Colpa. Colpevoli. Capri espiatori. E' ciò che si cerca sempre, immediatamente dopo un evento drammatico, uno scandalo, una aberrazione Dietro la macchina deglia aiuti, per alcuni a rilento per altri mmediata e ben organizzata. Si cerca il colpevole di aver sfruttato a proprio vantaggio, l'immagine cercata fra le pieghe delle rovine di vite interrotte. E la si cerca persino, nella libertà alienata all'informazione, gettando il guanto della sfida a poter prendere per buone, altre vie di lettura dello stesso evento. Altre possibilità.
Che non giovano a quanto pare, a tutti coloro che vogliono fermamente credere in una idea, lasciando ben poco spazio ad altre realtà che vengono così offuscate, oscurate, nascoste.
Ora si Parla dei Santoro e dei Vespa. Ambedue artefici delle stesse riflessioni, relativamente ad una macchina dei soccorsi forse migliorabile rispetto a quanto avvenuto. Si sceglie però di mettere al rogo solo uno di essi. La ragione la trovi ognuno di voi con la propria capacità di riflessione, mentre legge queste righe. La colpa maggiore, a mio avviso, si sta palesando nel solito trito e ritrito, scarica barile. Che non giova a nessuno, concretamente. ma che genera interesse e passione, da parte di una nazione intera. La magistratura apre una inchiesta sui colpevoli di non aver badato alle vite umane, bensì ai maggiori guadagni. Edificando con poca spesa e senza tener conto di parametri a norma di Legge. I vertici della Protezione Civile, trovano colpe nei confronti di chi si è permesso di avanzare una possibilità diversa. Diversa e per alcuni, condivisibile. La cittadinanza Italiana, si divide fra colpevolisti ed innocentisti ad oltranza. Milioni di dita puntate contro persone e cose. Spesso senza una reale assunzione di informazioni utili a puntarli, quegli indici. La macchina delle colpe, è scesa in campo. Forte, brutale, immediata. Dimentica quasi, dell'evento stesso che l'ha provocata. E' il momento della rabbia. Non si può aver tempo per riflettere. Che la riflessione, porterebbe tutti a dover far passi indietro. Riconsiderare. Rivedere... Meglio lanciare sassi in faccia a questo o quello. Meglio perder tempo a diatrabare. ...nel frattempo, attoniti e dignitosi, migliaia di sfollati non sanno nemmeno a cosa pensare. Su cosa riflettere. Con chi diatrabare. Per tutti, l'importante è dire la propria. E vincere su qualcun'altro. Aberrazione umana che come sempre, non porta solidarietà.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:06:53 |
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