|
|
|
Da martedì 7 a giovedì 9 gennaio 2020 VIA GIULIA, 19, 20, 21 - ROMA DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA LA MITE Liberamente tratto da “La Mite” di Fedor Dostoevskj Adattamento di Raffaella Mattioli e Rossana Banti con Leonardo Sbragia Giorgia di Cristofalo Regia e coreografie Raffaella Mattioli
Musiche di Led Zeppelin - Maria Teresa Vera - Bach- Vivaldi- Radiohead- René Aubry - Alexandra Strelinsky Scene e costumi – Giuseppe Miraudo; luci – Chico de Maio “Una delle storie più potenti della letteratura universale”, Leonid Grossman Liberamente tratto dall’opera letteraria di Fedor Dostoevskij, debutta in prima nazionale all’OffOff Theatre, dal 7 al 9 gennaio 2020, lo spettacolo “La Mite”, testo adattato da Rossana Banti e Raffaella Mattioli, che ne cura la regia, e interpretato da Leonardo Sbragia e Giorgia Di Cristofalo. “Immaginate un uomo, accanto al quale giace, stesa su di un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra. L’uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri… Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce a se stesso” Russia 1876. Una ragazza si getta dal sesto piano del proprio palazzo tenendo tra le mani un santino della Madonna. Preso come spunto da un caso di cronaca realmente accaduto, il racconto si apre con un uomo che parla da solo davanti al cadavere della moglie appena morta, sdraiata su un tavolo. Si racconta ad alta voce: il pensiero diventa parola. E così la storia prende forma. Lui un ex ufficiale reinventatosi usuraio. Lei una ragazzina, un’adolescente totalmente in balia della vita e delle sue vicissitudini. S’incontrano. Si sposano. La differenza di età, i dettami di un tempo che non c’è più, il rigore formale che strozza le interrelazioni personali sono la base di un rapporto pieno di silenzi. Di parole “non dette”. Ora è l’uomo che sembra avere il sopravvento, a dettare le regole di una giusta e retta convivenza. Ora è la ragazza, che non parla mai, a trasmettere una resistenza passiva che si fa via via sempre più forte Entrambi sono colpevoli di non rivelare all’altro il proprio “monologo interiore”. L’inverno passa e il silenzio si rafforza sempre di più. L’incomprensione di lei, la presunzione di lui. Ed è proprio attraverso la sola ed unica voce di quest’uomo che il racconto si dipana. Prima accusa, poi si discolpa, dopo rimpiange. Non c’è logica negli eventi, logica che Dostoevskij rifiuta, esiste solo una multiformità di quest’essere umano che tenta di spiegarsi una serie di eventi finiti in tragedia. Ma non ottiene risposta. Quello che emerge è una profonda analisi dell’essere umano. Uomo e donna che sia. In maniera sublime viene narrata una storia d’amore che va oltre gli stilemi e le dietrologie della società. Una storia d’amore che racconta l’animo di un uomo “arrivato troppo tardi” a capire l’anima di una donna. OFF/OFF THEATRE Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00 Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 -
offofftheatre.biglietteria@gmail.com
SITO: http://off-offtheatre.com/ FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ IG: https://www.instagram.com/offofftheatre/?hl=it |
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:59:39 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Poco prima dell'inizio della crisi da Coronavirus, il Teatro Lo Spazio di Roma è stato affidato alla guida di Manuel Paruccini...
Nell'epoca in cui le sale teatrali sono ferme, per far fronte a quella mancanza da "sipario chiuso", è necessario reinventarsi e pensare al futuro.
Un cantastorie accompagna il pubblico in un alternarsi di narrazione e azione attraverso il complesso percorso di crescita di una fanciulla narrato nel rispetto della ricca e tradizionale simbologia delle fiabe