Non esisterebbero le condizioni giuridiche per il recesso del contratto di affitto preliminari alla vendita dell’ex Ilva, di conseguenza Arcelor Mittel deve andare avanti.  Lo scudo penale non può essere inteso come condizione che consenta di recedere dal contratto.

Sono queste le motivazioni a monte del ricorso urgente – e cautelare – che in settimana sarà presentato al Tribunale di Milano da parte dei legali dei commissari straordinari.

Nel frattempo è slittato il deposito dell’atto attraverso il quale la multinazionale indiana chiede il recesso del contratto.

I commissari hanno anche sollevato un’altra questione: quella relativa all’altoforno Afo2, che contrariamente a quanto sostenuto da Arcelor Mittal, non è affatto spento.

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha precisato: "Noi troveremmo utile che dentro a questa società ci sia anche una presenza pubblica: era una delle cose che si stava discutendo da tempo. Il governo decida con quale strumento esserci: se Cdp o un altro fondo, così come succede nel resto d'Europa e del mondo".

Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia,  sull'ipotesi di 'nazionalizzazione' dell'ex parla di una “pericolosa illusione” e ha aggiunto, partecipando all’incontro “Metamorfosi” organizzato da Huffpost: “Non va escluso dalla cassetta degli strumenti di cui disponiamo" mentre "l'idea che nelle crisi industriali c'è una soluzione magica con lo Stato che compra è una pericolosa illusione, eviterei una discussione bianco e nero”.

Il premier Conte, dalle pagine di Il fatto Quotidiano ha precisato: "Soltanto se Mittal venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto - cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell' ex Ilva nel 2021 - potremmo valutare una nuova forma di scudo". Conte nell'intervista parla di "un nuovo incontro a breve con i titolari" e annuncia una "battaglia legale.

Di Maio, Ministro degli Affari Esteri, partecipando a Uno Mattina, ha ricordato come, nonostante fosse stato proposto lo scudo, i vertici dell'azienda avevano confermato comunque i 5 mila esuberi.