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Il fondatore:“Aperti ad andare sotto 50% per aggregazioni”
La matricola Newlat Food è arrivata in Borsa (-0,17% oggi il titolo) con il suo portafoglio di marchi dell’alimentare italiano come Polenghi e Giglio ma è pronta a rinunciare al brand più noto, Buitoni, che utilizza per pasta e prodotti da forno in virtù di un accordo con Nestlé, proprietaria del marchio. Secondo quanto riportato nella documentazione per la quotazione infatti, il gruppo appena approdato allo Star non intende rinnovare il contratto con il colosso svizzero e pertanto gli accordi su Buitoni, che originano un fatturato pari a circa il 16% del totale, termineranno alla scadenza naturale fissata per il 31 dicembre 2020 con riferimento allo sfruttamento nei Paesi extra Ue e al 31 dicembre 2021 per i Paesi Ue.
«Entro due anni il marchio sparirà, ma noi riteniamo che il rischio di perdita dei volumi si azzeri – spiega a Radiocor Angelo Mastrolia, presidente esecutivo di Newlat e con la sua famiglia azionista di controllo della società - In Italia i prodotti da forno Buitoni sono principalmente le fette biscottate tonde e i crostini che ormai sono riconosciuti dai consumatori come ‘Granfetta’ e ‘Crostino’, due marchi registrati di nostra proprietà. In Germania il marchio Buitoni è legato alla pasta ma vogliamo investire in ‘Delverde’ che ha un posizionamento più alto».
La scelta di abbandonare il brand toscano è quindi motivata dalla volontà di puntare su marchi propri ma anche dall’elevato costo delle royalties versate a Nestlé e pari a circa 1,7 milioni di euro l’anno: «Dal 2008 abbiamo investito 22 milioni di euro in royalties per un marchio non nostro – prosegue Mastrolia – La fine del contratto ci consente di avere un beneficio in termini di margini operativi e di investire nel marketing sui nostri marchi: anche nello scenario peggiore, in cui perdessimo l’80% dei volumi fatti nella pasta e il 20% dei prodotti da forno, l’impatto sulla nostra redditività sarebbe neutro». Non è detto comunque che tra Newlat e Buitoni si tratti di un addio: «Qualora Nestlé decidesse di vendere il marchio, sicuramente saremo della partita visto che abbiamo acquisito nel 2008 lo stabilimento di Sansepolcro dove Buitoni è nata».
Una scommessa futura quindi che si accompagna alla strategia più generale di Newlat di diventare «una piattaforma del food italiano», come la definisce il suo fondatore: «Come famiglia siamo disponibili a scendere sotto il 50% per aggregare altre aziende dell’alimentare italiano». |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:49:11 |
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