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"I migranti che arrivano con gli sbarchi fantasma vogliono muoversi liberamente sul territorio europeo senza lasciare traccia". A dirlo è il procuratore di Agrigento, Salvatore Vella, il quale, a precisa domanda se ci possano essere terroristi fra questi migranti, ha risposto: "E' un'ipotesi, è possibile. Diciamo che se io fossi un terrorista e dovessi scegliere una strada per entrare illegalmente in territorio europeo, sceglierei questa strada". Vella ha parlato anche della presunta connivenza delle autorità libiche con i mercanti di uomini: "Dai racconti che abbiamo raccolto in questi anni, che sono migliaia, è ormai chiaro che i trafficanti di esseri umani in Libia usano la divisa militare. E' difficile riuscire a capire se si tratti di milizie, di forze regolari dell'esercito libico, della polizia libica o di uomini della guardia costiera. Quello che sembra venir fuori, studiando questo fenomeno, è che è difficile che le autorità libiche non si rendano conto di cosa avviene nel loro territori, comprese torture e uccisioni nelle caserme militari". Gli sbarchi con imbarcazioni piccole non è un fenomeno nuovo, si era già manifestato nel biennio 2016/2017. Sbarchi di imbarcazioni di ridotte dimensioni e veloci nelle coste del Sulcis e delle Provincia di Cagliari avevano registrato nell’estate 2016 l’approdo di alcune centinaia di algerini. Si tratta di un fenomeno da non sottovalutare in quanto non è un modo sostitutivo per sbarcare sulle nostre coste, ma si aggiunge a quello dei barconi. Il fenomeno denominato degli ‘”sbarchi fantasma” ha preso corpo grazie a chi è disposto a pagare di più per riuscire ad approdare in Italia e, secondo i rapporti dei servizi di intelligence, usato anche da criminali e terroristi, e come tale molto pericoloso. L’estate 2017 è stata contrassegnata, soprattutto in provincia di Agrigento, da sbarchi del genere: tutto è iniziato il 14 giugno, quando due piccole imbarcazioni arenate vengono notate sulla spiaggia di Zingarello, una delle più suggestive ma anche isolate all’interno del territorio comunale di Agrigento. Alcuni vestiti abbandonati sull’arenile, qualche oggetto personale e la sensazione che da lì almeno una cinquantina di persone durante la notte precedente si fossero frettolosamente allontanate facendo perdere ogni traccia. Sembrava all’inizio un caso isolato, poi lungo tutta l’estate gli episodi si sono ripetuti: non è passato giorno senza segnalazioni di barche arenate, di oggetti abbandonati e di segni di repentine fughe lungo l’arenile agrigentino. Dalle spiagge licatesi di Torre di Gaffe, fino all’area Drasi ed a Zingarello tra i Comuni di Agrigento e Palma di Montechiaro, proseguendo poi per le località suggestive e poco urbanizzate de Le Pergole e Torre Salsa, tra i territori di Realmonte e Siculiana; gli sbarchi fantasma non hanno risparmiato anche gli arenili di Sciacca e Menfi e per le forze dell’ordine della provincia di Agrigento quella del 2017 è stata un’estate di grande pressione. In tanti hanno iniziato ad insospettirsi circa la possibile presenza di terroristi tra i barconi degli sbarchi fantasma. Il 18 settembre 2017 è stato l'allora procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio (quello che a fine agosto 2018 aveva indagato Salvini per il caso della nave Diciotti) a “non escludere” infiltrazioni jihadiste tra i migranti sbarcati e poi spariti durante tutta l’estate in Sicilia. Tutti i viaggi della speranza che terminano quasi indisturbati nell’agrigentino, partono dalla Tunisia: da Al Huwariyah e da Biserta si paga di più perché si approda ad Agrigento e c’è possibilità di fuggire, da Sfax si paga di meno perché si arriva a Lampedusa e quasi certamente si finisce all’interno del locale Cie. Le rotte partono quindi dal paese africano che più di ogni altro ha fornito foreign fighters all’Isis.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:48:36 |
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