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Alitalia fallisce. E sembra una notizia di prima mano. Molti infatti hanno dimenticato che la crisi Alitalia è vecchia di dieci anni. Ma se ne parla devvero soltanto adesso che nessuno ne vuole sentir parlare. La soluzione del Governo è quella di dividere l'Alitalia in due. Da una parte gli oneri e dall'altra gli onori. Chiaramente gli onori andrebbero alla cordata composta da 18 intrepidi imprenditori e gli oneri allo Stato, cioè noi. Nulla di nuovo quindi, se non scoprire che i "poveri" piloti, hostess e steward, hanno campato fino ad ora con un misero stipendio di circa termila euro al mese, oltre ad agevolazioni di vario tipo.
Certo, nulla a confronto con gli stipendi milionari dei dirigenti, che fanno impallidire e morire di vergogna al solo nominarne le cifre, ma tant'è, in Italia si scopre solo ora che eravamo un Paese di ricchi borghesi che ora devono affrontare la dura realtà del livellamento sociale. C'è da dire, che non si riesce assolutamente a capire quali siano i parametri economici da prendere a modello per rendersi conto realmente di quali siano questi famosi stipendi del personale di volo Alitalia. Le comparazioni con le altre compagnie fanno dedurre che siano stipendi al di sotto della media di settore, ma appare bizzarro parlare di equiparazione di stipendi mentre la compagnia di bandiera sta scivolando nel fallimento.
Nessuno propone nuove soluzioni. Nessuno presenta progetti proponibili. La situazione stagna fra le due opzioni finora possibili. Da un lato la cordata dall'altra il fallimento. Se si arrivasse al fallimento, accadrebbe ciò che accade a qualsiasi impresa: un'altra impresa può decidere di acquisire l'azienda fallita e tutto - più o meno - tornerebbe nella norma. Ma come togliere il bel giocattolo di una compagnia di bandiera a 18 imprenditori che non vedono l'ora di aggiungere ai loro affari da Monopoli il prestigio di poter esibire un fiorellino all'occhiello dei loro fumiginosi affari internazionali? Travaglio fa le pulci ad ognuno, e scopre che tutti hanno portato denaro ed investimenti in altri lidi.
Gente abituata a giocare grosso e che adesso non vogliono rinunciare ad una nuova avventura, peraltro pagata dai contribuenti. Berlusconi ormai ha promesso a tutti la loro fetta di torta, e certamente non può ritirare la parola data. A conti fatti, sembra sia questa l'unica vera realtà della situazione Alitalia: far giocare coi nostri soldi il più alto numero di imprenditori italiani pronti a mettere le mani sull'affare più controverso della storia industriale italiana.
Ricorda molto da vicino un "gioco" di moda negli anni '80 che si chiamava proprio "L'aeroplano". Una truffa che ha fatto perdere soldi ad ignari piccoli investitori cui si era fatto credere che investendo una somma in questa sorta di catena di sant'Antonio, avrebbero visto decuplicare i propri soldi. Molti all'epoca piansero i risparmi di una vita volatilizzati da un momento all'altro. Alcuni si fregarono le mani per aver guadagnato, sempre in un batter d'occhio cifre da capogiro. Della questione Alitalia, ci saranno vittoriosi e sconfitti, come sempre accade in ogni grossa impresa economica che riguardi il nostro Paese.
Il dubbio che i vittoriosi siano ancora una volta coloro che hanno già dalla loro parte una fortuna economica, è da dare per scontato. L'Italia si troverà probabilmente con qualche migliaio di precari in più, che andranno a confermare l'unica realtà ineluttabile del nostro Paese: che la massa affondi ed il Potere rimonti. Con buonapace di chi è ancora convinto di poter manifestare il proprio sconcerto e la propria ribellione ad un Sistema che ormai, non lascia spazio alcuno al dialogo fra cittadini e Governo.
Buona riflessione a tutti |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:05:29 |
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