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Nel Paese del sole e del mare, nella Penisola baciata dalla bellezza come si suol dire nel linguaggio comune e certamente mondiale, incastonato a sua volta come gemma preziosa, c'è il Centro del Cattolicesimo: la Religione Cristiana professata dalla Chiesa cattolica apostolica romana. Il suo cuore è la Città-Stato del Vaticano, sede del Pontefice. Sono queste, più o meno, definizioni che chiunque dotato (anche) di pochi mezzi, può ritrovare in qualunque sito, naturalmente anche su quelli gestiti da internet; le cose però si complicano molto di più che leggermente quando si va' a fare verifica di concetti quali “religione”... “Cristianesimo”... “Cattolicesimo”... e via di seguito, sebbene una certa semplicità o chiamiamola via erudita poco particolare è disponibile quando nell'intercettare quanto è precisato nell'ordinamento politico dello Stato in questione leggiamo (ad esempio da Wikipedia!) che la Città del Vaticano è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello stato vige un regime di monarchia assoluta teocratica ierocratica elettiva di tipo patrimoniale, con a capo il Papa della Chiesa cattolica. Ebbene, lungi è dal sottoscritto proporre una lezione oppure fornire dati con il solo scopo di polemizzare e peggio far proseliti, nonostante spesso sono questi i luoghi (comunissimi!) che mi vengono addebitati per la sola ragione che mi vede insistere di proporre un saggio di natura islamica che osa e tenta un primo svelamento comprensivo anche di questi temi legati a filo doppio con l'impegno civile e sociale e di cui, sia ben chiaro, non esistono paternità autorevoli dove chiedere permessi speciali e men che meno reverenze da farsi per far sì di poter aprire in pacata ma ferma discussione elaborati sui generiis. (Mai per un fedele dell'Unico -stesso- Dio con buone intenzioni). Scritto questo, a scanso di equivoci, ciò che ora mi preme proporre e quasi a seguire (se non interpreto male) le recenti scritte preoccupazioni del Direttore Emilia Urso Anfuso, la quale, individua una sconnessione generalizzata tra informazione e capacità di elaborazione delle stesse da parte del cittadino diciamo... distratto, ripropongo alcuni dati presi nondimeno da fonti legate strettamente con la Chiesa Cattolica, e che dichiarano apertamente l'accompagnamento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali in spirito di collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, come ad esempio “Aleteia”. ( https://it.aleteia.org/chi-siamo/ ) Le vicissitudini dei Governi dell'Italia (storicamente accertate) e le sofferenze del corpo elettorale mai come ora (questo è il mio principio di collegamento teso al ragionamento del Direttore!) sospinto da sinistra verso destra e (poco o per nulla) viceversa, sono in contatto con un problema che sembra essersi radicato nella “la summa” delle difficoltà: il welfare state. In poche e sbrigative parole, l'incapacità organizzativa statale di gestire la quotidianità delle famiglie italiane succubi di organizzazioni malavitose, di scarsissima competenza e del dirottamento (cause ed effetti usati come titoli esemplificativi da tutti i media sebbene con angolature differenti) delle scarne (da verificarsi!) risorse in favore di persone sì disgraziate ma non comprese nella cittadinanza, sembra ultimamente abbia una responsabilità aggiunta, la quale viene identificata nelle dichiarazioni -dicasi pure l'omelia!- del Papa. Il Fedele, in somma, spronato da schietti giornalisti i quali non dobbiamo dimenticare spesso tendono e giustamente verso la vendita del loro prodotto, probabilmente professionisti noncuranti di quel tasso piuttosto basso di “capacità di discernere” legata per molti e troppi versi alla digitalizzazione, invoca -per così dire- un cambio di rotta, un avvicendamento, una riqualificazione dei termini eccetera, indicando il Papa e addirittura individuandolo, (il Vicario di Cristo in Terra!) come un responsabile. Fossero queste masse ispirate, guidate da un ideale marxista, leninista oppure chessò, da un qualche “santone oscuro”, sarebbero certamente “tesi”, “argomentazioni” degne di dibattito ma, la pressoché totalità di questi contestatori incalza e persiste a dichiararsi cattolica e credente... Fedele. Ora, concedendomi un brevissimo escursus su quanto è principio fondamentale di religione, il dogma, convinzione formulata e posta alla base della dottrina, da considerarsi e credere per vero, quindi non soggetto a discussione da chi si reputa fedele, come è possibile anche solo tentare un concilio tra queste lapidarie definizioni universalmente accettate dalla e nella storia dell'Uomo? A parte “la Riforma luterana”, a parte l'ateismo e l'agnosticismo, e a parte ancora l'ideologia comunista e socialista, l'unica e seguente abramitica Religione che non riconosce un Clero è l'Islam; esisterebbe quindi una possibilità di prendere essa non come esempio ma almeno come lettura per comprenderne il perché? Se questo fosse escluso categoricamente, Vi invito comunque a leggere (o rileggere) quanto Vi è stato dedicato, magari prima e dopo di alcuni editoriali che allargano il cosiddetto consenso, anche quello spiaggino, cari fratelli e sorelle di monoteistica Fede. Lucaa del Negro, Autore de: https://www.edizionidelfaro.it/libro/ma-sha-allah Da: https://it.aleteia.org/2015/03/13/quali-sono-i-dogmi-riconosciuti-dalla-chiesa-cattolica/ @@@ @ @@@ <<21 dogmi principali o le verità di fede di obbligata accettazione nella Chiesa sono condensati nel Credo degli Apostoli. <<La Chiesa cattolica riconosce un totale di 44 dogmi – o verità di fede –, raggruppati in otto grandi temi e che sono un'esplicitazione dei 21 dogmi del Credo: Dio, Gesù Cristo, la creazione del mondo, l'essere umano, Maria, il papa e la Chiesa, i sacramenti e le realtà escatologiche.>> |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:08:29 |
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