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Legge 180: la Grande Follia.

Legge 180: la Grande Follia.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 27/05/2008

Nel lontano 1978, la legge "riformista" sulla malattia psichiatrica, la ormai penosamente famosa Legge 180, aprì un vortice di follia, scatenando ben più seri problemi su un settore che coinvolge milioni di Italiani fra malati e familiari degli stessi.

Si fondò una nuova regola sulla - presunta - "libertà personale alla terapia", lasciando per strada (letteralmente) milioni di persone affette da disturbi anche gravissimi e cronicizzati. E famiglie terrorizzate e lasciate al loro destino da una normativa che, anzichè ristrutturare al meglio Leggi da Medioevo sull'argomento, ha creato una confusione totale su chi/come/perchè debba dare supporto a chi vive quotidianamente la tragedia del tormento psichico.
 
In effetti, la Legge 180 fondamentalmente da al malato psichiatrico la totale libertà di scegliere, ad esempio, se essere curato o meno e di conseguenza decidere se accetta e comprenda di essere malato. Ma è una contraddizione in termini, considerando che spesso, la stessa malattia psichiatrica, porta il paziente a non rendersi conto delle proprie condizioni psichiche.

Da anni, questa Legge è in attesa di revisioni, urgenti già da molti anni, ma mai prese seriamente in considerazione.

Così, si continua a patire una sofferenza decuplicata dalla totale indifferenza e mancanza di solidarietà proattiva da parte - principalmente - degli operatori socio sanitari.

A fronte di patologie psichiatriche gravi, che richiederebbero lunghi periodi di ricovero in strutture specialistiche, i cittadini ricevono brevissimi tempi di messa in ricovero (circa una settimana, 10 giorni nei casi acuti) con conseguenti dimissioni e reintroduzione in famiglie stremate ed a volte terrorizzate dai propri congiunti malati psichici. Ogni volta in pratica, si ricomincia da capo. Ma peggio...

Mancano le strutture? In realtà NO. A livello materiale, l'Italia è disseminata di centri specializzati privati ma accreditati ( non a pagamento: si utilizzano gli stanziamenti Comunali, Regionali e spesso Europei) presso Comuni, Regioni e Servizio Sanitario. All'atto pratico però, ciò che si rileva effettivamente, è una sorta di "rimpallo" dei malati degenti in queste cliniche psichiatriche, a volte da una struttura all'altra, per "assicurare" una degenza più lunga ai malati e di conseguenza una linea terapeutica organizzzata nel medio periodo. ma tutto ciò, presenta molte variabili, che incredibilmente cambiano, non solo da Regione a Regione, ma all'interno della stessa Città. Spesso poi, queste cliniche accreditate...presentano il conto da pagare, agli ignari familiari che versano somme alle amministrazioni delle sudette cliniche, che in realtà non dovrebbero versare. Il tutto alle volte, senza nemmeno l'ombra di una fattura.

Sembra in effetti, che la dinamica perversa dell'accettazione di un malato Psichiatrico nel medio lungo periodo, dipenda non tanto dal compimento di un ciclo terapeutico, quanto da una burocrazia ulteriormente resa difficoltosa da una legge - la 180 appunto - che in realtà appare proteggere più le strutture sanitarie ed i loro operatori, che gli stessi malati. Fomentando peraltro un sottobosco economico di proporzioni mostruose.
Si sfrutta come sempre la sensibilità dei familiari, che pur di ottenere un prolungamento del ricovero, sono disposti a tutto.

In questi anni comunque, si sono create diverse associazioni che tentano di colmare i vuoti generati da una Legge che sembra aver definitivamente abbandonato a se stessi malati e familiari. Associazioni che si battono per la revisione della legge, come ad esempio l'associazione "Vittime della 180" http://www.vittimedella180.org con sede a Milano, che fornisce informazioni a tutto tondo sulla normativa e suggerisce eventuali soluzioni caso per caso, o l'A.R.A.P. associazione per la riforma dell'assistenza psichiatrica, con sede a Roma www.arap.it, che organizza anche incontri a supporto dei familiari dei malati psichiatrici.

La strada è lunga ed irta ancora di molti ostacoli, ma ci auguriamo tutti, per il bene comune, che questa annosa e tragica problematica, venga messa in rilievo da chi è - o dovrebbe essere - preposto nel nostro Paese a riorganizzare una parte della nostra sbrindellata sanità.

Auguriamoci che un grido comune apra la mente e le orecchie di chi ci governa, che non si continui a vivere di piccoli e grandi tragedie quotidiane.

...perchè la sicurezza, passa nche da qui.
 
Presto su questa testata, una inchiesta approfondita sul mondo delle cliniche psichiatriche in Italia.

Se avete una storia da raccontare, che comprenda la malattia Psichiatrica e le difficoltà incontrate, potete scrivermi come sempre su: info@gliscomunicati.it

Le lettere più interessanti verranno pubblicate.

Buona riflessione a tutti




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