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La produzione mondiale di cocaina registra un nuovo e più alto livello storico con circa 2.000 tonnellate nel 2017, mentre l’oppio ha un calo inedito, fa sapere l’Ufficio delle Nazioni Unite contro droga e crimine (UNODC) nel suo rapporto pubblicato oggi 26 giugno. Con 1.976 tonnellate, la produzione di cocaina ha conosciuto un incremento del 25% rispetto al 2016, anno in cui era già aumentata di un quarto, secondo le stime di questa agenzia che ha base a Vienna. L’exploit della cocaina, che si manifesta principalmente nei mercati dell’America del Nord e d’Europa, è essenzialmente legato all’espansione delle coltivazioni e delle capacità di produzione in Colombia. In questo Paese si registra il 70% della produzione mondiale, le superficie coltivate di coca sono progredite del 17% nel 2017, conseguenza dell’accordo di pace concluso nel 2016 con le FARC, che ha paradossalmente permesso a dei gruppi criminali di prosperare sui territori in precedenza controllati da questa guerriglia. L’UNODC deplora che “una diminuzione degli sforzi per l’eradicazione abbia favorito l’idea che queste coltivazioni sono relativamente poco rischiose” in Colombia. Nello stesso tempo, i sequestri di cocaina sono aumentati a 1.275 tonnellate nel 2017, cioé una crescita del 13%, sottolinea l’agenzia, che si complimenta della migliore efficienza della cooperazione internazionale in materia. La cocaina resta tuttavia consumata da 18,1 milioni di persone nel mondo, essenzialmente Usa dove riguarda il 2,1% della popolazione adulta. Al contrario, la produzione di oppio è diminuita per la prima volta in due decenni, con un calo del 25% nel 2018, a 7.790 tonnellate, rileva l’UNODC. Questo si spiega essenzialmente grazie al calo del 17,1% delle superfici di papavero coltivate in Afghanistan, un Paese che assicura più dell’80% della produzione mondiale. Grazie alla siccità che ha colpito questo Paese, questa evoluzione ha portato anche ad un calo dei prezzi “probabilmente legato ad una sovraproduzione degli anni precedenti”, che “ha reso questa coltivazione meno lucrativa” per i contadini. Questo calo deve essere comunque relativizzato, perché arriva dopo una crescita del 65% della produzione di oppio nel 2017. A suo tempo si era raggiunto il livello più alto da quando l’UNODC fa le sue stime, all’inizio degli anni 2000. Malgrado questo calo, il consumo di oppiacei continua a progredire nel mondo in virtù dello sviluppo costante del consumo di prodotti di sintesi in America del Nord e in Africa. In Usa, il numero di morti legato al consumo di oppiacei è cresciuto del 13% - più di 47.000 nel 2017 -, un nuovo record. Questa evoluzione è essenzialmente dovuta alla popolarità del fentanyl, un oppioide sintetico 50 volte più potente dell’eroina e disponibile dietro presentazione di ricetta medica. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:46:48 |
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