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Una persona media potrebbe ingerire fino a 5 grammi di plastica ogni settimana, come il peso di una carta di credito, secondo un rapporto commissionato dal WWF all’Università di Newcastle (Australia), e pubblicato l’11 giugno scorso. Secondo questi dati, che sono l’insieme di 50 studi condotti sulla ingestione umana di plastiche, ogni essere umano ingoierebbe circa 2.000 micropezzi e particelle ogni settimana, quindi 250 grammi ogni anno. Alcuni studi hanno precedentemente mostrato che gli esseri umani ingeriscono e respirano una nube di particelle di plastica ogni anno, ma la differenza dei ricercatori australiani riguarda il valore del peso. “Nel momento in cui cresce la consapevolezza sull’esistenza di microplastiche e del loro impatto sull’ambiente, questo studio fornisce per la prima volta un calcolo preciso dei tassi di ingestione – ha spiegato Thava Palanisami, professore all’Università di Newcastle -. Fatto che contribuirà ad individuare i potenziali rischi tossicologici per gli umani”. Prima fonte di queste plastiche ingerite, l’acqua, soprattutto se è imbottigliata. Negli altri prodotti di consumo analizzati, i frutti di mare, la birra e il sale contengono i tassi maggiori. Secondo uno studio canadese dello scorso 5 giugno, basato sullo stile di vita di un americano medio, un adulto ingerisce fino a 52.000 microparticelle di plastica all’anno, alle quali se ne aggiungono 90.000 se beve solo acqua in bottiglia (e 4.000 se beve l’acqua di rubinetto). Se si prende in considerazione l’inquinamento dell’aria, e quindi l’inalazione, questa cifra passa a 121.000 – stime che variano individualmente secondo il modo e il luogo di vita, come fa notare uno studio pubblicato sulal rivista “Environmental Science and Technology". Per il WWF, “questo è un segnale di allarme per i governi: le plastiche non inquinano solo le nostre coste e gli oceani, non uccidono solo la vita marina, ma sono dentro ognuno di noi”, sottolinea Marco Lambertini, direttore generale del WWF internazionale, in un comunicato. “Nel momento in cui la ricerca studia i potenziali effetti negativi della plastica sulla salute umana, è chiaro che si tratta di un problema mondiale che potrebbe essere risolto solamente se si attacca alle radici l’inquinamento: se non vogliamo della plastica nel nostro organismo, bisogna fermare i milioni di tonnellate che continuano ad essere scaricate nella natura ogni anno”, ha aggiunto. Lambertini ha fatto appello ad agire “a livello dei governi, delle aziende, dei consumatori” e ad approvare un “trattato mondiale” contro l’inquinamento degli oceani, stabilendo degli obiettivi nazionali. Le microplastiche, che vengono da prodotti molto diversi come i vestiti sintetici, i pneumatici, le lenti a contatto… si ritrovano ormai ovunque sul Pianeta, sui ghiacciai più alti come nelle falde marine. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:45:30 |
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