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Nella bellezza spudorata della terrazza degli Aranci dell’Hotel Cavalieri di Roma si è svolta la sera del 4 giugno, in un clima estivo ma ancora quieto, un appuntamento/evento con i soci e consiglieri del Consorzio Italia del Vino, nato nel 2009, quindi creatura di appena 10 anni, capace però di fatturare oltre 1 miliardo di euro e una quota dell’export di settore pari all’8%, e di cui fanno parte 20 aziende imponenti italiane, solo per fare qualche nome Zonin, Ferrari, Duca di Salaparuta, Sartori, Banfi, e altri che proprio per l’occasione hanno dato il benvenuto alle Cantine Zaccagnini. Il Consorzio nasce per valorizzare il vino e adeguane la produzione in un’ottica di apertura verso confini internazionali, superando le barriere dei pesi doganali e, come detto quest’anno in occasione del Vinitaly, accarezzare l’idea di ingenti affari in Cina. Andrea Sartori, presidente riconfermato fino al 2020 del Consorzio, ha infatti dichiarato “altri Paesi produttori sono avvantaggiati da specifici accordi doganali, ma noi abbiamo la forza di un intero stile di vita che ci vede ammirati ed apprezzati dai partner cinesi. Va detto inoltre che la Cina, come i mercati dell’Asia, rappresenta una scelta strategica per il vino italiano, ancora troppo schiacciato sui mercati di sbocco tradizionali: Europa e Stati Uniti. Dobbiamo ampliare la nostra presenza, senza timori reverenziali, certi dell’assoluta qualità dei nostri vini e della loro competitività”. Nel corso della serata, oltre all’apertura delle bottiglie, una per ogni azienda, in un’atmosfera intima e non aperta la pubblico, si sono avvicendati a parlare, mediati da un giornalista, i rappresentati, soci e consiglieri, del Consorzio, per ribadire le finalità e la visione delle aziende, in una tendenza in crescita che non delude i mercati. Tra le presenze, Matteo Bruno Lunelli dell’azienda Ferrari F.lli Lunelli, marchio quasi inutile da presentare per la sua fama e grandezza, che ha deliziato i soci con una bottiglia di Perlè chardonnay 100%, marchio leader nella gamma delle bollicine, riconosciuto in tutto il mondo come vino d’eccellenza, proteso alla commistione di tradizione e attaccamento al territorio e alla valorizzazione inesausta dell’ars vivendi italiana, dove gusto e bellezza si sposano ineguagliabilmente, in un’ottica di salvaguardia ambientale e conservazione della terra. A servirlo Massimo Casali, sommelier della Fis, Fondazione Italiana Sommelier, sempre presente in questi eventi, che ci propone anche un ottimo Nero D’Avola, dell’azienda Gruppo Duca di Salaparuta, che riunisce tre brand storici, rappresentando la Sicilia e l’Italia nel mondo, Corvo e Duca di Salaparuta e Florio, riunite in un’unica realtà dalla famiglia Reina, che oggi opera con la priorità di brand forti, attenti al mercato e attraverso una comunicazione continua con i consumatori. Non da meno la presenza dell’azienda vinicola Zonin1821, con un’ampia gamma di vini d’eccellenza esportati in più di 100 paesi nel mondo, con una mission che aspira all’internazionalità ma anche alla preservazione dei valori di familiarità e tradizione a confermare la vocazione al rapporto tra produttività e conservazione del territorio. Quindi varie ma in fondo unite nella stessa visione del mondo del vino, le aziende del Consorzio ad operare con soluzioni vincenti, per promuovere il vino come prodotto esemplare dell’eccellenza italiana, raccontando le bottiglie attraverso degustazioni, fiere, eventi e attività organizzate con le principali istituzioni nazionali. Per non smentire la raffinatezza del gruppo anche un logo stilizzato, minimalista, quasi futurista, disegnato da Gavino Sanna, una delle menti più brillanti tra i pubblicitari italiani. L’evento si chiude con un sentore di profumi appena accennati tra appetizers e piccole ciotole con pasta fredda e altri stuzzichini per accompagnare con garbo il consolidamento di una realtà forte e vincente, simbolo di un’Italia in grande forma.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 19:35:34 |
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