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Ci siamo: i cittadini che hanno chiesto di aderire al reddito di cittadinanza, la cui domanda è stata accolta, ora sanno di cosa si tratti realmente. La maggior parte di essi è rimasto mezzo tramortito quando ha letto la cifra che riceverà per “cancellare lo stato di povertà”: non saranno 780 euro, nella maggior parte dei casi. In alcuni, addirittura, il ricco importo che sarà caricato sulla card elettronica sarà di ben 40 euro. Avete letto benissimo. Ecco uno screenshot di alcuni commenti sulla pagina ufficiale, su Facebook, di Inps per la Famiglia: Non basta: se entrate nel suddetto profilo, noterete il piglio tenuto da chi gestisce la pagina. La risposta, ai tanti utenti basiti, imbufaliti, intristiti dall’amara scoperta è: “I commenti di altri utenti NON devono essere commentati e NON dovete rispondere al posto nostro. I commenti che hanno più di due risposte da parte di altri utenti, poiché ingestibili da parte nostra, verranno cancellati in applicazione della nostra netiquette. Questa è una PAGINA ISTITUZIONALE non un forum ed ha delle regole che voi accettate scrivendo qui”. Mancano le purghe e siamo a posto. E' pur vero che l'INPS non fa che eseguire ciò che è contenuto nel decreto legge grillino, ma i toni utilizzati da chi gestisce la pagina sono, quantomeno, esageratamente forti. D’altronde, i cittadini che hanno fatto l’amara scoperta, corrono a frotte a chiedere lumi. Molti di essi non stanno più capendo un tubo, anche perché si sono fatti affascinare solo dalle parole, senza soffermarsi ai contenuti. Comprendo che certe tematiche, capire il contenuto di un decreto legge, non sia cosa per tutti, ma almeno leggere gli articoli che una parte di noi giornalisti ci siamo accalorati a scrivere e pubblicare... Niente. Incantati dalle promesse, dalle parole, dalla propaganda politica grillina. Ovviamente non è tutto. Siamo solo all’inizio di una vera tragedia sociale. Ma andiamo avanti. A detta di diversi cittadini tra coloro che non hanno fatto domanda per il reddito di cittadinanza, sta capitando una cosa particolare: se si presentano a un colloquio di selezione, con la speranza di ottenere un posto di lavoro, non è infrequente che la risposta sia “Ci dispiace, prendiamo in considerazione solo chi ha ottenuto il reddito di cittadinanza”. Perché? Semplice: gli sgravi contributivi previsti per le aziende che assumeranno i destinatari del sussidio a 5S. Questo, però, creerà un paradosso. Da un lato il decreto chiarisce come, i beneficiari del sussidio, possano rifiutare un posto di lavoro il cui stipendio mensile fosse minore di 860 euro, ma solo per chi avesse la fortuna di ottenere la cifra piena, i famosi tanto sbandierati e promessi 780 euro. Dall’altro lato, chi non si è sognato di rientrare nella platea dei destinatari di questo sussidio, si vede negare un’opportunità di lavoro, perché poco conveniente, fiscalmente parlando, al datore di lavoro. Ma non è ancora tutto: c’è un altro aspetto, gravissimo, che si abbatte su una misura che ha fatto acqua da ogni parte fin dal primo momento, e che vede protagonista la fascia più debole della società in cui viviamo: i disabili in stato di indigenza. Per una serie di incredibili riconsiderazioni in corso d’opera, persino le famiglie al cui interno è presente almeno un disabile, e con un Isee basso, per il solo fatto di percepire magari la pensione di invalidità del congiunto, e in alcuni casi anche il bonus caregiver, una somma di 1900 euro riconosciuta al familiare che si prende cura del familiare in stato di disabilità e che si ritrovi in stato di indigenza, può vedersi rifiutare l’accesso al reddito di cittadinanza, perché la pensione di invalidità, addizionata al bonus caregiver, sono considerati redditi da computare come entrate, come ricchezza insomma. Nel numero di Libero in edicola oggi, è stato pubblicato il mio nuovo articolo, proprio su questa tematica, dal titolo: Sara Bonanno, mamma di un giovane disabile, il cui ISEE è quasi pari a zero, e che - a causa delle condizioni economiche di indigenza - percepisce il bonus caregiver, ha scoperto che la sua domanda di accesso al reddito di cittadinanza, pur essendo stata accolta, le farà percepire, semmai, un importo notevolmente inferiore rispetto ai propagandati 780 euro mensili. La donna ha avviato una causa collettiva. Non è il solo elemento in sfavore dei disabili: parlano di pensione di cittadinanza anche per gli invalidi, ma non chiariscono cosa sia. Ci ho pensato io in questo recente articolo. Volendo, ci sarebbe ancora altro da dire, come la burla dei famosi Navigator, di cui ho ampiamente parlato nel corso del tempo. O come il fatto che, non avendo l'INPS gli strumenti atti a verificare la situazione patrimoniale di ogni singolo richiedente il sussidio di cittadinanza, si potranno creare molte richieste di restituzione di quanto versato ai cittadini. Di Maio, peraltro, ha recentemente dichiarato che resteranno soldi perché non tutta la platea che era stata presa in considerazione per il reddito di cittadinanza ha aderito, e quindi pensa di utilizzare le somme residue per sostenere le famiglie cha fanno figli. Non i disabili. Ci mancherebbe. Ma non voglio dilungarmi oltre. Questo caos di cittadinanza distruggerà se stesso, chi lo ha voluto a ogni costo, ma – prioritariamente – chi ci ha creduto: i cittadini italiani. Non posso prevedere, oggi, cosa accadrà ai politici che hanno così palesemente turlupinato milioni di persone. Posso solo sperare che la gente apra gli occhi e comprenda. Comprenda ciò che è chiaro anche a un bambino: non si deve credere alle promesse, a chi ti dice con tracotanza che farà per te qualcosa di incredibile, come “Cancellare la povertà”. Ci dicono che non esista Babbo Natale. Ma a quanto pare, troppi adulti ancora ci credono… ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:48:12 |
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