|
|
|
Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali
|
L’Italia è la seconda nazione, a livello mondiale, col più alto numero di anziani. Dal rapporto demografico ISTAT pubblicato nel 2018, si apprende che il rapporto tra over 65 e minori di 18 anni è di 168,7 ogni 100. Significa che chi ha superato i 65 anni è in esubero di 70 persone ogni 100 giovani. Il numero di bambini e adolescenti nel nostro paese è un po’ meno di 10 milioni, una cifra che rappresenta il 16,2% della popolazione. Per mitigare questa situazione, che ha forti ripercussioni anche per ciò che riguarda le pensioni e più in generale l’assistenza a chi ha raggiunto la soglia della terza età, lo scorso anno si è iniziato a parlare di un tema un po’ particolare: oggi si è considerati “anziani” dopo i 75 anni. Questo criterio nascerebbe dal fatto che gli esseri umani del terzo millennio invecchiano più lentamente rispetto a un tempo. Un cinquantenne degli anni ’40 era già considerato Matusalemme, mentre i 50enni di oggi sono, a tutti gli effetti, dei giovincelli, grazie anche alla cura che si ha del proprio aspetto fisico e al terrore di invecchiare, uno dei mali del nostro tempo. Questa situazione demografica è dovuta a due fattori: il primo è relativo al prolungamento dell’aspettativa di vita, ed è una buona notizia, il secondo al calo delle natalità, e in questo secondo criterio c’è lo zampino della crisi economica piuttosto che una minor volontà degli italiani a procreare a causa dell’incertezza economica in primis. Fa riflettere un altro dato: negli ultimi 10 anni il numeri degli adolescenti italiani è rimasto praticamente invariato. Non si pensi, però, che la situazione nel resto d’Europa sia migliore. Tra il 2010 e il 2018 in tutta Europa si è osservato un calo del numero degli adolescenti pari al 40%. La nazione più prolifica e con il numero maggiore di adolescenti? La cattolica Irlanda. La Bulgaria, invece, quella col minor tasso di popolazione adolescente. Tornando all’Italia, è particolare osservare come regioni del Sud - come la Sicilia e la Campania - stiano modificando la tradizionale tendenza a procreare un maggior numero di figli, mentre regioni come la Lombardia e il Trentino presentino un incremento del numero medio di prole. Questa situazione è legata ad aspetti non secondari: come già riportato, molto dipende dal perdurare della crisi economica, dalla percentuale del numero dei disoccupati – che al Sud è sempre maggiore rispetto alle regioni del Nord – all’incertezza sul futuro. Perché è importante riflettere su questa situazione? Perché una nazione con pochi giovani – molti dei quali peraltro è costretta a emigrare per trovare un lavoro - è una nazione con un futuro incerto, con poche prospettive, con poche possibilità di crescita. Non basta: una popolazione sostanzialmente composta da individui che hanno superato una certa età, ha necessità di sostegni - economici e sanitari – e non prevede il giusto ricambio generazionale anche in ambito lavorativo. L’Italia è una nazione sostanzialmente ferma, stagnante, bloccata in una situazione che appare senza soluzioni, perché non si sa come ribaltare l’andamento demografico. Forse dovremmo prendere spunto dai paesi orientali, che contrariamente al nostro modo di veder le cose non mettono all’angolo le persone per il solo fatto di non esser più considerate giovani ma, anzi, vengono rivalutate, creando molti metodi di reinserimento in società e anche nel mercato del lavoro. Resta però il problema dello scarso numero di giovani italiani necessari a creare il futuro del nostro paese. Perché il futuro è composto anche da un ricambio generazionale, e il trend, evidentemente, è negativo. Non è una bella prospettiva. ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 17:29:04 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.