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Il bilancio delle catastrofi naturali, tutt’altro che dall’essere in calo, rimane pesante. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi delle catastrofi (UNISDR) e il Centro di ricerca sull’epidemiologia delle catastrofi (CREC) dell’Università di Louvain (Belgio), 61,7 milioni di persone sono state coinvolte in 289 catastrofi naturali nel 2018, 10.733 delle quali sono morte. Questo dato è in linea con la media annuale registrata tra il 2000 e il 2027, con 77.144 decessi, dice il comunicato del 24 gennaio. Diverse maggiori catastrofi hanno regolarmente appesantito questo bilancio umano durante gli ultimi due decenni, come lo tsunami nell’oceano indiano del 2004, il ciclone Nargis nel 2008 in Birmania o il sisma ad Haiti nel 2010 – 297.140 persone sono state uccise in quegli anni, un record dal 2000. Le conseguenze del cambiamento climatico Comunque, tutte le regioni del mondo sono state colpite da eventi meteorologici estremi. Tra i Paesi più toccati figurano l’India, con 24 milioni di persone coinvolte, poi le Filippine e la Cina (più di 6 milioni a testa). L’Indonesia è il Paese che ha subito il più grande numero di perdite di vite umane, con 4,535 decessi, seguita dall’India (1.388), Guatemala (427) e Giappone (419). Il legame col cambiamento climatico è evidente. “Il tempo preme perché si limiti il riscaldamento climatico a 1,5 o 2 gradi. Dobbiamo comunque essere molto presenti per adattarci al cambiamento climatico”, dice Mami Mizutori, rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU per le riduzioni delle catastrofi. In totale, 57,3 milioni di persone sono state direttamente coinvolte in inondazioni, siccità, tempeste e incendi di foreste. L’impatto del riscaldamento è particolarmente sensibile per quanto riguarda la siccità che ha toccato 9,3 milioni di persone, tra cui il Kenya (3 milioni), l’Afghanistan (2,2 milioni) o l’America centrale (2,5 milioni), in modo particolare, precisa il rapporto “nei luoghi di migrazioni come Guatemala, Honduras, Salvador e Nicaragua”. “La povertà deve essere combattuta” Questo piano indicava la necessità “urgente di previsione, pianificazione e riduzione dei rischi da catastrofe per meglio proteggere gli esseri umani, le collettività e i Paesi, i loro mezzi di sussistenza, la loro sanità, il loro patrimonio culturale, i loro beni socio-economici e i loro ecosistemi, e migliora anche la loro resilienza”. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:38:36 |
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