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E' tempo di rivolta contro l'emergenza rifiuti in Campania

E' tempo di rivolta contro l'emergenza rifiuti in Campania
Autore: Raffaele Bruno
Data: 05/01/2008

Al punto in cui siamo arrivati in Campania, con la storia infinita dell'emergenza dei rifiuti, credo che sia giunto il momento che i cittadini passino alle vie di fatto non pagando la tassa sui rifiuti, portando i sacchetti di immondizia accumulati per le strade sotto la Prefettura (che è il Palazzo del Governo), il Comune, la Regione e la Provincia. Dopo la nuova proroga del  commissariamento sull'emergenza rifiuti in Campania, questa volta sdoppiato e con una pletora di subcommissari nominati con metodi clientelari attraverso l'applicazione del manovale Cancelli tra i partiti della  sinistra che governano Napoli e la Campania, possiamo ben dire che la più grande catastrofe della storia repubblicana è oramai conclamata. A dirlo sono anche le strutture periferiche del servizio sanitario nazionale e i massimi rappresentanti del consiglio dell'ordine dei medici che da mesi lanciano allarmi. 

   Siamo in una situazione di disastro totale, con le neoplasie, patologie respiratorie e deformazioni neonatali che, sulla dorsale Napoli – Caserta hanno eguagliato i drammatici livelli raggiunti in Vietnam. In compenso la tassa sui rifiuti in Campania è la più alta d'Italia.  

   Quella che una volta era denominata l "Campania Felix", il Giardino d'Europa è stato trasformato nel più grande immondezzaio del mondo,con migliaia di discariche tossiche e nocive (legali e illegali)  disseminate su tutto il territorio, anche in zone agricole e coltivate. 

   I fondi stanziati, ed andati letteralmente in fumo, dal 1994 ad oggi ammontano a oltre due miliardi di euro e attualmente sono disseminate cinque milioni di ecoballe di spazzatura che, è stato calcolato, un inceneritore impiegherebbe all'incirca quarantacinque anni per smaltire. 

   Il Governo Prodi continua a mantenere  in vita una struttura commissariale sull'emergenza rifiuti che da 14 anni si è dimostrata incapace di affrontare il problema e nomina una nuova pletora di subcommissari, con una smaccata impronta spartitoria e clientelare. 

   E' davvero paradossale il fatto che a Roma non si rendano conto che si sta giocando con il fuoco e che la realtà campana è ormai insostenibile non solo sotto il profilo ambientale ed igienico – sanitario, ma soprattutto sotto quello dell'ordine pubblico. La proroga del commissariamento rappresenta un ulteriore rinvio al superamento della crisi. Si tratta dell'ennesima sconfitta.  

                                                                              Raffaele Bruno




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