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Nel 2015, i governi mondiali hanno preso un impegno: quello di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi, ma - proprio nel periodo in cui sta per arrivare la conferenza internazionale che si terrà in Polonia a Dicembre - in cui si parlerà delle strategie per far si che l'accordo di Parigi possa essere avviato concretamente, arriva l'allarme dalle Nazioni Unite: a quanto pare, infatti, il poco che si è fatto per contenere i danni climatici, non basta. Non si sta riuscendo a contenere le emissioni che, anzim hanno ripreso ad aumentare parallelamente alla crescita industriale mondiale. Manca una forte leadership, e mancano azioni significative che possano davvero limitare il surriscaldamento in atto. La situazione è critica e non si può più dubitarne, le nazioni aumentano le emissioni di CO2, non si fa quasi nulla per diminuire questo processo, che se da un lato parla di maggiore ricchezza, dall'altro sta distruggendo la situazione climatica. Lo scorso Giugno, è stato pubblicato un rapporto dalla Ong Climate Action Network, da cui emergono dati allarmanti: tutti gli stati europei non sono allineati con gli standard previsti dall'accordo di Parigi. “Nessun Paese europeo fa abbastanza sul fronte sia delle ambizioni che dei progressi per ridurre le emissioni di carbonio”. Recentemente la UE ha approvato un pacchetto di misure, il cui obiettivo è quello di ottenere il 32% di energia esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2030 ma, secondo Greenpeace “è troppo basso e permette alle grandi compagnie energetiche di restare ancorate ai combustibili fossili o a tecnologie rivelatesi false soluzioni rispetto al cambiamento climatico”. Se poi parliamo degtli Stati Uniti, con Trump che sta cercando di smantellare le politiche messe in campo dal suo predecessore Barack Obama, la situazione è ancora peggiore: Washington è uscita dall’accordo di Parigi e per paradossale che possa sembrare, nelle condizioni in cui ci troviamo tutti, continuerà sulla strada delle energie fossili: “La guerra al carbone è finita” aveva dichiarato Scott Pruitt nel 2017 che lo scorso anno ricopriva il ruolo di amministratore dell’Epa, agenzia USA per l’ambiente. La Cina, nel frattempo, sta cercando salire sul podio del vincitore, come campione delle strategie a cautela della situazuine climatica: ben 360 miliardi di dollari saranno infatti investiti dal governo entro il 2020, e se si pensa che il Giappone è la nazione leader nella produzione di veicoli elettrici, si può già immaginare che le strategie che saranno messe in atto daranno ottimi risultati. Per ciò che riguarda invece l'Italia, nel Novembre 2017 il governo presieduto da Gentiloni ha approvato la Startegia Energetica Nazionale, attraverso la quale il carbone sarà messo al bando entro il 2025. Staremo a vedere, perché fino a oggi, pur avendo le nazioni ratificato trattati internazionali o varato misure interne per migliorare la situazione relativa alle emissioni di CO2, all'atto pratico si è fatto poco e nulla, e la situazione sta davvero precipitando. Tsuami, piogge torrenziali in periodi dell'anno in cui non sono previste, caldo tropicale anche fuori stagione...Tutto questo, ci dice che siamo già andati oltre. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/12/2024 09:26:33 |
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