Tripoli è in stato di emergenza. La capitale è sotto scacco dopo una settimana di violenti combattimenti e dopo l'avanzata - terribile - di una milizia ribelle che non sembra avere alcuna intenzione di bloccarsi.

Fayez al Sarraj, a capo del consiglio presidenziale, è stato costretto alle misure di emergenza dopo che più volte sono state infrante le fragili tregue che erano state proclamate nei giorni scorsi.

Il governo di unità bolla i combattimenti come un "attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti, davanti ai quali non si può restare in silenzio".

Secondo il consiglio presidenziale, l'obiettivo dei miliziani "è quello di interrompere il processo pacifico di transizione politica" cancellando "gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese".

Sarraj ha incontrato ieri responsabili militari e ministri, ed ha passato la domenica protetto nel suo quartier generale in una base navale.

I consigli municipali degli anziani, in un disperato tentativo di mediare tra le parti, hanno lanciato un appello a fermare gli scontri. Appello che sembra destinato comunque a rimanere inascoltato.