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GRANDE ORIENTE D’ ITALIA HA RICORDATO IL TRECENTESIMO ANNIVERSARIO DI GOLDONI, IL “MOLIERE ITALIANO” “ Sin da ragazzo, dopo aver letto “La Mandragola” di Machiavelli, uno dei primi a porsi concretamente il problema d’una nazione italiana, Carlo Goldoni – che nelle sue Memorie ricorda il dispiacere provato nel non trovar quasi mai, nelle biblioteche, libri di teatro nella nostra lingua - aveva iniziato a pensare a un vero teatro nazionale italiano, non più su base prettamente regionale e in dialetto, ma inteso come strumento di riscatto culturale e civile. A quest’obbiettivo, il massone Goldoni si dedicò veramente tutta la vita; e soprattutto per questo è giusto ricordarlo oggi”. Così Lucio Villari, docente di Storia contemporanea all’ Università Roma 3, ha aperto ultimamente, al Teatro romano “Il Vascello” nel quartiere Gianicolense, a poche centinaia di metri da quella Villa del Vascello teatro ( potenza dei “giochi” di parole!), nel 1849, degli aspri combattimenti in difesa della Repubblica Romana, la serata organizzata dal Grande Oriente d’Italia per celebrare il terzo anniversario della nascita di Goldoni (1707). Serata in cui è stato presentata una sintesi di “Mémoires”, il film ( prodotto dall’ Istituto Luce, con un grande Mario Scaccia nel ruolo del “Venessiàn” da vecchio ) ispirato appunto alla celebre autobiografia goldoniana in francese, realizzato da Maurizio Scaparro, già direttore artistico del Teatro di Roma e Direttore del settore Teatro della Biennale, insieme a Tullio Kezich e Alessandra Levantesi. Il Moliére italiano: questo, in sintesi, il ruolo storico del commediografo veneziano. Che però, diversamente dal collega francese ( il quale aveva agito in un contesto di ben più avanzata unità politica e culturale), scriveva nell ‘Italia dei Granducati, in un Paese dove le prime istanze di libertà e laicità stavano appena venendo alla luce. Non a caso, allora ( come, in seguito, Cattaneo e Prezzolini), nel 1762 Goldoni lascia l’Italia, disgustato dall’eterna mediocrità nazionale: per stabilirsi a Parigi ( dove morirà nel ’93, in piena Rivoluzione). “Dopo aver scritto, tra l’altro, “Le donne curiose ovvero i franchi muratori”: commedia che – ha ricordato Dino Fioravanti, responsabile del servizio Biblioteca del GOI – a metà del Settecento cerca coraggiosamente di diradare i tanti pregiudizi ingiusti diffusi nei confronti della Massoneria, e viene rappresentata con successo a Livorno, città da sempre crocevia d’ intensi scambi economici, culturali e religiosi”. “ A trecento anni dalla nascita – ha sottolineato in chiusura l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del GOI - Goldoni, con quest’opera ( di cui è stata ripresentata l’edizione critica, curata da Alessandra Di Ricco per la Marsilio, N.d.R.), ha dimostrato che le congreghe e la segretezza non servono a nessuno. Se nel ‘700 lui trovava il coraggio di diffondere – con garbo ma con fermezza – i valori della Massoneria, utilizzando un fondamentale strumento di comunicazione come il teatro, a maggior ragione si deve farlo oggi. E’ per questo che il GOI, tra l’altro, da tempo sta ripresentando al pubblico ( come nella recente serata a Villa Medici per il bicentenario di Garibaldi, N.d.R.) capolavori del cinema italiano oggi quasi dimenticati, ma ispirati proprio a quegli stessi valori di laicità, libertà, tolleranza nel senso migliore del termine, e illuministica civiltà del dubbio, che da sempre sono alla base della Massoneria”.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 06/01/2025 17:43:10 |
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