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Sulla vicenda dei criteri di attribuzione dei buoni pasto a beneficio del personale della Polizia Penitenzaria si registra l’intervento di Armando Algozzino, segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Penitenziari con delega al D.G.M.C., il Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità. In una lettera trasmessa a Vincenzo Starita, direttore generale del Personale e delle Risorse del D.G.M.C., il segretario chiede di fare luce sulle effettive condizioni che danno diritto al buono pasto, a seguito della diffusione di una nota del 6 giugno scorso a cura della Sezione Affari Generali del Dipartimento. “Al di là dei contenuti – sottolinea Algozzino – la nota avrebbe dovuto essere trasmessa anche alle organizzazioni sindacali, poiché riguarda una materia che attiene all’interesse del personale”. “Si tratta – chiarisce l’esponente sindacale – di disposizioni che possono creare difficoltà interpretative, penalizzando il personale della Polizia Penitenziaria : se da un lato, infatti, il regolamento citato può essere accomunato a quest’ultima, dall’altro occorre sottolineare che il diritto alla mensa obbligatoria di servizio è disciplinato, per la Polizia Penitenziaria stessa, dalla legge 203/89”. “Si rischia – spiega ancora – di generare confusione nell’attribuzione del benefit, soprattutto nel caso in cui il buono pasto debba essere riconosciuto in alternativa alla mensa o in Istituti e servizi presso i quali essa non è disponibile: per tali ragioni, le indicazioni contenute nella nota sembrano differire rispetto a quelle in vigore”. Il segretario Algozzino chiede pertanto di rivalutare le disposizioni impartite e fare chiarezza sulle condizioni effettive che danno diritto al buono pasto per i poliziotti penitenziari. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:47:08 |
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