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La messa a punto della "Mission interministérielle de lutte contre les drogues et les conduites addictives (Midelca)", della scorsa settimana, avrebbe dovuto far fischiare le orecchie, nel nome del diritto, alla fine della ricreazione in materia di cannabis ultra-light alla CBD. Vietando essenzialmente la vendita dei fiori di cannabis anche se non contengono più dello 0,2% di THC, che è stato il motivo del boom in crescita della cannabis ultra-light con l’apertura di molti negozi in queste ultime settimane un po’ dovunque in Francia. Un conto al contrario degli altri Paesi E la ministra aggiunge: “Va da sé che occorre rivedere la legislazione e rivedere come rimettere ordine in tutto questo”, ha detto evocando un lavoro congiunto con la repressione delle frodi. “Oggi, tutte le vendite di cannabis per uso ricreativo, quando contengono del THC, qualunque sia la percentuale, è normalmente perseguibile. Ma è vero che la legislazione sullo 0,2% può essere un po’ sfocata”. Si comprende male l’urgenza che c’era di levare questa mancanza di chiarezza nei Paesi europei dove si consuma la maggior parte di cannabis ricreativa, fortemente piena di THC e venduta al mercato nero. In materia di salute pubblica, di sicurezza ed anche di pragmatismo fiscale, il conservatorismo del governo è a modello di quel che accade nella maggior parte dei Paesi. Mentre in Canada, la legalizzazione a livello federale della cannabis ricreativa è imminente. In Francia la ministra deve essere soddisfatta che i negozi vendono della cannabis ultra-light alla CBD, dovranno chiudere da qui a qualche mese. Ma lei, in quanto medico, al contrario si è mostrata favorevole sull’uso della cannabis a fini terapeutici, dicendo “mai ostile a ciò che può aiutare a lenire i dolori”: “Si possono estrarre le molecole antidolorifiche dalla cannabis per fare dei farmaci […], abbiamo già la struttura terapeutica”, ha sottolineato. Ma ha ribadito la sua opposizione ad ogni legalizzazione della cannabis ricreativa. “perché credo che sia un prodotto tossico e pericoloso, che stimola delle turbe cognitive soprattutto nei giovani, un gran numero di incidenti automobilistici… E stiamo lottando come dei matti per far sì che i francesi smettano di fumare perché si mettano a fumare della cannabis!” Inchiesta preliminare Quest’ultima, sui modi d’uso, acquisizione, trasporto, detenzione, offerta e cessione di stupefacenti, è stata affidata alla Brigade des stupéfiants et du proxénétisme (BSP), e deve permettere di verificare se il coffee shop di rue Amelot, rispetti la suddetta legislazione. Nel frattempo, in un sondaggio commissionato da Terra Nova e pubblicato l’11 giugno scorso, il 51% dei francesi si è detto favorevole ad “una regolamentazione della cannabis”, a condizione che la stessa resti vietata per i minori e per chi guida un mezzo di trasporto. Da parte governativa, in materia di politica pubblica sulle droghe, ci si orienta soprattutto verso l’approvazione, per un maggiorene che fa uso di stupefacente (non solo la cannabis), di una “multa forfettaria penale” di 300 euro, ha detto il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet ad aprile scorso. Questa multa, che “sarà possibile anche in caso di recidiva”, sarà a priori maggiore dei 150/200 euro previsti da un recente rapporto parlamentare. La piccola estremità del cannocchiale. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:42:48 |
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