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Lettere al Direttore -. Dal mondo dei farmaci perduti: la Cannabis - con VIDEO

Lettere al Direttore -. Dal mondo dei farmaci perduti: la Cannabis - con VIDEO
Autore: Un lettore di nome Stefano
Data: 19/02/2014

 


Gentile Sign.ra Urso Anfuso

Mi chiamo Stefano ho trent’anni e fino a pochi anni fa non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambaire radicalmetne, non pensavo al dolore e cosa vuol dire essere malato.

Poi un giorno sono entrato in ospedale su una sedia a rotelle, non potevo muovermi.

Nei primi giorni di ospedale mi sottoposero a vari esami e controlli medici, fecero varie ipotesi. Purtroppo alla fine scoprirono il mio problema, la sclerosi multipla.

Per il fatto che la malattia non ha cure definitive effetuai le normali terapie di routine quali cortisone. I primi giorni furono terribili, non sapevo dove sbattere la testa e cominciai, disperato, ricerche sulla malattia e mi preoccupavo a cercare alternative a cio’ che i medici mi avevano pronosticato.

Grazie al consiglio in via confidenziale di un operatore sanitario dell'ospedale di Sestri a Genova, dove ero ricoverato, scoprii che la cannabis è un farmaco potente contro le conseguenze ed i dolori della mia malattia come di molte altre patologie.

Quindi dopo essermi informato via internet cercai di fare chiarezza e di parlarne con il mio medico specialista. Purtroppo il dottore si dimostrò reticente all’argomento e ciò che è peggio disinformato, comunque mi promise di fare ricerche. A quel punto venni dimesso, al cortisone venne aggiunta una terapia a base di interferone. 

La cura era pesantissima e mi portava un sacco di problemi secondari, dolori, affaticamenti e scompensi senza portare alcuni benefici diretti. Quindi in seguito ad alcune ricadute ed a problemi portati dall’interferone stesso venni ricoverato altre tre volte. In seguito a questi eventi spiacevoli cominciai a autoprocurarmi la cannabis per vie illegali, senza avere tutele e naturalmente affrontando costi importanti, ma la mia qualità della vita era effetivamente cambiata, infatti i tremori diminuivano ed i dolori erano meno intensi.

Continuai comunuqe la mia ricerca ed attraverso una vasta rete di contatti che mi ero creato e soprattutto ad un conoscente che lavora in politica venni a conoscenza di come accedere alle cure con cannabis per via legale. Di fatto feci una visita al centro di terapia del dolore di Pietra Ligure di Albenga dove mi rilasciarono un foglio sul quale veniva consigliata la somministrazione di cannabis per curare i miei problemi. Documenti alla mano, firmati e timbrati dal dottore dell’asl, che poteva indicare la terapia ma non prescriverla, andai dal mio dottore specialista, lo stesso che prima aveva promesso di informarsi. Una volta in ospedale gli mostrai i documenti e gli spiegai quale era l’iter burocratico da seguire.

Doveva richiedere al Ministero della salute il permesso di acquistare nella farmacia ospedaliera di zona il medicinale Bedrocan che in questa forma sarebbe arrivato dall’Olanda.

A quel punto con mio stupore  il medico mi disse : « Per queste cose io non ho tempo » e mi propose di temporeggiare nell’attesa che venisse regolamentato il Galenico Sativex, che ipoteticamente sarebbe passato come farmaco gratuito dall’ASL.

Dopo questa Odissea ad oggi ancora sono costretto a curarmi per vie illegali con la cannabis. In ospedale, invece, sto seguendo una terapia a base di Tysabri ma trascurato dalle autorità ospedaliere ho un mese di ritardo nella somministrazione. Infatti dall’ospedale la tirano per le lunghe e nonostante i solleciti non mi stanno convocando per il Day hospital

Le scrivo per renderla al corrente della mia situazione che corrisponde a quella di numerosi altri malati che si trovano disorientati ed abbandonati a se stessi. Credo che si debba portare alla luce il problema e cercare di risolvere una situazione che rimane in stallo a causa del pasticcio legilsativo che attanaglia la questione cannabis, la disinformazione che impera e i pregiudizi che ne scaturiscono.




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