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E’ di genio prendere a pretesto una narrazione arcinota, Tosca, per costruirne una parallela che conduce su un binario parallelo ad un’altra dimensione umana. Apparentemente minore . Le due protagoniste sarebbero comparse secondarie ma l’intuizione della indimenticabile Franca Valeri dona ad Emilia ed Iside la luce piena del palco con una narrativa che richiama un moderno Goldoni. Meneghina Iside e Cassandrina Emilia a battibeccarsi e canzonarsi più o meno consapevolmente. Fintamente ostili. Più verosimilmente invidiose l’una dell’altra di una vita altra che affascina perché completamente lontana dalla propria. E per questo da desiderare. Sintonia e ascolto reciproco ben espressi da Cinzia Massironi ed Elisabetta Spinelli nello spazio del Teatro Belli, arricchite dai bei costumi di scena di Lilia Rossi. Peccato che la bravura delle attrici non abbia antagonizzato la staticità della scena e un dialogo sincrono ma monocorde che ha appesantito i 75 minuti dello spettacolo. Scelta della regista Morelli? I video e la meteorica entrata di Tosca nella fase finale non hanno aggiunto nulla allo spessore del testo, purtroppo. Sarebbe forse stato più ficcante cercare di far evidenziare le similitudini delle protagoniste. Similitudini da sottolineare tra la popolana romana e l’artista lombarda passeggiatrice e sul palco e sulla strada piuttosto che seguire lo stereotipo delle frizioni tra donne di origini diverse . Origini diverse ma con parecchie vibrazioni in comune. Buffo sarebbe stato anche fare connessione con la piazza Sant’Apollonia dove è ubicato il teatro Belli. Apollonia e Tosca, entrambe donne suicide. Analogie presenti? Forse. Ma sarebbe stata ancora una volta storia nella storia. E magari la Franca avrebbe apprezzato... |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 01:46:36 |
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