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Entra lentamente, si muove senza intoppi, impassibile, ieratico, come una statua montata su scarpe da ginnastica, con la pelle d'alabastro e questo taglio di capelli come un prato che lo fanno sembrare un console romano. Il suo imperium, però, è forse quella di Cesare o Augusto. Mark Zuckerberg dirige uno dei primi imperi del mondo e ha accettato di ricevere alcuni Galli tatuati alla vigilia del suo incontro con uno scricciolo locale chiamato Macron. "Zuckerberg": la "montagna di zucchero" in tedesco. Ora l'uomo è tutto miele, che lancia con voce soave il progetto di "regolamentazione delle piattaforme digitali" che intende discutere coi governi eletti, come questo affascinante e pittoresco governo francese che detiene il ruolo di Stato nella vita culturale e sociale. A dire il vero, questa operazione è anche una conversione, degna di Costantino dopo la battaglia del Ponte Milvio. Fino a poco tempo fa, Facebook, come gli altri che formano il GAFA (Google, Facebook, Apple e Amazon), riteneva che le autorità locali non avessero voce in capitolo nel progresso radiante delle reti globali. Era chiaro che avrebbero fatto quello che volevano, se i loro azionisti erano felici, o si sarebbero regolamentati per evitare di sconvolgere la sensibilità dei loro utenti di Internet, privatizzando così la censura. Le regole dell'espressione pubblica sono sfuggite ai governi democratici per essere applicate dal settore privato secondo i loro stessi criteri. Una strana rinascita del feudalesimo nel ventunesimo secolo, in cui ogni potente signore decise le proprie leggi. Contenuti violenti Soddisfazione retrospettiva: ciò che le persone di buon senso dicevano da almeno dieci anni sotto i capricci del felice presepe digitale - perché Internet dovrebbe improvvisamente sottrarsi alla legge comune che governa la libertà di espressione nei Paesi democratici? - viene quindi ripreso, con un decennio di ritardo, da uno degli imperatori di questo digitale. Era ora. Rimangono due domande che la discussione ha solo permesso di toccare: Facebook occupa una posizione dominante pericolosa per sua natura? Zuckerberg ritiene di agire in un contesto sufficientemente competitivo da non essere attratto da questo punto. Dibattito ... Infine, la sua capacità di prendersi gioco della legislazione fiscale per ridurre al minimo la sua tassazione, sarà combattuta efficacemente? In effetti, Facebook rimane nella legalità. È la legalità che pone un problema. Permette alle multinazionali di pagare meno tasse di una PMI qualunque. Ci dovrebbe essere almeno una risposta europea: il che ci riporta ad un altro problema, più elettorale. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:12:19 |
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