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Ideata e organizzata da ET Consulting Events, anche quest’anno la manifestazione Vino e Arte che passione è esplosa in un tripudio di qualità e gradimento, ha miracolosamente sposato l’arte con la passione per il vino nell’allegra e composta atmosfera del Casino Aurora Pallavicini che ha fatto da cornice. In un ambiente elegante e confortevole, il meraviglioso giardino incastonato in una zona storicamente ricchissima – sul colle del Quirinale, all’interno del Palazzo Pallavicini Rospigliosi un tempo Terme di Caracalla – l’evento è stato in grado di rispondere perfettamente alle aspettative, permettendo di degustare ottimi vini di fronte ad affreschi come l’Aurora di Guido Reni, i dipinti di Luca Giordano e Annibale Carracci, la facciata impreziosita da lastre di sarcofagi romani del II e III secolo d.C., nonché le sculture antiche della sala centrale, di una bellezza rarefatta e magica, la Minerva, la Diana cacciatrice e “la Pastorella”, parte di un percorso artistico guidato nel corso delle degustazioni. Numerosissime le aziende vinicole presenti, 50 per l’esattezza, e una vetrina d’eccellenza per produttori già noti o che desiderano saltare alla ribalta in un affresco d’eccezione. Tra calici tintinnanti e stuzzichini impreziositi dal gusto e dall’originalità, la giornata prevede anche una serie di interessanti seminari, laboratori di degustazione, un invito allettante per conoscere meglio la storia organolettica e produttiva di vini eccellenti e non limitarsi al semplice wine tasting. Promuovono degustazioni guidate le aziende Nonino; Paolo e Noemia d’Amico; Principe Pallavicini; Castello Di Gabiano; Rivera; Baglio di Pianetto; Frescobaldi; Petrolo; Tiefenbrunner. Tra le tante bottiglie degustate La Valentina (Abruzzo), un’azienda molto giovane nata nel 1990 all’insegna di un assoluto equilibrio biologico, intervenendo il meno possibile sulla natura e puntando sempre al Doc. La rinomatissima azienda Bastianich del Friuli Venezia Giulia, che non ha bisogno di presentazioni. Travaglino della Lombardia, un’azienda storica di cui il nucleo centrale risale addirittura al 1111, pulsante di fascino e ricca di bottiglie orchestrate intorno al Pinot Nero. Nella zona di Treviso fino al Valdobbiadene il Colsaliz, nel cuore della zona classica del Prosecco Doc. L’immancabile Falesco del Lazio con il Montiano inserito da Wine Spectator tra le 107 migliori bottiglie italiane, Siddura di Sardegna, dal cuore della Gallura un sogno giovane di dedizione e fatica che produce una serie di vini dai nomi suggestivi e accattivanti. Masi del Veneto, Frescobaldi e Le Mortelle dalla Toscana, e molti altri a regalare fascino e armonia in un quadro dalla perfezione assoluta. Il vino protagonista muto e nobile, ma anche la bottiglia, l’etichetta marchiata da creatività e gusto, in un unicum che racchiude arte, cura e intuizione, a partire dal produttore che si affida all’enologo e all’ideatore della bottiglia per raggiungere livelli d’eccellenza riconosciuti che rappresentano un valore inestimabile per la promozione del prodotto italiano nel mondo. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/12/2024 04:09:40 |
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