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Nelle stesse ore in cui i partiti italiani perdono tempo preziosissimo per decidere che cosa fare del futuro degli italiani, oltre seimila insegnanti – non di ruolo – rischiano di essere declassati a livello contrattuale, e qualche centinaio di insegnanti di ruolo, con contratto a “tempo indeterminato”, rischiano invece di essere letteralmente buttati in mezzo alla strada. Sono gli effetti choc di una sentenza del Consiglio di Stato, che prevede che il diploma magistrale non sia "abilitante per la professione". Paradossale, in una nazione il cui Ministro dell'Istruzione - Valeria Fedeli - è stata oggetto di scandalo, per non aver mai consguito una laurea ma aver millantato di averlo fatto. E’ in atto un picchetto stabile, sotto al Ministero dell’Istruzione, ma le forze dell’ordine – capitanate dal governo – non permettono agli insegnanti, che hanno anche più volte fatto lo sciopero della fame – di restare sui gradini del MIUR oltre un orario prestabilito: dalle 09:00 alle 14:00. Non basta: ogni singolo manifestante è stato identificato, manco fossero aizzatori di folle e violenti contestatori, e come ciliegina finale, gli insegnanti in questione vengono braccati dalle forze dell’ordine, che arrivano persino a fotografarli mentre dormono in auto, pur di continuare la loro protesta pacifica. Per rendere il tutto ancora più difficile, gli insegnanti che stanno rischiando di restare senza lavoro, senza dignità e senza un futuro, sono costretti a chiedere ogni santo giorno, il permesso di manifestare: significa tornare ogni giorno in questura, per pietire il diritto di lavorare e di avere una vita dignitosa. Ora provate a fare una ricerca su questa notizia: le grandi testate nazionali non ne parlano da inizio maggio. Non è una notizia “interessante” quanto può esserlo il Royal Wedding, il campionato di calcio o la bieca melina che, dallo scorso 4 Marzo, i politici nazionali non si vergognano di mettere in scena. Accade in Italia, non in Burkina Faso – dove forse si vive meglio che da noi – e accade nel periodo in cui stanno accadendo in Italia cose di una gravità assoluta, ma svendute come “La soluzione a tutti i mali degli italiani”. E’ così che funziona il sistema di contro informazione nel mondo della politica: dicono le cose al contrario, ma la gente non si è ancora resa conto di come funzioni questo metodo. Stilano “contratti di governo”, loro, i “salvatori della patria” che non ci mettono nemmeno la faccia alle castronerie scritte in questo documento, visto che è stato deciso che il premier dovrà essere una testa di legno. Eh si, perché questa strategia di sfilarsi dall’incarico – da parte di Di Maio e di Salvini – non è un “passo indietro” che denota trasparenza, onestà e responsabilità nei confronti del popolo, quanto una bieca strategia per poter dire, quando sarà palese che le cose che dicono di voler realizzare, che no, non era proprio possibile “cancellare la Riforma Fornero” o “varare il reddito di cittadinanza” o ancora “abbattere le tasse” e “creare posti di lavoro”. Il presidente Mattarella, che fino a oggi ha dimostrato – non poteva fare altrimenti – una pazienza che Giobbe gli fa un baffo, oggi ha aperto a un chiarimento “Come chiarisce l’art. 95 della Costituzione, il premier non può essere un mero esecutore”. E’ ciò che dico e scrivo da quando i due concordatari parlano di “contratto di governo e premier terzo”. Oggi l’ha dichiarato il presidente Mattarella. Non amo aver ragione su certe tematiche, ma tant’è… In tutto questo bailamme, sia chiara una cosa: non vi è alcuna certezza che le questioni urgenti per il popolo italiano avranno soluzione. Solo per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, bisognerebbe prima riammodernare i 500 inutili centri per l’impiego, che negli ultimi anni sono serviti a dare lavoro a circa il 2% degli iscritti. Dopodiché, potrebbero metter mano a questo reddito di cittadinanza, il cui funzionamento – come ho spiegato più volte – è del tutto simile alla terribile Riforma Hartz 4, che in Germania ha distrutto i diritti dei lavoratori e delle famiglie. In ogni caso, non se ne potrebbe parlare prima di due anni. Sai quante cose succedono in due anni, in una nazione come l’Italia? Che dire della promessa di “cancellare la Riforma Fornero”? Non è possibile tecnicamente, ed economicamente, parlando. Mancano le risorse economiche. Quale governo troverebbe 150 e passa miliardi in cinque anni, per far tornare il sorriso sui volti di milioni di italiani? Nessuno. Il problema non è tanto “come cancellare la legge Fornero” quanto chiedersi “Perché hanno introdotto la legge Fornero”, ma qui la risposta è semplice: da un lato perché gli enti di previdenza nazionali sono messi molto male coi conti, dall’altro perché nel processo – in atto dal 2008 a inizio della crisi economica mondiale – di distruzione delle classi medie, una delle priorità era proprio togliere il diritto di pensione ai lavoratori, parallelamente al fatto di togliere il diritto al lavoro. Insomma: stanno accadendo cose di un livello di gravità incredibile. Giocano sempre di più e con maggior violenza con la vita di milioni di persone, non si vergognano a raccontare balle e venderle per verità assoluta un tanto al chilo, trattano gli onesti cittadini come fossero delinquenti da strapazzo… Cosa manca a questo popolo per rendersi conto della situazione reale? Cosa devono fare, ancora, per dichiarare che il progetto non è certo quello di risolvere i problemi creati proprio dalla classe politica nazionale e anche da quelle a livello internazionale? Ai tempi della rivoluzione francese, il popolo insorse. E insorse proprio quando – ormai allo stremo e alla fame – si sentì rispondere con la famosa frase: “Se il popolo non ha il pane, dategli le brioche”. Se il popolo italiano sta davvero aspettando di ridursi alla fame per insorgere, in maniera pacifica ma compatta, davvero non comprendo più i miei connazionali. Che possono anche essere ancora mediamente in grado di assicurarsi una tranquillità economica che gli consente di campare, ma che non stanno comprendendo come, questa tranquillità economica, sia ormai basata su fondamenta molto instabili, e basta un decreto legge, varato nottetempo, per farli ritrovare poveri in canna, e senza alcun futuro, diritto e dignità. Forse, a molti italiani piacciono le brioche. Io preferisco un pezzo di pane, un filo d’olio e la mia dignità spalmata sopra. Ci aggiungo anche una bella spalmata di capacità critica e di onestà intellettuale: tutti ingredienti di altissimo valore e qualità, che nessuno mai potrà negarmi. Fateci un pensierino, invece di continuare a pietire un poco di dignità, a chi ve l’ha tolta per sempre. ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 01:28:41 |
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