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Nel nostro paese, da anni, uno dei leitmotiv – divenuto vero tormentone – che assilla un po’ tutti, è quello relativo ai flussi migratori. Un tema “caldo” dal momento che, la politica – praticamente di ogni partito – fa confluire verso il nostro paese questi flussi. Vuoi per gli accordi stretti con la UE – siamo debitori, e come tali paghiamo pegno – vuoi perché in Italia si sfrutta ogni cosa a proprio vantaggio (vedi la creazione di “centri di accoglienza”, cooperative che speculano e persino comuni cittadini che con l’accoglienza ai migranti hanno trovato una fonte di guadagno) ecco che l’aspetto umano passa in terz’ordine, sia quello dei migranti che quello dei cittadini italiani, e si pensa solo ed esclusivamente a sfruttare ulteriormente il tema, in ambito politico, ora sollevando polveroni razzisti contrapposti alle perenni contro risposte “buoniste”. Per dirla tutta: dei migranti, ai politici, importa solo fino al punto in cui possono sfruttarne tutta la linfa possibile. Il debito pubblico strasborda? Facciamo un accordo con la UE per fargli chiudere un occhio. Si deve batter cassa? Mettiamo in mano alle cooperative il grande business dei migranti. Serve di distrarre la popolazione in un momento critico per la nazione? Vai con le notizie di cronaca – a ondate e a periodi – sugli “uomini neri brutti e cattivi e stupratori”. Insomma: ce n’è per tutti. Centinaia di migliaia di migranti, scappati da guerre – Siria in testa – o da condizioni economiche alquanto precarie o ancora, dal clima - il cui cambiamento sta tormentando l’intero pianeta – l’Italia è uno degli approdi che sembrano essere tra i preferiti dai migranti. Peccato però, che non è esattamente così. Non sono i migranti a scegliere la destinazione dei loro viaggi precari, su barche e barconi che – ormai è risaputo – sono “generosamente” forniti dalle organizzazioni malavitose che si occupano della tratta dei migranti. E se queste organizzazioni malavitose - vi consiglio la lettura del libro-inchiesta "Confessioni di un trafficante di uomini" di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci per Chiarelettere - continuano da anni a fornirci tutti questi migranti, qualcuno in politica, dovrebbe semmai farci sapere come mai tempo fa fu scelto di attaccare duramente le Onlus che si sono occupate di salvataggi in mare, piuttosto che sollevare il problema “tratta dei migranti e rapporti con la politica nazionale” mai sollevato da alcuno. In tutto ciò, esiste una contro migrazione. Quella degli italiani che espatriano, con sempre maggior frequenza. I motivi? Sostanzialmente economici. Però, siccome i migranti italiani espatriano in aereo o in treno, allora sono meno “migranti economici” dei veri poveri di ogni parte del mondo, che affrontano viaggi che, al solo pensarci, fanno venire i brividi: gente che ha sfidato la morte attaccata sotto i pianali di camion, senza nulla togliere a coloro che affrontano il mare su barche di carta velina. I migranti italiani sono mediamente ricchi quando espatriano in età avanzata: è ormai noto come molti pensionati emigrino in Portogallo per le vantaggiose condizioni fiscali. Sono sempre mediamente ricchi, e con la voglia di lavorare, quando sono giovani che hanno già capito che aria tiri davvero in Italia, quando si parla di lavoro stabile e contratti dignitosi. Per molti quindi, quando è l'italiano medio a migrare, anche se per ragioni economiche, va benissimo. Anche quando queste "ragioni economiche" non hanno nulla a che fare con la povertà e la fame... Ma voglio fornirvi un poco di numeri: secondo uno studio realizzato nel 2017 dal Centro Studi Idos e Confronti, denominato Dossier Statistico Immigrazione, gli italiani che emigrano ogni anno sono circa 250.000 Duecentocinquantamila. E’ la stessa percentuale che si registrava ai tempi del dopoguerra, quando la fame in Italia si tagliava col coltello, e gli stipendi erano ai minimi storici. Di più: secondo un recente studio OCSE, l'Italia è l'ottava nazione - a livello mondiale - per il numero di persone che migrano. Di contro: sempre nel 2017, sono sbarcati nel nostro paese 119.247 migranti. Un dato in netto calo rispetto agli anni precedenti, dovuto alle diverse politiche e ai diversi accordi internazionali intrapresi. Attenzione però: i 250.000 migranti italiani, scelgono dove andare. I meno di 120.000 migranti di ogni nazionalità, arrivati in Italia, sono stati invece costretti ad arrivare nel nostro paese e, spesso, non gli è permesso di andare dove vorrebbero, ad esempio a raggiungere qualche parente in Nord Europa. Ce lo chiede l’Europa (…) ce lo chiedono le cooperative. Ce lo chiede la politica nazionale. Ce lo chiedono tutti. Certo che, a far di conto, se il numero di italiani che emigrano ogni anno continuerà ad essere quello attuale, c’è una certa coerenza a far restare in Italia i migranti, e persino a prevedere che saranno proprio loro a contribuire a pagare le pensioni degli italiani. Con buona pace di tutti. Razzisti in testa. ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 22:18:57 |
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