Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali  
Rilanciare l’economia nazionale abbattendo la pressione fiscale su stipendi e costo del lavoro

Rilanciare l’economia nazionale abbattendo la pressione fiscale su stipendi e costo del lavoro
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 03/03/2018

In questa campagna elettorale, che denominare surreale appare essere poca cosa, abbiamo letto e sentito di tutto. Tranne le cose fondamentali per permettere agli elettori di decidere se uscir di casa per porre le croci sulle schede elettorali - ammesso che gli italiani medi abbiano compreso come si vota in considerazione della complicazione nel porre la scelta sulle schede - o decidere di portare la famiglia a fare una bella passeggiata fuori porta.

La seconda opzione, in ogni caso, porterebbe effetti positivi a tutta la famiglia. La prima invece, ce lo insegna la storia della politica nazionale, ha effetti molto dubbi.

Ogni promessa è stata dichiarata. Ogni metodo di propaganda elettorale è stato utilizzato, giungendo alla presentazione della “rosa dei candidati” al presidente della Repubblica anzitempo, che ha fatto guadagnare qualche punto percentuale – nei sondaggi – all’ex movimento.

Di contro, nessuno ha chiarito in maniera approfondita, come intenda realizzare ciò che promette da anni, e non in campagna elettorale. Se certe azioni fossero possibili, ne vedremmo già gli effetti benefici, invece…

Suona quindi quantomeno bizzarro che, proprio ora e in campagna elettorale, sarà possibile risolvere tutte le problematiche scaturite dalla cattiva gestione politica, economica e sociale di questa nazione negli ultimi decenni. Sia chiaro a tutti.

Però, qualcosa di concreto, per risollevare le sorti dell’Italia e degli italiani, si potrebbe fare, evitando di continuare col metodo tappa buchi e per nulla strutturale, dei bonus tanto cari al centrosinistra.

E’ stato il Silvio nazionale, che quando si presenta in TV in un talk show non appare mai senza un rotolo di carte in una mano, palesando la necessità di attaccarsi a una sorta di zattera immaginaria – a darmi il destro - è il caso di dirlo - alla possibile reale soluzione per il rilancio dell’economia italiana.

Durante un’intervista a Uno Mattina, in onda su Rai 1,  Berlusconi ha detto che - se il centrodestra salirà al governo - e per dare sostegno al mercato del lavoro, “azzereremo le imposte sugli stipendi per sei anni” e ha aggiunto “in tal modo, il lavoratore che percepisce 1.500 euro netti, continuerà a percepire lo stesso stipendio, mentre il datore di lavoro non sarà più costretto a pagare tutte le imposte gravose  che deve sborsare per ogni dipendente”.

Attenzione. Allarme rosso! Berlusconi ha dichiarato una balla grande due volte il pianeta terra. Posso comprendere che faccia le fusa, come sempre, al mondo imprenditoriale e a Confindustria, ma non può sparare balle di tali proporzioni. Secondo lui, il lavoratore non subisce pressioni fiscali, e con la sua proposta manterrebbe lo stesso stipendio attuale, ma il datore di lavoro verrebbe sgravato di tutte le imposte che ora subisce.

Bravo. Mica male. Il lavoratore secondo lui, deve continuare a percepire uno stipendio che, detratte tasse e imposte, è da fame, mentre il datore di lavoro deve essere totalmente sgravato.

Innanzitutto: le imposte che vengono calcolate sugli stipendi, non sono solo a carico dei datori di lavoro, bensì – in buona parte – a carico dei lavoratori, che pagano la pressione fiscale tra le più alte d’Europa, pari al 47,8% per chi vive da single, e al 38,6% per le famiglie monoreddito.

Anche in questo caso, l’Italia – i dati OCSE lo confermano – ha un triste primato: siamo al quinto posto per pressione fiscale su stipendi e pensioni su scala europea.

Un lavoratore subisce la detrazione, in busta paga, delle trattenute previdenziali, delle addizionali regionali e comunali, e – al netto delle detrazioni riconosciute – la ritenuta Irpef.

Al datore di lavoro, spetta il versamento degli oneri contributivi, l’imposta regionale Irap e il premio assicurativo Inail.

Se davvero la politica volesse sostenere i cittadini e le imprese, basterebbe armonizzare il cuneo fiscale – rappresentato dalla percentuale delle imposte sul lavoro e il suo costo complessivo – con una detassazione che consentirebbe ai lavoratori di ottenere un netto in busta paga ben maggiore di quello che ottiene attualmente, e al datore di lavoro di subire una minor pressione fiscale.

Tutto questo rilancerebbe l’economia del paese. Il lavoratore, alleggerendo la pressione fiscale, incasserebbe uno stipendio netto più alto – e così facendo non ci sarebbe necessità di creare bonus su bonus che, in ogni caso, non sono garantiti in eterno – e il datore di lavoro si troverebbe a fine mese con maggiore liquidità, che potrebbe utilizzare per investire nella propria azienda o pagare i fornitori.

Nessuno lo farà mai. E la ragione porta a riflettere su un’altra grande criticità nazionale: il livello di corruzione e di enormi spese e costi della gestione della cosa pubblica. Non voglio ripetere tutto ciò che scrivo e viene scritto in merito, sono cose risapute e ormai trite e ritrite.

Nessun governo ha mai davvero sforbiciato le enormi, e spesso inutili per la comunità nazionale, spese per la gestione statale, e nemmeno hanno mai avuto la volontà di rimettere a posto una situazione aberrante, che ci mette sempre ai primi posti tra le nazioni con la più bassa qualità della vita per la popolazione.

Non pensiate che, avendo un governo diretto da questo o quel partito, abbiamo speranza di risorgere dal disastro. Certe misure che vengono varate nell’attualità, provengono dai governi passati, che -in special modo nelle leggi di bilancio fissano la data di attuazione di certe misure che si ripercuotono sulla vita dei cittadini. Ecco perché è sempre sbagliato prendersela solo col governo in carica che, spesso, non ha almeno le colpe di ciò che è stato deciso in precedenza.

Anche per questa ragione, sarebbe necessario e urgente, che la popolazione ripensi il suo modo di guardare alla situazione. E se di rivoluzione del sistema vogliamo parlare, stavolta vi dico che è la popolazione che deve rivoluzionare se stessa.

La politica non lo farà mai. Mettetevi il cuore in pace. 

©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina 





Cosa ne pensi?
Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.
Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui



aaaa

Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito.


Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra.

Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui
I commenti:

Commento 1)
La redazione ed il direttore hanno piacere di rispondere ai commenti dei nostri lettori. Facci sapere cosa ne pensi dell'articolo. La tua opinione è per noi importante.

Commento di: emilia.urso Ip:83.73.103.204 Voto: 7 Data 22/11/2024 02:45:38

Sei iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.

Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.

Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui

 
Iscrizione newsletter
Inserisci il tuo indirizzo email

Vuoi cancellarti?
Clicca qui
 
 
Search
Ricerca articolo
Ricerca
Dove
Da data
A Data:
Tipo ricerca:
Almeno una parola

Tutte le parole
 
 
Petizioni
Facciamo sentire la nostra voce
Dimettiamoci dalla carica di Cittadini Italiani

Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
Correlati in Editoriali

Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 18/05/2020
Indagine Covid-19 - parte V - Trattati, accordi, riforme e omissioni

Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.

Leggi l'articolo

Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 14/05/2020
Videogames: il governo sostiene le startup del settore

Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.

Leggi l'articolo

Autore: Inchiesta del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 14/05/2020
Indagine Covid-19 - Parte IV - diffusione nella bassa lodigiana: i dubbi sul depuratore

Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.

Leggi l'articolo

Autore: Intervista del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 13/05/2020
Intervista ad Andrea Vianello - Ogni parola che sapevo

“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.

Leggi l'articolo
GERENZA: Gli Scomunicati - L'informazione per chi non ha paura e chi ne ha troppa - PluriSet timanale nazionale - Reg. Tribunale di Roma N° 3 del 21 Gennaio 2014
Testata ideata e diretta da Emilia Urso Anfuso. Note legali.  Per informazioni commerciali e per entrare in contatto con la redazione potete chiamare lo 06 92938726 (Tel. e Fax) -