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Trump e la negazione del criterio di diritto nella Sanità

Trump e la negazione del criterio di diritto nella Sanità
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 18/12/2017

Incredibile ma vero ciò che sta accadendo negli USA: l'amministrazione del presidente Trump ha proibito al Center for Disease Control and Prevention, massima autorità sanitaria, l'uso di una serie di frasi e parole.

Durante una riunione presso il CDC relativa alla stesura dei documenti per il bilancio per il prossimo anno, è stato comunicato da un dirigente dei servizi finanziari, che da tutti i documenti dovranno essere banditi termini quali: vulnerableentitlementdiversitytransgenderfetusevidence-basedscience-based, ovvero: vulnerabile, diritto, diversità, transessuale, feto, basato sulle evidenze, basato sulla scienza.

Inutile dire che, gli scienziati e i funzionari del settore sanitario - che erano presenti all'incontro - sono rimasti letteralmente basiti.

Solo per un criterio è già stata formita la modifica: si tratta della frase "basate sulla scienza" per cui è stato consigliato di usare "basate sulla scienza in considerazione degli standard e dei desideri della comunità". Ma siamo sicuri che "i desideri della comunità" non siano - di fatto - i desideri del governo e non certo della popolazione?

Chi decide l'interpretazione reale della nuova terminologia?

Immediate le reazioni, non solo da parte del mondo scientifico e sanitario: Trump è ora accusato di voler permettere che la scienza possa essere sottomessa più all'opportunità politica che all'etica scientifica. C'è anche chi sostiene che, con questa decisione, si metterà a rischio la salute pubblica.

Attenzione a non sottovalutare questa situazione, che - in un sistema mondiale sempre più unito da alleanze politiche strategiche -  arriverà certamente ad essere diffusa anche in Europa e nel resto del mondo.

Non dimentichiamo infatti, come - ad esempio - la riforma Lorenzin sulle vaccinazioni obbligatorie, sia opera di accordi stretti con gli USA (La Lorenzin si recò negli States nel 2014 proprio per prendere l'incarico di "Italia, nazione capofila per le vaccinazioni obbligatorie a livello mondiale). In pratica, per coloro che pensano che i governi operino in maniera assolutamente distaccata rispetto agli altri, questa è la conferma di quanto questa convinzione sia del tutto errata: tutto ciò che accade nel nostro paese., così come nel resto di Europa e del mondo, è frutto di accordi e strategie tra i governi.

Non dimentichiamo anche le ratifiche di trattati - tra Italia, USA e Canada - del tenore del TTIP, o del Ceta o del Tisa. All'interno di questi trattati, si modifica completamente tutto ciò che conosciamo in merito a diritti civili, finanza, sanità, agricoltura e tutto ciò che fa parte dell'esistenza umana, ma non in favore degli esseri umani bensì in favore delle convenienze politiche dei governi.

Tutto ciò è non solo paradossale, quanto gravissimo. Cancellando termini quali "Diritto" o "Diversità" si instaura un sistema insano, che può andare ben oltre la dittatura.

Provate a immaginare: la cancellazione del criterio di "diritto" nel sistema sanitario, riferito ai pazienti, significa che potrà esser fatto loro, ma anche a intere popolazioni, qualsiasi tipo di trattamento, rendendolo obbligatorio. O negando il diritto alla salute, e quindi  alla vita.

Siamo proprio sicuri di non voler discutere seriamente di ciò che può arrivare anche da noi a breve? Possibile che si debba sempre pensar dopo alle sciagure che potrebbero esser ben contrastate, se solo le popolazioni si ribellassero in tempo alle follie di una politica internazionale interessata solo alla negazione dei diritti umani?

Non si prendano sottogamba decisioni del genere, perché sono quelle decisioni che possono cambiare nettamente il futuro di ogni singolo essere umano, peggiorando nettamente la condizione di vita e le aspettative sul futuro.

A cancellare diritti civili sono tutti bravi. E' a mantenerli in essere che servono persone oneste, preparate, capaci. Pensiamoci in tempo, prima che sia troppo tardi...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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