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Recensione: 'SAVED' - Roma, Teatro Vascello

Recensione: 'SAVED' - Roma, Teatro Vascello
Autore: Recensione della nostra inviata Susanna Schivardi
Data: 08/12/2017

Ancora una volta il Teatro Vascello, dal 29 novembre al 10 dicembre, ci sorprende con una scelta azzardata e molto estrema, quella di mettere in scena un testo come Saved, del drammaturgo inglese Edward Bond, testo scandalo del 1965, che segna una frattura e un punto di non ritorno del teatro. Un testo e la sua rappresentazione come l’ha pensata La Fabbrica dell’Attore, capace di lasciare un segno forte, incisivo, dalle caratteristiche grottesche e impietose di un epos greco, di una tragedia eschilea, dove però non sono i figli ad uccidere i genitori, bensì il contrario.

Attori molto impegnati e calati nella parte come se vita e arte si fondessero per qualche istante. Nel cast Francesco Biscione, Manuela Kustermann, Lucia Lavia, Gianluca Merolli, Marco Rossetti, e con Antonio Bandiera, Carolina Cametti, Michele Costabile, Marco Rizzo e Giovanni Serratore. L’intreccio nella sua banalità è molto più complesso delle apparenze, mette in ballo rapporti genitori-figli, società-uomo, destino-scelta, dove le colpe dei padri vengono insistentemente messe in evidenza, ribadendo sulla mancanza di regole, a partire dal nucleo famigliare dove dovrebbero strutturarsi valori e responsabilità e invece tutto quello che rimane è solo il vuoto.

Pam e Len sono il fulcro della vicenda, intorno a loro Bred, il villano del posto insensibile e già morto dentro, i genitori di Pam, due anziani stanchi e senza niente da raccontare. Pam è la piccola ragazza londinese della periferia anni sessanta, antecedente della politica tatcheriana, ragazza senza midollo, pronta a facili promiscuità, penosa e dipendente emotivamente da un uomo che la rifiuta nel più meschino dei modi, anche dopo averla messa incinta.

Dietro a lei Len, il ragazzo benpensante, educato e gentile che tenta invano di recuperare l’irrecuperabile. Sempre presente ma inutilmente, nessuno lo vuole ascoltare o accettare, tranne la mamma di Pam. La scena che fa cambiare rotta alla vicenda è cruenta e al limite del credibile, un mix di cattiveria gratuita, esercitata da un gruppo di smidollati di periferia, violenti e autodistruttivi, senza speranza e senza futuro, cattivi e privi di qualsiasi morale interiore. I soggetti coinvolti sono solo un pretesto per una feroce denuncia politica, per raffigurare lo stato di sottosviluppo al quale strati di suburbanità sono costretti da una società che nulla ha da insegnare. Una società che è politica ma anche e soprattutto famiglia, un involucro vuoto dove regna il nulla assoluto.

Al Vascello lo spettatore nel sedersi noterà che sulle poltrone sono sistemati dei sassi, uno per ciascuno, e il sasso, la pietra è proprio ciò che denota lo spettacolo, come simbolo di violenza che prima o poi passa per le mani di tutti. Alcune scene al limite della sopportabilità sono consigliate ad un pubblico prevalentemente adulto, in una prova che il teatro offre quando l’immagine virtuale viene meno, il palcoscenico è molto più duro, diretto, crudo di qualsiasi teleschermo.

Le scene di Paola Castrignanò contribuiscono ad un grande movimento, con le ricostruzioni di interni fatte di strutture semplici, la miseria riprodotta in miniatura non ha bisogno di fronzoli, a volte basta una panchina in un angolo, un cono d’ombra e un gesto di miserevole grettezza interiore per cadere nell’inferno della disumanezza esasperata. Edward Bond, l’autore del testo, ha una travagliata storia alle spalle, scrittore di più di cinquanta pièce, è un’icona di dissidenza teatrale e Saved è solo uno dei tanti titoli dissacratori dei regolari formalismi del teatro anni sessanta. Ha creato una frattura e un disgusto nella critica del tempo, con questo suo gesto sprezzante come il taglio nella tela di Burri del primo novecento.

Da quel momento il teatro non è stato più lo stesso. È un discorso metafisico sulla rappresentazione in quanto tale, la possibilità della parola, del gesto, dell’immagine iconica in un disprezzo totale delle regole, unico presupposto per raggiungere la verità, l’unico vero simbolo dell’arte, il disvelamento di quello che ad occhio nudo non è altrimenti visibile. Uno spettacolo per animi forti e non facilmente impressionabili. 




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Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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