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Politica: troppo distante dalla gente

Politica: troppo distante dalla gente
Autore: Editoriale di Padre Maurizio Patriciello
Data: 23/02/2017

Lontano. Troppo lontano dalla vita della gente appare il dibattito politico italiano. Eppure anche oggi ci sono italiani che non mangiano. Che saranno costretti a rubare, a imbrogliare, a mendicare, a implorare un pizzico di pietà alle porte delle chiese, dei conventi, delle caritas diocesane e parrocchiali; alla stazione, alle mense, ai crocicchi delle strade. A questi italiani viene offerto uno spettacolo politico a dir poco distratto o deprimente. Loro aspettano risposte, sperano nel futuro, fanno sacrifici inimmaginabili.

Poi vengono a sapere che migliaia di euro, strizzati dal sudore della fronte di chi lavora o ha lavorato, vengono elargiti senza pudore per festini a sfondo sessuale. Denaro pubblico gettato via con una facilità che rasenta la follia. Pazzesco. Nelle scuole, grazie a Dio, si moltiplicano in questo periodo, incontri, convegni, discussioni sulle legalità. Ai giovani viene detto di resistere, di non cedere al ricatto delle mafie. Viene spiegato chi sono camorristi, gli ‘ndranghetisti, i mafiosi.

Ad Avezzano, lunedì, nel Teatro dei Marsi, erano più di 600 gli studenti, che in religioso silenzio hanno ascoltato i vari relatori che si alternavano.

Ero là, li guardavo, li osservavo, li studiavo. Mi sembra che si giochi a moscacieca. Si finge di non sapere, di non ricordare, di non essere informati. E allora lo facciamo noi. Di nuovo. Ancora una volta vogliamo ribadire a chi si è assunto la responsabilità della cosa pubblica che le parrocchie, in tanti nostri paesi, sono gli unici baluardi dove possono approdare i poveri.

Leggiamo di sposi che per mangiare vendono le sedi e di parroci che gliele ricomprano. Storie che si ripetono. Segnali. Agli esperti in economia viene chiesto di fare analisi, di leggere il territorio, individuare percorsi, fare previsioni. Ai volontari, ai parroci, a chi sta accanto ai poveri, si chiede invece di raccontare storie. Storie vere, di gente vera, concreta.

È una mamma giovane, sciupata, poverissima. Viene a chiedere aiuto ogni settimana. Purtroppo ha una bambina celiaca, per la quale tutto deve essere comprato e cucinato a parte. Dal comune di appartenenza non arriva un centesimo, essendo in dissesto finanziario. La parrocchia, ultima speranza. Andrea Pio è volato in Inghilterra con i genitori e i fratellini. Se tutto va bene, dovrà essere sottoposto al trapianto del midollo. Andrea è affetto da rara e grave patologia. Il papà ha dovuto lasciare il lavoro, i fratelli la scuola. Occorre farsi accanto, sostenerli, aiutarli, incoraggiarli. Ho scritto al ministro Lorenzin. Ha promesso di chiamarli. La camorra, imperterrita, continua per la sua strada maledetta.

Degli ultimi due pregiudicati uccisi ad Afragola, nel Napoletano, hanno fatto scempio dei corpi in modo orribile. Una ferocia mai vista prima. Non è stato un atto di sadismo ma un segnale. La lingua del terrore. È l’ avvertimento mandato a coloro che volessero tradire o collaborare con la giustizia, a tutte le persone di buona volontà che, stufe, stanche, disgustate, si impegnano per estirpare la malapianta dalla loro terra. Non è certamente uno scenario idilliaco quello in cui i cristiani, gli onesti, le persone perbene tentano di resistere, di farsi presente, di dare una mano, di tenere accesa la speranza.

Guardando con un occhio la realtà in cui sono chiamati a operare e con l’ altro la vita politica nazionale e internazionale per vedere se e quando il sole sorge all’ orizzonte. Possibile che la politica italiana finge di non accorgersi che il cittadino medio è sempre più arrabbiato e deluso?

Possibile che non si renda conto che suo primo dovere è rendere conto a quel popolo che, malgrado tutto, rimane ancora unico sovrano? Possibile che non si riesca a badare al bene comune di milioni di italiani? Una mano a chi è in prima linea a combattere contro la miseria, la disperazione, la depressione, la volete dare o no? A chi nei quartieri periferici, grigi, problematici spende i suoi giorni al servizio dei fratelli, dei bambini, dei malati? Un aiuto a chi per non vedere morire di fame i figli decide di intraprendere il viaggio maledetto che lo porterà alla rovina, al carcere o alla morte?

Per un momento – un momento solo – vi volete mettere nei panni di chi oggi sta leggendo i giornali o guardando i telegiornali? Un sussulto di dignità da parte di tutti. Ce la possiamo fare.

Prima il bene comune, poi si potrà discutere di altro. Prima il necessario assicurato a tutti, poi il superfluo per qualche fortunato. Prima bisogna avere a cuore che non venga meno la fiducia nelle istituzioni, poi, con garbo, intelligenza, educazione, onestà intellettuale e morale, confrontarsi e anche litigare sulle diversità. I poveri, signori politici italiani, i poveri innanzitutto. I bambini, gli ammalati, le famiglie, i disoccupati. I giovani. Prima loro poi tutto il resto.

Come sempre potete contare sulla Chiesa, i suoi pastori, le sue strutture, i suoi volontari.




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