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USA: insediamento di Trump, l' uomo di Wall Street

USA: insediamento di Trump, l' uomo di Wall Street
Autore: Lucio Giordano - Redazione Esteri
Data: 21/01/2017

In uno speciale tv di qualche giorno fa,  le immagini di alcuni neonazisti che salutavano con il braccio teso l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, mi avevano allarmato non poco. E adesso che Donald Trump ha giurato come quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, quelle immagini  rimbombano ancor più  minacciose, preoccupanti. Terribili.

Non lasciatevi ingannare dal discorso d’insediamento. Nessun Presidente degli Stati Uniti lancia granate appena arrivato alla Casa Bianca. E le parole pronunciate dal neo-inquilino appaiono quasi politicamente corrette.  “Oggi è una cerimonia storica, il potere viene trasferito da Washington a voi, agli americani. Questo è il vostro giorno, gli Stati Uniti sono il vostro Paese. Da oggi verrà per prima solo l’America. Comprate americano e assumete americano. D’ora in poi ogni decisione in politica estera sarà presa in base agli interessi degli Stati Uniti”. E fin qui ci siamo. Un presidente nazionalista e reazionario,  del resto, cos’altro avrebbe potuto dire? Dunque, Trump vuole rifare grande l’America al grido di prima gli americani. Si chiama protezionismo, questo. Con Mussolini si chiamava autarchia e sappiamo come è andata.  

E comunque  ci può anche stare nella  visione Trumpiana delle cose, nell’era della  globalizzazione che disloca aziende, strappando il miglior prezzo nel costo della manodopera. Ma il protezionismo porta anche a  inevitabili guerre commerciali . Accetteranno, gli altri Paesi, di abbozzare senza fiatare a questo nuovo corso, a questa chiara  e improvvisa chiusura individualistica, dopo che proprio gli Usa, proprio con il repubblicano Ronald Reagan, avevano aperto al liberismo più sfrenato? E soprattutto, nel momento in cui anche  Europa e Giappone puntassero al protezionismo, cosa accadrebbe nel mondo? 

Trump dice anche che d’ora in poi ogni decisione in politica estera sarà presa in base agli interessi degli Stati Uniti. Ma poi nel suo discorso d’investitura, in maniera contraddittoria aggiunge : “Cancelleremo il radicalismo islamico dalla faccia delle Terra”. E come intende farlo il neo -presidente degli Stati Uniti? Con le pistole ad acqua e le miccette di capodanno? Non diciamo fesserie. Trump sarà un guerrafondaio quanto se non più dei Bush, padre e figlio. Quindi, inutile farsi illusioni. Non c’è nessuna pace in vista negli orizzonti presidenziali di Trump. Anche perché, basta vedere la composizione della sua squadra di governo: ex falchi della difesa americana, tre o quattro uomini di Wall Street. In pratica, una squadra molto più pro establishment , di tutte le squadre dei presidenti che hanno preceduto Trump. Per non parlare del genero del nuovo inquilino della Casa Bianca, Jared Kushner, il marito di Ivanka. Sicuro che rinuncerà   ai propri interessi finanziari per servire gli Stati Uniti ? 

Dubbi. Tanti dubbi. Troppi dubbi. Ecco perché tra pochi mesi gli americani finiranno per rimpiangere gli otto anni di Barack Obama, un presidente che in politica estera ha compiuto molti errori, è vero. Ma che dentro i propri confini è stato  il presidente di tutti, varando una delle più ambiziose leggi sulla sanità pubblica che la storia d’oltroceano ricordi. E che Trump smonterà in poche settimane. Certo, se il partito democratico non avesse agito ai limiti dell’autolesionismo, tirando la volata ad Hillary Clinton, identificata da tutti come il volto di Wall Street e avesse invece  agevolato un candidato come Bernie Sanders, dall’immagine molto più pulita, oggi non dovremmo tremare.

Si, tremare tutti. Perché il rischio è che il Trump appoggiato dal Ku Klux Klan, si trasformi in tempi brevissimi in un presidente ancora più divisivo. Che non include ma sbatte fuori  senza tanti complimenti immigrati e aziende straniere. Che alla prima provocazione bellica non esiterà a mostrare i muscoli. Percio’ Dio salvi l’America da un presidente populista, fascista, protetto dal mondo della finanza e dell’industria bellica. Dio salvi il mondo dai poteri forti che, non fidandosi dei democratici, hanno preso direttamente in mano le leve del comando, attraverso un cavallo di troia chiamato   Donald Trump. Sì, che nei prossimi quattro anni, Dio ce la mandi buona. Ne abbiamo davvero bisogno.




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