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Incidente progetto Erasmus: causa archiviata. Nessun colpevole...

Incidente progetto Erasmus: causa archiviata. Nessun colpevole...
Autore: Anna Lisa Minutillo - Redazione Cronaca
Data: 11/11/2016

Venti euro il costo della gita, sorrisi, un po’ di svago che vengono interrotti in modo brusco e violento e restano li su quella strada.

Le giovani studentesse, che si trovavano in Spagna nell’ambito del progetto Erasmus, e stavano rientrando in pullman a Barcellona dopo una giornata attesa e trascorsa a Valencia, hanno avuto questo come epilogo della loro giornata.

Ad otto mesi di distanza è arrivata la notizia che il giudice istruttore del Tribunale di Amposta, vicino a Tarragona, decide di archiviare la causa penale che era stata aperta a seguito di questa tragedia.. “Viste le risultanze delle investigazioni non si ravvisa una responsabilità così grave da essere punita penalmente”, questo quanto dichiarato dal magistrato che non avrebbe ravvisato ne problemi meccanici e guida imprudente da parte dell’autista ed ha rinviato le parti al procedimento civile.

A seguito dell’ incidente la polizia regionale catalana aveva denunciato l’autista per 13 omicidi per imprudenza ritenendo che ad averlo causato sarebbe stato un colpo di sonno del conducente. La polizia aveva rilevato grazie alla scatola nera del bus diversi cambi di velocità prima dello schianto.

Lo stesso autista, secondo quanto riportato dalla stampa spagnola avrebbe riferito ai soccorritori, subito dopo l’incidente e prima di perdere conoscenza, di essersi addormentato.

Si aprono molti spunti di riflessione anche a seguito delle turnazioni di lavoro che svolgono gli autisti , a volte sottovalutando il fatto che trovarsi alla guida di un mezzo meccanico richiede freschezza, presenza ed una alta soglia di attenzione che non sempre si riesce ad avere quando gli spazi di pausa tra un viaggio e l’altro finiscono con il non essere consoni ad assicurare il giusto riposo

Lavori usuranti , lavori che quando non vengono compiuti come si dovrebbe nel migliore dei casi terminano solo con un grande spavento ma in casi come questo spezzano giovani vite che nessuno potrà ridonare più.
Il giudice, ha ritenuto che il guidatore ( anche lui rimasto gravemente ferito nell’incidente), circolava alla velocità massima consentita di 100 km/h ed aveva rispettato i tempi di riposo regolamentari.

Esclude, anche che possa essere stato distratto da un telefono cellulare o che guidasse in stato di ebbrezza. L’uomo avrebbe potuto chiarire molti aspetti nel corso di un interrogatorio che era stato fissato per le prossime ore, ma la decisione del Tribunale ha mandato a monte questo appuntamento.

Tredici il numero delle studentesse tra cui sette italiane che hanno perso la vita in questo terribile schianto, le loro famiglie si vedono costrette a subire una nuova beffa dopo che la compagnia assicuratrice della società del mezzo su stavano viaggiando aveva ridotto del 25 per cento l’indennizzo per ogni vittima (52mila euro) ritenendo responsabili le ragazze di non indossare le cinture di sicurezza. Non si danno per vinti i parenti e fanno sapere che si riservano di procedere legalmente in tutte le sedi competenti oltre a chiedere all’Unione Europea di prendere posizione sulla vicenda.

Paolo Bonello, padre di Francesca, una vittima dell’incidente dichiara: «Credo che avremo tempo di presentare ricorso e daremo subito mandato ai nostri legali. Come si può archiviare un’indagine penale su un incidente stradale in cui l’autista del bus ha ammesso di essersi addormentato?».

Effettivamente non si può lasciar cadere nel dimenticatoio la vita , anche se sarà inevitabile il rimbalzare delle responsabilità come casi tristi del genere ci hanno mostrato in situazioni precedenti.

La tradizionale festa di primavera delle Fallas che era la meta della gita si è trasformata in una “festa infernale” che poco ha davvero a che fare con la volontà di potersi muovere in sicurezza.

Solo pochi giorni fa, in occasione di una cerimonia di commemorazione dedicata alla tragedia del bus Erasmus , svoltasi a Torino , il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolgendosi al padre di una delle 7 ragazze italiane morte lo scorso 20 marzo nell’incidente ha dichiarato:

“E’ necessario che le attività connesse alla partecipazione di giovani a progetti di studio all’estero avvengano in una cornice di sempre maggiore sicurezza”.
Non servirà a molto alla fine vedersi riconoscere il dovuto ma almeno servirà a prestare maggiore attenzione alla sicurezza che si deve assicurare in qualunque attività in cui si diventa responsabili delle e per le vite altrui.




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